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Travisamento della prova: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per detenzione di stupefacenti a causa di un grave errore di valutazione commesso dalla Corte d’appello. I giudici di secondo grado avevano basato la loro decisione su un quantitativo di dosi errato (46.4 invece di 28.4), un “travisamento della prova” ritenuto decisivo. La Suprema Corte ha quindi rinviato il caso per un nuovo giudizio sulla qualificazione giuridica del reato, che dovrà basarsi sui dati corretti.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Travisamento della prova: quando un errore numerico può cambiare l’esito di un processo

L’accuratezza dei dati è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario. Una sentenza deve basarsi su fatti certi e prove correttamente interpretate. Ma cosa succede quando un giudice commette un errore macroscopico, fondando la sua decisione su un’informazione palesemente errata? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33878/2025, offre una risposta chiara, affrontando un caso di travisamento della prova in materia di stupefacenti e annullando una condanna proprio a causa di un errore numerico.

I Fatti del Caso: Un Errore sul Numero di Dosi

La vicenda giudiziaria inizia con la condanna di un individuo da parte del Tribunale di Napoli per due reati: detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e falsificazione di una patente di guida. In particolare, all’imputato erano stati sequestrati 18 involucri di cocaina, che la perizia tecnica aveva quantificato in un totale di 28,4 dosi medie singole.

La sentenza di primo grado viene confermata dalla Corte d’appello. Tuttavia, nella motivazione della sentenza di secondo grado, i giudici commettono un errore cruciale: indicano il quantitativo di sostanza sequestrata in 46,4 dosi, quasi il doppio rispetto a quanto accertato. Questo dato errato si rivela decisivo, poiché la difesa aveva chiesto la derubricazione del reato nell’ipotesi più lieve del ‘fatto di lieve entità’ (prevista dall’art. 73, comma 5, T.U. Stupefacenti), istanza rigettata proprio sulla base della presunta ingente quantità di droga.

Il Ricorso in Cassazione e il concetto di Travisamento della Prova

L’imputato ricorre per cassazione, lamentando proprio la violazione di legge e il vizio di motivazione derivanti dal travisamento della prova. La difesa sostiene che la Corte d’appello non ha giudicato sulla base delle reali risultanze processuali, ma su un dato numerico inventato, che ha inevitabilmente condizionato il giudizio sulla gravità del fatto.

La Suprema Corte accoglie il ricorso, cogliendo l’occasione per ribadire i principi che regolano il vizio di travisamento. Si ha travisamento quando il giudice utilizza un’informazione inesistente o ignora una prova decisiva. Anche in presenza di due sentenze conformi nei gradi di merito, questo vizio può essere fatto valere se l’errore è così evidente e manifesto da non lasciare spazio a interpretazioni discrezionali.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha ritenuto che i presupposti per l’annullamento fossero pienamente integrati. La motivazione con cui la Corte d’appello aveva negato la qualificazione del fatto come di lieve entità si fondava ‘in maniera preponderante sul dato ponderale della sostanza detenuta’. L’errore sul numero di dosi (46,4 invece di 28,4) non era un semplice refuso, ma il perno su cui ruotava la decisione. Di conseguenza, il travisamento riguardava una prova ‘dirimente’, cioè decisiva per l’esito del giudizio.

I giudici di legittimità hanno sottolineato che un’errata percezione del dato probatorio, quando questo è l’elemento chiave della valutazione, inficia l’intero ragionamento logico-giuridico della sentenza. Per questo motivo, la decisione impugnata non poteva che essere annullata.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio per un Nuovo Giudizio

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’appello, limitatamente alla qualificazione giuridica del reato di spaccio. Il caso è stato rinviato ad un’altra sezione della stessa Corte d’appello per un nuovo giudizio. Il nuovo giudice avrà il compito di rivalutare la gravità del fatto, ma questa volta dovrà farlo partendo dal dato corretto e pacifico di 28,4 dosi. Sarà libero nella sua valutazione, ma dovrà fondarla sulla corretta prova, garantendo che la decisione finale sia ancorata alla realtà processuale e non a un errore materiale.

Cos’è il travisamento della prova?
È un vizio della sentenza che si verifica quando il giudice basa la sua decisione su un’informazione errata o inesistente negli atti del processo, oppure omette di considerare una prova decisiva che è invece presente.

Perché la sentenza è stata annullata in questo specifico caso?
La sentenza è stata annullata perché la Corte d’appello ha erroneamente indicato che le dosi di stupefacente erano 46,4 invece delle reali 28,4. Questo errore è stato ritenuto decisivo (‘dirimente’) perché ha influenzato negativamente la valutazione sulla possibilità di qualificare il reato come ‘fatto di lieve entità’.

Cosa accade dopo l’annullamento da parte della Cassazione?
Il processo non è finito. La causa torna a una diversa sezione della Corte d’appello di Napoli, che dovrà emettere una nuova sentenza limitatamente al punto annullato (la qualificazione giuridica del reato). Il nuovo giudice dovrà basare la sua valutazione sul dato corretto di 28,4 dosi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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