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Travisamento della prova: quando il ricorso è inammissibile

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa online. I motivi, basati su un presunto travisamento della prova, sono stati rigettati perché si traducevano in una richiesta di riesame del merito, non consentita in sede di legittimità. La Corte ha ribadito la solidità delle prove a carico dell’imputato.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Travisamento della Prova: Quando l’Appello alla Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27455/2025, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in sede di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La decisione, che dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa online, offre un’importante lezione sui limiti del concetto di travisamento della prova e sulla distinzione tra vizi di legittimità e semplice contestazione della valutazione probatoria operata dai giudici di merito.

I Fatti del Caso: Una Truffa Online

Il caso riguarda una classica truffa perpetrata online. Un individuo è stato condannato in primo e secondo grado alla pena di otto mesi di reclusione e 200 euro di multa per aver simulato la vendita di una motocicletta su una piattaforma telematica. Dopo aver condotto la trattativa telefonicamente e aver incassato il prezzo pattuito su una carta prepagata, l’imputato non ha mai consegnato il bene alla vittima. La condanna si basava su elementi chiari: le conversazioni telefoniche, le dichiarazioni della persona offesa e, soprattutto, il fatto che la carta prepagata su cui era stata versata la somma fosse intestata proprio all’imputato.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Nonostante la doppia condanna conforme, la difesa ha presentato ricorso per cassazione, articolandolo su tre motivi principali:

1. Violazione del principio ‘oltre ogni ragionevole dubbio’ e travisamento della prova: Si sosteneva che l’utenza telefonica utilizzata per la truffa fosse in realtà nella disponibilità di terze persone, proponendo una ricostruzione alternativa dei fatti che, a dire della difesa, non era stata adeguatamente considerata.
2. Contraddittorietà della motivazione: Si lamentava che la responsabilità dell’imputato fosse stata affermata senza prove certe sulla sua conoscenza delle altre persone coinvolte e sull’effettivo utilizzo del telefono da parte sua.
3. Violazione di legge sul diniego delle attenuanti generiche: La difesa contestava la decisione della Corte d’Appello di non concedere le attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.), basandosi su condanne riportate dall’imputato in data successiva a quella del reato in esame.

Il Concetto di Travisamento della Prova Secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha respinto tutti i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. Il punto centrale della decisione riguarda la corretta definizione di travisamento della prova. I giudici hanno chiarito che questo vizio, denunciabile in Cassazione, non consiste in una semplice divergenza interpretativa. Non basta che la difesa proponga una ‘lettura’ alternativa delle prove; il travisamento si verifica solo in due casi specifici:

* Quando il giudice fonda la sua decisione su una prova che non esiste nel fascicolo processuale.
* Quando il giudice travisia il ‘significante’ di una prova, ovvero ne percepisce erroneamente il contenuto materiale (es. legge ‘Tizio’ in un documento dove invece c’è scritto ‘Caio’).

Nel caso di specie, la difesa non ha indicato una prova inesistente o travisata nel suo contenuto materiale, ma si è limitata a contestare il ‘significato’ che i giudici di merito avevano attribuito agli elementi probatori. Questo tipo di doglianza, secondo la Cassazione, si traduce in una richiesta di nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello logica e coerente. La responsabilità dell’imputato era solidamente ancorata a prove concrete: l’ingannevole trattativa, le dichiarazioni della vittima (che, attraverso ricerche online, aveva collegato quel numero di telefono e il nome dell’imputato ad altre truffe) e il dato inconfutabile dell’accredito del denaro sulla sua carta personale. La versione alternativa proposta dalla difesa era rimasta una mera allegazione, priva di riscontri oggettivi.

Anche il motivo relativo alle attenuanti generiche è stato giudicato infondato. La Cassazione ha spiegato che, sebbene la data dei precedenti penali sia rilevante ai fini della contestazione della recidiva, il giudizio sulla concessione delle attenuanti generiche è più ampio. Esso permette al giudice di valutare la personalità complessiva dell’imputato. La serialità delle condotte truffaldine, pur se accertate con sentenze definitive successive, è un elemento idoneo a dimostrare una personalità negativa e a giustificare il diniego del beneficio.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cardine del processo penale: la Corte di Cassazione è un giudice della legge, non del fatto. Un ricorso non può essere un pretesto per chiedere ai giudici di legittimità di rivalutare le prove e sostituire il proprio convincimento a quello dei giudici di merito. Il vizio di travisamento della prova è uno strumento specifico e limitato, che non può essere abusato per contestare l’interpretazione del materiale probatorio. Per l’imputato, l’inammissibilità del ricorso comporta non solo la condanna definitiva, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

Quando un ricorso per cassazione può basarsi sul ‘travisamento della prova’?
Un ricorso può fondarsi sul travisamento della prova solo quando si dimostra che il giudice ha utilizzato una prova inesistente o ne ha percepito in modo palesemente errato il contenuto materiale (il ‘significante’), e non quando si contesta semplicemente l’interpretazione data a quella prova (il ‘significato’).

Proporre una ricostruzione alternativa dei fatti è un valido motivo di ricorso in Cassazione?
No, non lo è. La proposizione di una diversa lettura delle risultanze processuali costituisce una contestazione della valutazione della prova, che è un’attività di merito riservata al Tribunale e alla Corte d’Appello, non alla Corte di Cassazione, che svolge unicamente un controllo di legittimità.

La Corte può negare le attenuanti generiche basandosi su condanne successive al reato per cui si procede?
Sì. Ai fini del giudizio sulla concessione delle attenuanti generiche, il giudice può valutare la personalità complessiva dell’imputato, inclusa la serialità delle sue condotte criminali, anche se le relative condanne sono diventate definitive dopo la commissione del reato in esame. Tale circostanza è ritenuta indicativa di una personalità negativa che non merita la riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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