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Travisamento del fatto: annullata revoca della pena

La Corte di Cassazione ha annullato la revoca della detenzione domiciliare a un condannato. La decisione del Tribunale di Sorveglianza si basava su due presunte violazioni, ma la Suprema Corte ha riscontrato un vizio di travisamento del fatto, poiché una delle due violazioni era in realtà un mero errore di trascrizione nei verbali delle forze dell’ordine. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Travisamento del Fatto: Quando un Errore di Battitura Annulla la Revoca della Pena

La corretta ricostruzione dei fatti è il pilastro di ogni giusta decisione giudiziaria. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 446/2024) illumina un concetto cruciale: il travisamento del fatto. Questo vizio si verifica quando un giudice fonda la propria decisione su una premessa fattuale errata, perché basata su un’informazione inesistente o palesemente travisata dagli atti processuali. Analizziamo come un semplice errore di trascrizione abbia portato all’annullamento di un provvedimento di revoca della detenzione domiciliare.

I Fatti del Caso: Due Evasioni o un Solo Errore?

Un uomo, ammesso al beneficio della detenzione domiciliare, si vedeva revocare tale misura dal Tribunale di Sorveglianza. La ragione? Due presunte violazioni delle prescrizioni: in due distinte date, il 26 novembre 2022 e il 22 aprile 2023, l’uomo non era stato trovato presso la sua abitazione durante i controlli delle forze dell’ordine. Il Tribunale, oltre a constatare le violazioni, riteneva anche che il quadro di salute del condannato fosse migliorato e non più incompatibile con il regime carcerario.

Il Ricorso in Cassazione e il vizio di travisamento del fatto

Il condannato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale fosse incorso in un grave errore nella ricostruzione degli eventi. La difesa ha argomentato che la violazione contestata fosse in realtà una sola, quella del 22 aprile 2023. L’episodio del 26 novembre 2022, invece, non sarebbe mai avvenuto, essendo il frutto di un mero refuso, ovvero un errore di battitura, contenuto in un atto di trasmissione dei Carabinieri.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato proprio sul vizio di travisamento del fatto. Accedendo agli atti processuali (cosa possibile data la natura del vizio denunciato), i giudici supremi hanno potuto verificare la fondatezza delle argomentazioni difensive.

Dall’analisi dei documenti, è emerso che l’annotazione di servizio redatta dalle forze dell’ordine menzionava unicamente l’episodio del 22 aprile 2023, descrivendo che l’uomo non era stato trovato in casa ma era stato visto rientrare poco dopo in auto con le sue sorelle. Il riferimento alla data del 26 novembre 2022 compariva solo nella comunicazione di notizia di reato che accompagnava l’annotazione, e descriveva un fatto del tutto identico, compresi gli orari e la peculiare modalità del rientro.

Questa sovrapposizione ha reso evidente, secondo la Corte, che si trattava di un mero errore materiale di trascrizione e non di due distinti episodi di evasione. Il Tribunale di Sorveglianza aveva quindi basato la sua decisione di revoca sulla premessa, errata, dell’esistenza di due violazioni, valutando in modo più grave la condotta del condannato. Questo errore di percezione ha viziato insanabilmente la motivazione del provvedimento.

Le Conclusioni

La sentenza dimostra in modo esemplare l’importanza di un’accurata disamina degli atti processuali. Un singolo errore di battitura, un refuso, può avere conseguenze gravissime sulla libertà personale di un individuo. La Corte di Cassazione, riconoscendo il travisamento del fatto, ha annullato l’ordinanza impugnata e ha disposto il rinvio al Tribunale di Sorveglianza per un nuovo giudizio. Quest’ultimo dovrà ora rivalutare la situazione basandosi sul presupposto corretto: l’esistenza di una sola violazione, e non due. Questa decisione riafferma un principio fondamentale dello stato di diritto: le decisioni giudiziarie devono fondarsi su fatti accertati con rigore, e non su errori o sviste documentali.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza?
La Corte ha annullato l’ordinanza perché basata su un “travisamento del fatto”. Il Tribunale aveva erroneamente considerato due distinte violazioni della detenzione domiciliare, mentre dagli atti emergeva che una delle due era solo un errore di trascrizione (refuso) relativo all’unica violazione realmente avvenuta.

In cosa consiste il “travisamento del fatto” in questo caso specifico?
Consiste nell’aver creduto che il condannato fosse evaso in due diverse occasioni (26 novembre 2022 e 22 aprile 2023), quando in realtà l’esame dei documenti ha rivelato che l’episodio era uno solo, descritto due volte per un errore materiale nella comunicazione di notizia di reato.

Qual è la conseguenza pratica della decisione della Cassazione?
L’ordinanza che revocava la detenzione domiciliare è stata annullata. Il caso torna al Tribunale di Sorveglianza di Roma, che dovrà procedere a una nuova valutazione partendo dal presupposto corretto che la violazione commessa dal condannato è stata una soltanto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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