Sentenza di Cassazione Penale Sez. 5 Num. 22539 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 5 Num. 22539 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/03/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a GUARDIAGRELE hl DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/09/2023 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
visti gli atti, il provvedimento impugNOME e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore NOME COGNOME
Il Proc. Gen. si riporta alla requisitoria depositata in atti e conclude per l’inammissibilità del ricorso.
L’avvocato AVV_NOTAIO, difensore di fiducia della parte civile RAGIONE_SOCIALE, si associa alle richieste del Procuratore Generale; deposita conclusioni e nota spese;
l’avvocato NOME COGNOME, difensore di fiducia dell’imputato COGNOME NOME, si riporta ai motivi di ricorso ed insiste per l’accoglimento dello stesso.
e
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di l’Aquila ha confermato la decisione de Tribunale di Pescara, che aveva riconosciuto NOME COGNOME – quale amministratore unico p.t. della RAGIONE_SOCIALE, dichiarata fallita con sentenza del 12 giugno 2016 – colpev di bancarotta fraudolenta distrattiva (limitatamente all’importo di euro 18.367,6 documentale.
Ricorre per cassazione l’imputato, con il ministero del difensore di fiducia, avvocato COGNOME AVV_NOTAIO, che svolge due motivi.
2.1. Con il primo, denuncia violazione dell’art. 525 cod. proc. pen. dolendosi che il Tribun avrebbe adottato la sentenza di primo grado in composizione diversa da quella che, all’udienza del 20 maggio 2021, aveva svolto l’attività istruttoria e aveva presenziato alla discussione.
2.2. Con il secondo motivo, denuncia vizi della motivazione in merito alla condotta distratti in contrasto con i risultati dell’istruttoria circa i prelevamenti sul c.c. acceso presso l Popolare di Lanciano e Sulmona, che la Corte di appello ha ritenuto non riferibili ad alcu necessità aziendale, laddove, invece, essi erano finalizzati al pagamento di un credi chirografario per un finanziamento concesso dalla Serfina Banca s.p.a.; sostiene il ricorrent che la disponibilità liquida per il pagamento delle rate è stata generata con assegni negozia presso la BLS ; l’affermazione della Corte di appello in merito alla circostanza che gli assegni conto corrente utilizzati per pagare le rate del mutuo non siano stati negoziati, sare sprovvista di supporto documentale, dal momento che i prelevamenti risalgono al 2011, mentre l’attività peritale, a cui la Corte di appello ha fatto riferimento per la decisione, ha oggetto il periodo successivo, dal 2012 al maggio 2015; inoltre, si rappresenta che sommatoria degli importi prelevati nel 2011 e riversati nella cassa della società per fronteggi i pagamenti corrisponde quasi integralmente al totale delle somme portate dalle cambiali riferit alle rate nn. 14 e 18 del finanziamento della Serfina Banca RAGIONE_SOCIALE; d’altro canto, gli asse versati in favore di NOME COGNOME trovano causa nel rapporto di lavoro dalla stes intrattenuto con la società fallita, come documentato.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è inammissibile.
1.L’eccezione di nullità formulata con il primo motivo è manifestamente infondata. Dall consultazione dell’incarto processuale – a cui il Giudice di legittimità accede in virtù de processuale denunciato (Sez. U, n. 42792 del 31/10/2001 Cc. (dep. 28/11/2001 ), Policastro, Rv. 220092) – la Corte ha potuto verificare che il collegio che adottò la decisione all’esi giudizio di primo grado, nell’udienza del 20 maggio 2021 (composto dai magistrati COGNOME, COGNOME, COGNOME), benchè diverso da quello della precedente udienza del 15 aprile 202 COGNOME, COGNOME, COGNOME), ha disposto la rinnovazione delle formalità di apertura dibattimento. Di tanto v’è riscontro nel verbale di udienza, come integrato dal provvedimento correzione, in data 06 dicembre 2021, disposta dal cancelliere del Tribunale di Pescara con riguardo, proprio, alla esatta indicazione dei magistrati che avevano composto il colleg
all’udienza del 20 maggio 2021. Risulta, quindi, del tutto smentita la deduzione difensiva cir la mancata coincidenza del collegio dinanzi al quale erano stato rinnovate le formalità di apertu del dibattimento, escussi dei testimoni e svolta la discussione, rispetto a “quella che ha red e depositato la sentenza di primo grado”. Omette, cioè, il ricorrente di operare il corr confronto tra il verbale di udienza – unitamente al provvedimento di integrazione -, da un la e la sentenza impugnata: è questo confronto che la Difesa ricorrente avrebbe dovuto fare, da cui emerge la coincidenza nominativa dei magistrati che hanno partecipato all’udienza del 20 maggio 2021 con quelli che, in quella stessa data, hanno reso la decisione, come risultante dall sentenza impugnata.
