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Truffa aggravata telematica: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa aggravata telematica e ricettazione. La sentenza conferma che la distanza nelle vendite online giustifica l’aggravante della minorata difesa, anche se seguono contatti diretti. Inoltre, chiarisce che il ‘profitto’ della ricettazione può essere anche un vantaggio indiretto, come l’uso di un documento rubato per attivare un’utenza telefonica e commettere le truffe.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa Aggravata Telematica: Quando la Distanza Online Giustifica l’Aggravante

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27340/2025, torna a pronunciarsi su un caso di truffa aggravata telematica, offrendo importanti chiarimenti sull’applicazione dell’aggravante della minorata difesa e sulla configurabilità del reato di ricettazione. La decisione conferma un orientamento rigoroso volto a tutelare le vittime di raggiri online, sottolineando come la natura stessa del web crei una condizione di vulnerabilità.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per i reati di sostituzione di persona e truffa aggravata telematica. L’imputato era stato anche ritenuto colpevole di ricettazione per aver ricevuto una patente di guida rubata, intestata a una donna. Questo documento era stato poi utilizzato dalla sua convivente per attivare un’utenza telefonica, impiegata a sua volta per commettere le truffe.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Insussistenza della ricettazione: Secondo la difesa, non era configurabile il reato di ricettazione perché l’imputato non poteva trarre un vantaggio diretto da una patente femminile, sostenendo la mancanza del dolo specifico.
2. Inapplicabilità della minorata difesa: La difesa argomentava che l’aggravante della minorata difesa non dovesse applicarsi, poiché le trattative, pur iniziate online, proseguivano con contatti diretti (telefonate, WhatsApp), eliminando la vulnerabilità della vittima.
3. Violazione di legge per mancata valutazione della Riforma Cartabia: Si lamentava che la Corte d’Appello non avesse considerato le novità normative e giurisprudenziali, in particolare quelle introdotte dalla Riforma Cartabia, sull’aggravante della minorata difesa.

L’Analisi della Cassazione sulla Truffa Aggravata Telematica

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo tutte le censure manifestamente infondate e, in parte, generiche. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni dei giudici per ciascun motivo di ricorso.

Il Reato di Ricettazione e il “Profitto” Indiretto

Sul primo punto, la Cassazione ha respinto la tesi difensiva, richiamando il consolidato principio secondo cui la nozione di “profitto” nel reato di ricettazione (art. 648 c.p.) è molto ampia. Esso non comprende solo il lucro economico, ma qualsiasi utilità o vantaggio, anche non patrimoniale, che l’agente si prefigge di conseguire. Nel caso specifico, il possesso della patente rubata, sebbene intestata a una donna, ha permesso all’imputato di ottenere lo strumento (l’utenza telefonica) essenziale per portare a termine le truffe e conseguire il relativo profitto. L’utilità, seppur indiretta, è stata quindi ritenuta sufficiente a integrare il dolo specifico del reato.

L’Applicabilità dell’Aggravante della Minorata Difesa

Anche il secondo motivo è stato rigettato. La Corte ha ribadito che nella truffa aggravata telematica, l’aggravante della minorata difesa (art. 61 n. 5 c.p.) è quasi sempre configurabile. La distanza tra il luogo in cui si trova la vittima, che paga in anticipo un bene, e quello in cui si trova l’agente, crea una posizione di oggettivo vantaggio per quest’ultimo. Questa distanza:
– Gli consente di nascondere la propria identità.
– Impedisce alla vittima di effettuare un controllo preventivo sul prodotto.
– Rende difficile per la vittima reagire alla condotta illecita.

Secondo i giudici, il fatto che al primo contatto online seguano comunicazioni telefoniche o tramite app di messaggistica non elimina questa vulnerabilità di fondo. L’impossibilità di verificare fisicamente il bene e l’identità del venditore rimane l’elemento cruciale che facilita il raggiro.

La Riforma Cartabia e la Genericità del Ricorso

Infine, il terzo motivo è stato giudicato totalmente generico. La difesa si era limitata a menzionare la Riforma Cartabia senza specificare quali norme fossero state modificate, né in che modo tali modifiche avrebbero dovuto incidere sul caso di specie. Un ricorso in Cassazione deve contenere censure specifiche e dettagliate, non mere affermazioni generali.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su principi giuridici consolidati e adattati al contesto digitale. La decisione riafferma che il “profitto” nel delitto di ricettazione ha una portata estesa, includendo qualsiasi vantaggio, anche non strettamente economico. Per quanto riguarda la truffa online, la Corte sottolinea che la distanza fisica tra le parti è un elemento intrinseco che pone la vittima in una condizione di debolezza, legittimando l’applicazione dell’aggravante della minorata difesa. La Corte evidenzia inoltre la necessità che i motivi di ricorso siano specifici e non si limitino a richiami generici a riforme legislative, pena l’inammissibilità.

Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un’importante conferma dell’orientamento della giurisprudenza a contrastare con fermezza i reati informatici come la truffa aggravata telematica. Le conclusioni che possiamo trarre sono chiare: l’ambiente digitale è considerato un fattore che amplifica la vulnerabilità delle vittime, e le norme penali vengono interpretate in modo da offrire la massima tutela possibile. Per gli operatori del diritto, la decisione ribadisce l’onere di formulare impugnazioni precise e puntuali, evitando doglianze generiche che non hanno possibilità di essere accolte.

Per configurare il reato di ricettazione è necessario un vantaggio economico diretto?
No, la Cassazione ha ribadito che la nozione di ‘profitto’ richiesta dall’art. 648 c.p. include qualsiasi tipo di utilità, anche non patrimoniale e indiretta, come quella di ottenere uno strumento (es. un’utenza telefonica) per commettere altri reati.

L’aggravante della minorata difesa si applica sempre nelle truffe online, anche se ci sono contatti diretti con la vittima?
Sì, secondo la Corte, la distanza fisica tra il truffatore e la vittima nelle transazioni online crea di per sé una posizione di vantaggio per il primo e di vulnerabilità per la seconda. Questa condizione non viene eliminata da successivi contatti telefonici o via chat, poiché resta l’impossibilità per la vittima di verificare il bene e l’identità del venditore.

È sufficiente menzionare una riforma legislativa, come la Riforma Cartabia, per motivare un ricorso in Cassazione?
No. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche perché la difesa ha menzionato la riforma in modo del tutto generico, senza specificare quali norme sarebbero state violate o come avrebbero dovuto essere applicate al caso concreto. I motivi di ricorso devono essere specifici e dettagliati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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