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Travisamento della prova: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due soggetti condannati per violenza legata a manifestazioni sportive. I ricorrenti lamentavano un travisamento della prova, ma la Corte ha stabilito che le loro doglianze miravano a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La decisione si fonda sulla distinzione tra l’errore del giudice su una prova inesistente e la mera richiesta di una diversa interpretazione delle prove esistenti, confermando la logicità della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Travisamento della Prova: Limiti e Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui confini del ricorso per cassazione, in particolare riguardo al concetto di travisamento della prova. La Suprema Corte chiarisce quando una doglianza si traduce in una inammissibile richiesta di rivalutazione del merito, anziché in una legittima censura di un vizio della sentenza. Questo principio è fondamentale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le strategie difensive esperibili.

I Fatti del Caso: Un’Imboscata tra Tifoserie

Due persone vengono condannate per il reato di cui all’art. 6-bis della L. 401/1989, relativo a violenze in occasione di manifestazioni sportive. La Corte d’Appello conferma la loro responsabilità penale sulla base di prove, incluse immagini video, che attestavano la loro partecipazione a un’imboscata tesa ai tifosi della squadra avversaria. Nello specifico, la loro auto era stata parcheggiata in una posizione strategica nel luogo in cui erano stati posizionati fumogeni e dove alcuni minivan della tifoseria rivale erano stati attaccati con bastoni.

I Motivi del Ricorso e il Presunto Travisamento della Prova

I due condannati propongono ricorso per cassazione, articolando diversi motivi, tra cui la violazione di legge e, soprattutto, il travisamento della prova. Sostenevano che i giudici di merito avessero interpretato erroneamente le immagini e le circostanze di fatto, affermando, ad esempio, che la loro sosta in quel luogo non fosse il risultato di un accordo premeditato con altri tifosi. In sostanza, chiedevano alla Suprema Corte di offrire una lettura dei fatti diversa e a loro più favorevole.

La Distinzione tra Fatto e Diritto nel Giudizio di Legittimità

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra il giudizio di fatto, riservato ai primi due gradi di giudizio, e il giudizio di legittimità, proprio della Suprema Corte. I ricorrenti, riproponendo le medesime censure già avanzate in appello, cercavano di ottenere una nuova valutazione delle prove, un’operazione preclusa alla Corte di Cassazione. La Corte non può sostituire il proprio apprezzamento a quello dei giudici di merito, a meno che la motivazione di questi ultimi non sia manifestamente illogica o contraddittoria.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte dichiara i ricorsi inammissibili. Spiega che il vizio di travisamento della prova è configurabile solo in due casi specifici: quando il giudice fonda il proprio convincimento su una prova che non esiste negli atti processuali, oppure quando si basa su un risultato di prova oggettivamente e incontestabilmente diverso da quello reale. Non rientra in questa casistica, invece, la semplice richiesta di una diversa interpretazione delle risultanze probatorie.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva costruito una motivazione congrua e logica, basata su elementi oggettivi: le immagini acquisite che provavano la presenza dell’auto dei ricorrenti nel luogo e nel momento dell’agguato. Questa presenza è stata ritenuta una prova sufficiente della loro partecipazione alla pianificata realizzazione dei reati contestati. Di conseguenza, non sussisteva alcun travisamento, ma solo un dissenso degli imputati rispetto alla valutazione operata dai giudici.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito. La denuncia di un travisamento della prova non può essere utilizzata come un pretesto per sollecitare una rilettura dei fatti favorevole al ricorrente. Affinché tale vizio possa essere validamente dedotto, è necessario dimostrare un errore percettivo del giudice (la prova non esiste o dice l’esatto contrario), non un errore valutativo. La decisione, pertanto, consolida i limiti del sindacato di legittimità, chiarendo che una motivazione immune da vizi logici evidenti e fondata su prove concrete è incensurabile in sede di Cassazione. I ricorrenti sono stati quindi condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando si può denunciare un ‘travisamento della prova’ in Cassazione?
Si può denunciare un travisamento della prova solo quando il giudice di merito ha fondato il proprio convincimento su una prova che non esiste o su un risultato di prova oggettivamente e incontestabilmente diverso da quello reale. Non è sufficiente proporre una diversa interpretazione delle prove.

Perché il ricorso dei due tifosi è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di denunciare un vizio di legittimità, i ricorrenti chiedevano alla Corte di Cassazione una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti, un’attività che esula dalle competenze del giudice di legittimità.

Quale prova è stata decisiva per confermare la condanna dei ricorrenti?
La prova decisiva è stata l’incontroversa presenza dell’auto dei ricorrenti nel luogo e nel momento in cui è stata tesa un’imboscata ai tifosi avversari. Questo elemento è stato ritenuto sufficiente a dimostrare la loro partecipazione alla pianificazione e realizzazione dei reati contestati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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