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Travisamento della prova: quando il ricorso è inammissibile

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per appropriazione indebita, chiarendo i limiti del vizio di travisamento della prova. In caso di ‘doppia conforme’, non si può contestare la valutazione dei fatti già esaminati nei gradi precedenti, a meno che la prova non sia stata introdotuta per la prima volta in appello. Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Travisamento della Prova: Limiti e Inammissibilità in Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso basato sul travisamento della prova, soprattutto nei casi di “doppia conforme”. La decisione sottolinea come il sindacato di legittimità non possa trasformarsi in una terza valutazione del merito, ma debba limitarsi a verificare la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Analizziamo il caso e le importanti precisazioni fornite dai giudici.

I Fatti del Processo: Ricorso Contro la Condanna per Appropriazione Indebita

Una persona condannata in primo grado e in appello per il reato di appropriazione indebita in concorso (artt. 110 e 646 c.p.) ha presentato ricorso per cassazione. L’unico motivo di ricorso si basava sulla presunta scorrettezza della motivazione della Corte d’Appello, denunciando sia l’illogicità del ragionamento sia una violazione di legge. In particolare, la difesa sosteneva un vizio di travisamento della prova, ritenendo che i giudici di merito avessero fondato la loro decisione su una lettura errata delle risultanze processuali.

La Decisione della Corte: Focus sul Travisamento della Prova

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno ribadito principi consolidati in materia di limiti al ricorso per cassazione, fornendo chiarimenti cruciali su due aspetti principali: il vizio di motivazione e, più specificamente, il travisamento della prova.

Il Vizio di Motivazione: Limiti del Sindacato di Legittimità

La Corte ha ricordato che il controllo di legittimità sulla motivazione ha un “orizzonte circoscritto”. Non è compito della Cassazione verificare se la motivazione del giudice di merito corrisponda alle acquisizioni processuali, ma solo se esista un apparato argomentativo logico. Il vizio censurabile è quello che emerge da un palese contrasto tra lo sviluppo argomentativo della sentenza e le massime di esperienza o altre affermazioni contenute nel provvedimento stesso. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello non presentava alcuna anomalia riconducibile alla nozione di vizio di cui all’art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p.

L’Eccezione sul Travisamento della Prova e la Regola della “Doppia Conforme”

Il punto centrale della decisione riguarda la denuncia di travisamento della prova. La Cassazione ha spiegato che, in presenza di una “doppia conforme” (cioè due sentenze di merito che giungono alla medesima conclusione), questo vizio può essere dedotto solo a una condizione molto specifica. Il ricorrente deve dimostrare, con una deduzione precisa, che il dato probatorio asseritamente travisato è stato introdotto per la prima volta come oggetto di valutazione nella motivazione della sentenza di secondo grado. Poiché tale condizione non era presente nel caso in esame, il motivo è stato ritenuto inammissibile. Inoltre, i giudici hanno aggiunto che tale vizio è efficace solo se l’errore è così rilevante da “disarticolare l’intero ragionamento probatorio”, rendendolo illogico, un’ipotesi non riscontrata.

Le Motivazioni dell’Inammissibilità

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura del giudizio di cassazione, che non rappresenta un terzo grado di merito. Il ricorso è stato respinto perché le censure sollevate dalla difesa non evidenziavano vizi logici macroscopici, ma si risolvevano nel tentativo di ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove, non consentita in sede di legittimità. Le “minime incongruenze” segnalate non erano sufficienti a inficiare la completezza e la linearità complessiva della sentenza impugnata. La Corte ha quindi concluso per l’inammissibilità, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non può essere utilizzato per rimettere in discussione l’apprezzamento dei fatti compiuto dai giudici di merito, a meno che non si dimostri un’illogicità manifesta e irriducibile nel percorso argomentativo della sentenza. In particolare, il vizio di travisamento della prova in un contesto di “doppia conforme” è un’arma processuale che richiede una rigorosa e specifica allegazione, dimostrando che la prova contestata è “nuova” nel giudizio d’appello. In assenza di tali presupposti, il ricorso è destinato all’inammissibilità.

Quando si può denunciare il travisamento della prova in Cassazione in caso di “doppia conforme”?
In presenza di due sentenze di merito concordanti (doppia conforme), il vizio del travisamento della prova può essere dedotto in Cassazione solo se il ricorrente dimostra, con specifica deduzione, che il dato probatorio contestato è stato introdotto per la prima volta e valutato solo nella motivazione della sentenza di secondo grado.

Qual è il limite del controllo della Corte di Cassazione sulla motivazione di una sentenza?
Il controllo della Cassazione non è una nuova valutazione del merito, ma si limita a verificare l’esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente. Il vizio rilevante è solo quello che emerge da un palese contrasto tra le argomentazioni della sentenza e le massime di esperienza o altre affermazioni contenute nel provvedimento stesso.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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