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Travisamento della prova: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso basato sul vizio di travisamento della prova in un caso di abbandono di animali. L’imputato sosteneva una lettura errata delle testimonianze riguardo la sua identificazione e l’intenzionalità del gesto. La Corte ha stabilito che le censure proposte non integravano un reale travisamento della prova, ma un tentativo inammissibile di ottenere un nuovo giudizio sui fatti, confermando la condanna del tribunale di merito.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Travisamento della Prova: Quando l’Appello Diventa un Inutile Tentativo di Riesaminare i Fatti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43879 del 2024, offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso fondato sul vizio di travisamento della prova. In un caso riguardante la condanna per abbandono di animali, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, ribadendo la netta distinzione tra un errore nella valutazione della prova e un tentativo di sollecitare un nuovo giudizio di merito, non consentito in sede di legittimità. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso: L’abbandono dei cuccioli e la condanna

La vicenda processuale ha origine dalla condanna emessa dal Tribunale di Ancona nei confronti di un individuo, ritenuto colpevole del reato di abbandono di animali in concorso (artt. 110 e 727 c.p.). Nello specifico, l’uomo era stato accusato di aver gettato dei cuccioli di cane dal finestrino di un’automobile in corsa. La condanna si basava principalmente sulla testimonianza di una persona che aveva assistito alla scena, identificato il veicolo e descritto gli occupanti.

Il Ricorso in Cassazione: Travisamento della prova o dei fatti?

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione per travisamento della prova sotto due profili principali:

1. Errata identificazione: La difesa sosteneva che il Tribunale avesse erroneamente identificato l’imputato come uno degli occupanti del veicolo sulla base di un’informazione inesistente. Secondo il ricorrente, la testimonianza si limitava a una generica descrizione anagrafica, insufficiente a fondare un giudizio di colpevolezza.
2. Mancanza di dolo: Si contestava la volontarietà dell’abbandono. La difesa argomentava che la testimonianza, se correttamente interpretata, descriveva una “caduta” dei cuccioli dall’auto e non un “lancio” volontario, elemento che avrebbe escluso l’intenzionalità del reato.

In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Cassazione di rivedere la lettura delle prove testimoniali effettuata dal giudice di merito.

La Decisione della Suprema Corte: L’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il vizio di travisamento della prova, previsto dall’art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p., può essere fatto valere solo a condizioni molto specifiche. Non è sufficiente proporre una diversa e alternativa lettura delle prove, ma è necessario dimostrare che il giudice abbia utilizzato un’informazione inesistente negli atti processuali o abbia ignorato una prova decisiva, creando una frattura insanabile tra la motivazione e le risultanze processuali.

Le Motivazioni: I limiti del sindacato di legittimità sul travisamento della prova

La Corte ha spiegato che le doglianze dell’imputato non configuravano un autentico travisamento della prova, bensì un “travisamento del fatto”. Quest’ultimo consiste in una critica alla valutazione del materiale probatorio operata dal giudice di merito, chiedendo di fatto alla Cassazione di sovrapporre la propria valutazione a quella già effettuata.

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha osservato che:

– L’identificazione dell’imputato non era basata su un’informazione inesistente. Il Tribunale aveva logicamente collegato diversi elementi: l’auto era in uso esclusivo al ricorrente e la descrizione testimoniale era compatibile con la sua età anagrafica.
– La volontarietà del gesto era stata motivata in modo congruo dal giudice di merito, che aveva considerato l’intera deposizione della testimone. Quest’ultima, pur parlando inizialmente di “caduta”, aveva poi chiarito, in sede di contestazione del PM, di aver visto “gettare” i cagnolini dal veicolo in corsa. Inoltre, il comportamento successivo degli occupanti (il tentativo di recuperare gli animali solo dopo essersi accorti di essere stati visti) rafforzava la tesi dell’abbandono volontario.

I giudici hanno inoltre dichiarato inammissibile anche il motivo aggiunto relativo alla prescrizione del reato. L’inammissibilità del ricorso originario, infatti, si estende a tutti i motivi nuovi, impedendone l’esame.

Conclusioni: Implicazioni pratiche della sentenza

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Per denunciare con successo un travisamento della prova, non basta sostenere che i fatti potevano essere interpretati diversamente. È indispensabile indicare in modo specifico e inequivocabile la prova travisata (allegandola al ricorso), dimostrare la sua decisività e spiegare come essa scardini la logica della motivazione del giudice. In assenza di questi requisiti, il ricorso si risolve in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito, destinato a essere dichiarato inammissibile.

Qual è la differenza tra ‘travisamento della prova’ e ‘travisamento del fatto’ secondo la Cassazione?
Il ‘travisamento della prova’ è un vizio di legittimità che si verifica quando il giudice utilizza un’informazione inesistente o ignora una prova decisiva, ed è censurabile in Cassazione. Il ‘travisamento del fatto’ è invece una critica alla valutazione delle prove fatta dal giudice di merito, che equivale a chiedere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni, pur presentate come ‘travisamento della prova’, costituivano in realtà un tentativo di proporre una ricostruzione alternativa dei fatti e di ottenere una nuova valutazione della testimonianza, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

È possibile sollevare l’eccezione di prescrizione con un motivo aggiunto se il ricorso principale è inammissibile?
No. La sentenza chiarisce che l’inammissibilità del ricorso principale si estende anche ai motivi nuovi proposti successivamente, compresa l’eccezione di prescrizione del reato, impedendone di fatto l’esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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