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Travisamento rapina: quando è aggravante? Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili due ricorsi contro una condanna per rapina. Uno per un vizio di forma e l’altro perché le censure sull’aggravante del travisamento e sulla responsabilità concorsuale erano infondate, ribadendo che un lieve camuffamento è sufficiente per l’aggravante.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

L’aggravante del travisamento nella rapina: basta un lieve camuffamento

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna a fare luce su due importanti aspetti del diritto penale: i requisiti formali per l’accesso al giudizio di legittimità e la corretta interpretazione dell’aggravante del travisamento nel reato di rapina. La Suprema Corte, nel dichiarare inammissibili i ricorsi di due imputati, ha ribadito principi consolidati di fondamentale importanza pratica, sia per gli operatori del diritto che per i cittadini.

I Fatti Processuali

Due soggetti venivano condannati in primo grado e in appello per il reato di rapina aggravata. Avverso la sentenza della Corte d’Appello, entrambi proponevano ricorso per Cassazione. Il primo imputato presentava il ricorso personalmente, senza l’assistenza di un difensore abilitato. Il secondo, invece, pur avvalendosi di un legale, contestava la sua responsabilità a titolo di concorso nel reato e il riconoscimento dell’aggravante del travisamento, sostenendo che le motivazioni dei giudici di merito fossero viziate.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi. Per il primo ricorrente, la decisione si è fondata su un vizio procedurale insuperabile: la legge, a seguito della riforma del 2017, impone che il ricorso per cassazione sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale. La presentazione personale del ricorso, pertanto, non è consentita.

Per il secondo ricorrente, i motivi sono stati ritenuti in parte aspecifici e in parte manifestamente infondati. La Corte ha stabilito che le doglianze sulla responsabilità concorsuale erano una mera riproposizione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello e miravano a una rivalutazione dei fatti, operazione preclusa in sede di legittimità. Sulla questione del travisamento, la Corte ha confermato la correttezza della decisione impugnata.

Le Motivazioni: la disciplina del travisamento

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni relative al secondo ricorso, in particolare sull’aggravante del travisamento prevista dall’art. 628, comma terzo, n. 1, del codice penale. I giudici di legittimità hanno riaffermato un principio di diritto consolidato: per la sussistenza di tale aggravante, è sufficiente qualsiasi alterazione dell’aspetto esteriore dell’autore del reato, anche se lieve e ottenuta con mezzi rudimentali.

L’elemento cruciale non è che il riconoscimento sia stato effettivamente impedito, ma che il camuffamento fosse idoneo a renderlo più difficoltoso. Pertanto, il fatto che un testimone oculare sia comunque riuscito a riconoscere il colpevole non esclude l’applicazione dell’aggravante. La valutazione deve essere fatta ex ante, considerando la potenziale efficacia del mascheramento nel complicare l’identificazione.

La Corte ha sottolineato come la ricostruzione operata dai giudici di merito fosse logica, completa e immune da vizi, basata su apprezzamenti di fatto non sindacabili in sede di Cassazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre due importanti lezioni. La prima, di carattere processuale, è un monito sulla necessità di rispettare scrupolosamente le forme previste per l’impugnazione in Cassazione, affidandosi sempre a un difensore specializzato. La seconda, di natura sostanziale, chiarisce la portata applicativa dell’aggravante del travisamento. La decisione conferma che la legge intende punire più severamente non solo chi si rende irriconoscibile, ma anche chi semplicemente tenta di ostacolare la propria identificazione, aumentando l’allarme sociale e la difficoltà delle indagini. Un semplice cappuccio calato sul volto o un paio di occhiali da sole indossati in un contesto anomalo possono essere sufficienti a integrare questa circostanza aggravante.

È possibile presentare personalmente un ricorso in Cassazione in materia penale?
No, a seguito della modifica dell’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa si intende per aggravante del travisamento in una rapina?
Si intende qualsiasi alterazione, anche lieve e rudimentale, dell’aspetto esteriore di una persona che sia idonea a rendere più difficoltoso il suo riconoscimento durante la commissione del reato.

Se la vittima o un testimone riconosce il rapinatore nonostante il suo camuffamento, l’aggravante del travisamento viene esclusa?
No, l’aggravante non viene esclusa. Ciò che rileva è l’idoneità del travisamento a rendere difficoltoso il riconoscimento, non l’effettivo risultato. Il fatto che il colpevole sia stato comunque riconosciuto è irrilevante ai fini della configurabilità della circostanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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