Atteso, poi, che nulla la difesa ha dedotto con riferimento alle richieste eventualmente svolte primo grado riguardo alle prove assunte precedentemente al mutamento della composizione del collegio giudicante, deve escludersi ogni nullità correlata al mutamento del Collegio. Com chiarito dalle Sezioni Unite di questa Corte, “in caso di rinnovazione del dibattimento per mutamento del giudice, il consenso delle parti alla lettura degli atti già assunti dal giu originaria composizione non è necessario con riguardo agli esami testimoniali la cui ripetizio non abbia avuto luogo perché non richiesta, non ammessa o non più possibile” e che comunque “i provvedimenti sull’ammissione della prova emessi dal giudice diversamente composto conservano efficacia se non espressamente modificati o revocati” (Sez. U n. 41736 del 30/05/2019 Ud. (dep. 10/10/2019), COGNOME).
2. Inammissibile anche il secondo motivo, sia perché, deducendo il 1:ravisamento delle prove, omette la allegazione degli atti richiamati in violazione del principio autosufficienza, sia p in realtà ciò che viene censurata è la valutazione delle prove, e, dunque, il vizio denunciato d inquadrarsi nel travisamento del fatto, non consentito nel giudizio di legittimità. In tema di di ricorso per cassazione, il vizio di “contraddittorietà processuale” (o “travisamento della pr vede circoscritta la cognizione del giudice di legittimità alla verifica dell’esatta trasposiz ragionamento del giudice di merito del dato probatorio, rilevante e decisivo, per evidenziar l’eventuale, incontrovertibile e pacifica distorsione, in termini quasi di “fotografia”, neu valutativa, del “significante”, ma non del “significato”, atteso il persistente divieto di r di re-interpretazione nel merito dell’elemento di prova (Sez. 5, n. 26455 del 09/06/2022, Do Santos, Rv. 283370 – 01). Insomma, il concetto di “travisamento della prova” è ben distinto da “travisamento del fatto”, perché non richiede una rivalutazione del compendio probatorio, ma s limita a prendere atto di una indiscutibile difformità tra decisione, esistenza delle prove e ris di prova. Come è stato affermato in dottrina, “nel travisamento del fatto il giudice di legittimità deve conoscere il contesto processuale, laddove nel travisamento della prova deve conoscere solo l’atto che veicola la prova”.
2.1. La difesa richiama emergenze documentali (piano di ammortamento del finanziamento stipulato dalla RAGIONE_SOCIALE garantito da cambiali; prelievi dal conto corrente acceso presso BRAGIONE_SOCIALE.a.; busta paga attestante esistenza di un rapporto di lavoro tra la fallita e la sig.ra NOME COGNOME); accertamenti del CTU; circostanze fattuali, come la corrispondenza degli importi
delle rate dalla 14″ alla 18^ con l’ammontare della disponibilità di cassa, a sostegno della della riferibilità delle cambiali a uno specifico finanziamento, in ordine alla quale già il T aveva evidenziato come non vi fosse alcuna certezza in merito, così come non risulta dimostrata la circostanza che i prelevamenti indebiti sarebbero stati utilizzati per restituire il finanz bancario. La sentenza impugnata, ancorchè assai essenziale nella ricostruzione fattuale, non presta il fianco alle censure difensive.
3. Alla declaratoria di inammissibilità segue per legge ( art. 616 cod.proc.pen ) la condanna ricorrente al pagamento delle spese processuali nonché, trattandosi di causa di inammissibilit determinata da profili di colpa emergenti dal ricorso (Corte Costituzionale n. 186 del 7-13 giug 2000), al versamento, in favore della cassa delle ammende, di una somma che si ritiene equo e congruo fissare in euro tremila. Il ricorrente deve anche essere condanNOME alla rifusione de spese di rappresentanza e difesa sostenute nel giudizio di legittimità dalla costituita parte c da liquidarsi a cura della Corte di appello, trattandosi di imputato ammesso al patrocinio a spe dello Stato. In tal caso, compete alla Corte di cassazione, ai sensi degli artt. 541 cod. proc. e 110 del d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, pronunciare condanna generica dell’imputato al pagamento di tali spese in favore dell’Erario, mentre è rimessa al giudice che ha pronunciato l sentenza passata in giudicato, la liquidazione delle stesse mediante l’emissione del decreto pagamento ai sensi degli artt. 82 e 83 del citato D.P.R. (Sez. U, Ordinanza n.5464 del 26/09/2019 Cc. (dep. 12/02/2020), COGNOME, Rv. 277760).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende. Condanna, inoltre, l’imputato alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute nel presente giudizio dalla par civile ammessa al patrocinio a spese dello stato, nella misura che sara’ liquidata dalla Corte appello di l’Aquila con separato decreto di pagamento ai sensi degli artt. 82 e 83 d.p.r. 115/200 disponendo il pagamento in favore dello Stato.
così deciso in Roma, addì 25 marzo 2024
i Il Consigliere estensore