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Travisamento rapina: occhiali e cappello bastano?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per rapina. La sentenza chiarisce che l’aggravante del travisamento rapina sussiste anche con l’uso di semplici occhiali da sole e cappello, in quanto idonei a ostacolare il riconoscimento. Inoltre, il risarcimento del danno, per essere valido come attenuante, deve essere integrale e non parziale verso una sola delle vittime.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Travisamento Rapina: Quando Occhiali da Sole e Cappello Integrano l’Aggravante?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8196/2025, si è pronunciata su un interessante caso relativo al reato di rapina, offrendo chiarimenti cruciali su due aspetti fondamentali: l’integrazione della circostanza aggravante del travisamento rapina e i requisiti per il riconoscimento dell’attenuante del risarcimento del danno. La decisione sottolinea come anche un mascheramento rudimentale possa essere sufficiente ad aggravare il reato e ribadisce la necessità di un risarcimento completo per ottenere una riduzione di pena.

I Fatti di Causa

Due individui venivano condannati nei gradi di merito per il reato di rapina. Avverso la sentenza della Corte d’Appello, entrambi proponevano ricorso per Cassazione, sollevando diverse doglianze. Uno dei ricorrenti, in particolare, contestava la sussistenza della circostanza aggravante dell’aver agito travisati, sostenendo che l’indossare semplici occhiali da sole e un cappello non costituisse un vero e proprio travisamento. Lo stesso imputato lamentava il mancato riconoscimento dell’attenuante del risarcimento del danno, nonostante avesse versato una somma di 500 euro a una delle persone offese. Il secondo ricorrente, invece, contestava la mancata concessione delle attenuanti generiche e il trattamento sanzionatorio complessivamente ritenuto eccessivo.

L’aggravante del travisamento rapina e le altre doglianze

Il cuore della questione giuridica verteva sulla definizione di “travisamento” ai fini dell’applicazione dell’aggravante. La difesa sosteneva una tesi restrittiva, secondo cui solo un mascheramento elaborato e completo potesse configurare tale circostanza. Per quanto riguarda l’attenuante del risarcimento, si puntava a valorizzare il gesto riparatorio, seppur parziale, compiuto dall’imputato.

L’altro coimputato si affidava a censure più generiche, lamentando una presunta ingiustizia nella determinazione della pena e nella negazione di un beneficio, le attenuanti generiche, che avrebbe potuto mitigarla.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, ritenendoli manifestamente infondati. Analizziamo le ragioni punto per punto.

Per quanto riguarda il travisamento rapina, i giudici di legittimità hanno respinto categoricamente la tesi difensiva. Richiamando un proprio consolidato precedente (Cass. n. 18858/2011), la Corte ha ribadito un principio di diritto fondamentale: per la sussistenza dell’aggravante del travisamento è sufficiente “una lieve alterazione dell’aspetto esteriore della persona, conseguita con qualsiasi mezzo anche rudimentale, purché idoneo a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona stessa“. Nel caso di specie, indossare occhiali da sole con lenti scure e un cappello con visiera è stato ritenuto un mezzo pienamente idoneo a ostacolare l’identificazione, integrando così l’aggravante contestata.

Sul fronte dell’attenuante del risarcimento del danno (art. 62 n. 6 c.p.), la Corte ha precisato che la riparazione deve essere integrale. Il versamento di una somma a una sola delle persone offese, senza peraltro la restituzione volontaria della refurtiva, costituisce un risarcimento meramente parziale e, come tale, insufficiente a integrare la circostanza attenuante.

Infine, riguardo al ricorso del secondo imputato, la Cassazione ha ricordato che la concessione delle attenuanti generiche e la graduazione della pena rientrano nella piena discrezionalità del giudice di merito. Tale discrezionalità, se esercitata con una motivazione logica e non palesemente contraddittoria, come nel caso esaminato, non è sindacabile in sede di legittimità. Il giudice non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma è sufficiente che ponga a fondamento della sua decisione gli elementi ritenuti più rilevanti.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, consolida un’interpretazione estensiva della nozione di travisamento, chiarendo che non sono necessari complessi mascheramenti per far scattare l’aggravante: qualsiasi accorgimento che renda più difficile il riconoscimento dell’autore del reato è sufficiente. In secondo luogo, ribadisce il rigore necessario per l’applicazione dell’attenuante del risarcimento del danno, che richiede una riparazione totale e non un semplice gesto simbolico o parziale. La decisione, infine, conferma l’ampio potere discrezionale del giudice di merito nella valutazione delle circostanze e nella commisurazione della pena, limitando il controllo della Cassazione ai soli vizi di legittimità e di manifesta illogicità della motivazione.

Indossare occhiali da sole e un cappello durante una rapina costituisce l’aggravante del travisamento?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che per l’aggravante del travisamento rapina è sufficiente una lieve alterazione dell’aspetto esteriore, anche con mezzi rudimentali come occhiali scuri e un cappello con visiera, purché sia idonea a rendere più difficoltoso il riconoscimento della persona.

Il risarcimento parziale del danno a una sola delle vittime è sufficiente per ottenere l’attenuante?
No. Secondo la sentenza, il risarcimento deve essere integrale. Il pagamento effettuato a favore di una sola delle persone offese, senza la restituzione volontaria del provento della rapina, è considerato solo parziale e non sufficiente per il riconoscimento della circostanza attenuante prevista dall’art. 62 n. 6 del codice penale.

Il giudice è obbligato a motivare nel dettaglio perché nega le attenuanti generiche?
No, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento a favore o sfavore. È sufficiente che faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi per la sua valutazione, come ha fatto la Corte d’Appello nel caso di specie, esercitando la sua discrezionalità in modo adeguato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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