Travisamento della Prova: La Cassazione e i Limiti del Ricorso
Nel processo penale, il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio, ma le sue porte non sono aperte a ogni tipo di doglianza. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce ancora una volta i rigidi confini del travisamento della prova, un vizio che, se mal interpretato dalla difesa, può condurre a una declaratoria di inammissibilità. Questo concetto è fondamentale per comprendere perché la Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un organo di legittimità che vigila sulla corretta applicazione della legge.
I Fatti del Caso: Dal Furto al Ricorso in Cassazione
Il caso in esame ha origine dalla condanna di una donna per il reato di furto in abitazione pluriaggravato. La Corte di Appello, pur dichiarando la prescrizione per un altro capo d’imputazione relativo a un tentato furto, aveva confermato la responsabilità per il furto consumato. La difesa ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando un unico motivo: un presunto travisamento della prova che, a suo dire, avrebbe viziato la motivazione della sentenza di condanna.
L’Analisi della Corte sul Travisamento della Prova
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione cruciale tra il significante e il significato del dato probatorio. La difesa, infatti, non contestava un errore percettivo del giudice (ad esempio, l’aver letto una parola per un’altra in un documento), ma criticava l’interpretazione e il valore che la Corte d’Appello aveva attribuito alle prove raccolte.
Secondo la Suprema Corte, questo tipo di critica non configura un travisamento della prova, bensì un tentativo di ottenere una nuova e diversa ricostruzione dei fatti. Tale operazione, però, è preclusa in sede di legittimità. La valutazione delle prove e la ricostruzione del fatto storico sono compiti esclusivi del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello), il cui convincimento, se supportato da una motivazione logica e non contraddittoria, non può essere messo in discussione in Cassazione.
La Valutazione del Giudice di Merito è Sovrana
Richiamando un consolidato principio espresso dalle Sezioni Unite (sent. n. 6402/1997), la Corte ha ribadito che esula dai suoi poteri quello di compiere una “rilettura” degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione. La sentenza impugnata, secondo i giudici, aveva adeguatamente esaminato le argomentazioni della difesa, sia riguardo all’identificazione dell’imputata sia riguardo a un alibi, ritenendolo non dimostrato. La motivazione era stata considerata esente da vizi logici o giuridici.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Cassazione è netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la critica difensiva non ha attaccato il “significante” della prova (il dato materiale), ma il “significato” che il giudice di merito ne ha razionalmente tratto. In sostanza, la difesa proponeva una propria versione dei fatti basata su una diversa valutazione delle stesse prove, un’attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione. La richiesta era, di fatto, un tentativo di ottenere un terzo giudizio sul merito della vicenda, cosa non consentita dall’ordinamento.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: un ricorso per Cassazione fondato sul travisamento della prova deve essere redatto con estrema precisione. È necessario indicare in modo specifico la prova travisata, il punto esatto in cui il giudice avrebbe commesso l’errore di percezione e come tale errore abbia avuto un’influenza decisiva sull’esito del giudizio. Tentare di mascherare una richiesta di rivalutazione del merito sotto le spoglie di un vizio di motivazione è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Che cos’è il ‘travisamento della prova’ per la Corte di Cassazione?
È un errore di percezione del giudice sul contenuto materiale di una prova (il ‘significante’), come leggere in un documento una parola per un’altra. Non è un semplice disaccordo con l’interpretazione che il giudice ha dato a quella prova (il ‘significato’).
È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove, come un alibi?
No. La valutazione dei fatti e delle prove, inclusa la credibilità di un alibi, è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione verifica solo la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.
Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile per questi motivi?
Il ricorso viene respinto. La persona che lo ha presentato viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata di tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12847 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12847 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 28/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a OSIMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 09/06/2023 della CORTE APPELLO di ANCONA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
R.G. 42554/2023
Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza con cui la Corte di appello di Ancona, in parziale riforma della pronuncia resa dal Tribunale in sede, ne ha confermato la condanna per il reato consumato di furto in abitazione pluriaggravato (capo B), dichiarando invece non doversi procedere per intervenuta prescrizione in relazione al reato di tentato furto in abitazione pluriaggravato (capo A) e conseguentemente rideterminando il trattamento sanzioNOMErio inflittole;
Considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità, deducendo il travisamento della prova, risulta inammissibilmente decliNOME, non sussistendo il denunciato travisamento probatorio, visto che la critica difensiva attinge il significato della fonte di prova ( ricostruito razionalmente dalla sentenza impugnata) e non il significante del dato probatorio. In realtà, il motivo è volto ad ottenere una inammissibile ricostruzione dei fatti mediante criteri di valutazione diversi da quelli adottati dal giudice di merito, il quale, con motivazione esente da vizi logici e giuridici, ha esplicitato le ragioni del suo convincimento (si vedano, in particolare, pagg. 10 e 11 della sentenza impugnata), stante altresì il principio secondo cui esula dai poteri della Corte di cassazione quello di una ‘rilettura’ degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, la cui valutazione è, in via esclusiva, riservata al giudice di merito (per tutte: Sez. U, n. 6402, del 30/4/1997, Dessimone, Rv. 207944); d’altro canto, la sentenza impugnata ha adeguatamente scrutiNOME le doglianze dell’appellante, sia con riguardo alla identificazione dell’imputata che all’alibi dedotto, ritenendolo indimostrato ( pg. 10 e 11);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.