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Truffa aggravata online: la Cassazione si pronuncia

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che dichiarava estinto un reato di truffa aggravata per remissione tacita della querela. La Corte ha chiarito che la truffa commessa tramite mezzi telematici integra l’aggravante della minorata difesa, rendendo il reato procedibile d’ufficio e impedendo l’estinzione per la mancata presenza della persona offesa in giudizio.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Truffa Aggravata Online: Non Basta l’Assenza della Vittima per Estinguere il Reato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3753/2024, ha affrontato un caso cruciale in materia di truffa aggravata commessa attraverso mezzi telematici. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale: se la truffa è aggravata dalla minorata difesa, come nel caso delle truffe online, il reato non può essere dichiarato estinto per la semplice assenza della persona offesa al processo. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale sempre più attento a tutelare le vittime di reati informatici.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una decisione del Tribunale di Cosenza, che aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di due imputati per il delitto di truffa in concorso. Il reato era stato commesso tramite “contatti telematici a distanza” ed era aggravato dall’aver approfittato di circostanze di luogo che ostacolavano la privata difesa. Nonostante la gravità delle accuse, il Tribunale aveva ritenuto il reato estinto per “remissione tacita della querela”, basandosi sulla mancata presenza della persona offesa in udienza, interpretata come una rinuncia a proseguire l’azione penale.

Il Ricorso del Procuratore e la questione della truffa aggravata

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro ha presentato ricorso per cassazione, contestando la decisione del Tribunale. Il punto centrale del ricorso era la violazione ed erronea applicazione della legge. Il Procuratore ha sostenuto che il giudice di primo grado avesse ignorato la natura del reato contestato: non una semplice truffa, ma una truffa aggravata ai sensi dell’art. 61, n. 5 del codice penale.

La presenza di tale aggravante, secondo la Procura, rende il reato procedibile d’ufficio. Di conseguenza, l’eventuale remissione della querela (esplicita o tacita) diventa irrilevante ai fini della prosecuzione del procedimento penale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni del Procuratore, giudicando il ricorso fondato. I giudici di legittimità hanno sottolineato che una semplice lettura del capo d’imputazione era sufficiente per comprendere che agli imputati era stata contestata un’ipotesi di truffa aggravata. L’aggravante non derivava solo dalla descrizione del fatto (l’uso di mezzi telematici a distanza), ma anche dal chiaro richiamo normativo all’art. 61, n. 5 c.p.

La Corte ha inoltre ribadito, richiamando la propria giurisprudenza costante (in particolare, la sentenza n. 28070/2021), che la condotta di truffa realizzata online, sfruttando un’identità fittizia per una contrattazione a distanza, rientra a pieno titolo nell’aggravante della minorata difesa. Questo perché la distanza e l’uso di mezzi telematici pongono la vittima in una posizione di svantaggio e difficoltà nel verificare l’identità della controparte e la veridicità dell’offerta. Tale circostanza, oggi codificata anche nell’art. 640, comma 2, n. 2-bis c.p., rende il reato procedibile d’ufficio, escludendo la possibilità di estinzione per remissione di querela.

Le Conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale di Cosenza, disponendo il rinvio del processo alla Corte d’Appello di Catanzaro per un nuovo giudizio. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: conferma che le truffe online sono considerate dal legislatore e dalla giurisprudenza di particolare gravità. La qualificazione come truffa aggravata implica che lo Stato ha un interesse diretto a perseguire il reato, indipendentemente dalla volontà della persona offesa una volta che la querela è stata presentata. Pertanto, l’assenza della vittima in aula non può essere interpretata come un via libera per l’archiviazione del caso.

La truffa aggravata online può essere estinta se la vittima non si presenta in tribunale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la truffa commessa con mezzi telematici è aggravata e quindi procedibile d’ufficio. L’assenza della persona offesa non comporta una remissione tacita della querela e non estingue il reato.

Perché la truffa commessa con mezzi telematici è considerata aggravata?
È considerata aggravata perché integra la circostanza della “minorata difesa” (art. 61 n. 5 c.p.). La distanza tra le parti, l’uso di identità fittizie e la natura del mezzo telematico rendono più difficile per la vittima difendersi e verificare l’affidabilità della controparte.

Cosa succede dopo l’annullamento della sentenza da parte della Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio alla Corte d’Appello di Catanzaro. Questo significa che il processo dovrà essere celebrato nuovamente da un altro giudice, il quale dovrà attenersi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione, ovvero considerare il reato come truffa aggravata e procedibile d’ufficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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