LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Trattazione scritta: quando si perde il diritto all’udienza

Un imputato, condannato per ricettazione e vendita di prodotti contraffatti, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancata concessione dell’udienza orale in appello, sostituita da una trattazione scritta. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la mancata contestazione del decreto che disponeva la trattazione scritta e la successiva presentazione di memorie difensive equivalgono a un’accettazione del rito. La Corte ha chiarito che il diritto all’udienza orale, se non eccepito tempestivamente, non può essere fatto valere successivamente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trattazione Scritta: L’inerzia della Difesa Fa Perdere il Diritto all’Udienza Orale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7972 del 2024, ha affrontato un’importante questione procedurale: cosa accade se la difesa, pur avendo richiesto la discussione orale in appello, non si oppone al successivo decreto che fissa una trattazione scritta? La risposta della Corte è netta e fornisce una lezione cruciale sull’importanza della tempestività delle eccezioni processuali. Il caso riguardava un imputato condannato per ricettazione e vendita di prodotti con marchi contraffatti.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Un uomo veniva condannato in primo e secondo grado alla pena di due mesi di reclusione e 200 euro di multa per i reati di ricettazione e detenzione a scopo di vendita di prodotti con marchi falsificati.

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Violazione del diritto di difesa: L’appellante aveva espressamente richiesto, nell’atto di appello, la discussione orale del processo. Ciononostante, la Corte d’Appello aveva disposto la trattazione scritta, in base alla normativa emergenziale, senza concedere l’udienza in presenza. Secondo la difesa, ciò costituiva una violazione dei diritti costituzionali e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
2. Violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza: Si lamentava una discordanza tra il fatto contestato (introduzione nello Stato di merci contraffatte) e quello per cui era intervenuta la condanna (detenzione per la vendita), seppur previsti dallo stesso articolo di legge.

La Decisione della Corte sulla trattazione scritta

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi. La decisione si fonda su un’attenta analisi del comportamento processuale tenuto dal difensore, che ha avuto un ruolo determinante nell’esito del giudizio.

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha stabilito che la mancata opposizione al rito scritto equivale a un’accettazione dello stesso. Sul secondo punto, ha escluso qualsiasi lesione del diritto di difesa, ritenendo che l’imputato fosse stato concretamente in grado di difendersi sui fatti oggetto della condanna finale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha articolato le sue motivazioni distinguendo nettamente le due questioni sollevate.

La Nullità Intermedia e l’Accettazione del Rito

Il cuore della decisione risiede nella qualificazione della nullità derivante dalla mancata celebrazione dell’udienza orale. La Corte, pur riconoscendo in linea di principio che la richiesta di discussione orale formulata nell’atto di appello non possa essere ignorata, ha contestualizzato tale affermazione.

Nel caso specifico, il difensore:
1. Aveva ricevuto la notifica del decreto di citazione che fissava la trattazione scritta e avvertiva della possibilità di chiedere la discussione orale entro 15 giorni prima dell’udienza.
2. Nonostante la precedente richiesta, non ha formulato alcuna eccezione né reiterato l’istanza dopo aver ricevuto tale avviso.
3. Anzi, dopo aver ricevuto le conclusioni scritte del Procuratore Generale, ha depositato una propria memoria scritta e un’istanza di liquidazione dei compensi, di fatto partecipando attivamente al rito cartolare.

Questo comportamento, secondo la Cassazione, manifesta la volontà di accettare il rito adottato dalla Corte. La potenziale nullità, quindi, non è assoluta, ma rientra nel cosiddetto “regime intermedio”: deve essere eccepita dalla parte interessata prima del compimento dell’atto o, se non è possibile, immediatamente dopo. L’inerzia del difensore ha sanato il vizio procedurale, impedendo che potesse essere fatto valere in sede di legittimità.

Correlazione tra Accusa e Sentenza: Nessuna Lesione della Difesa

Anche il secondo motivo è stato ritenuto infondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato: si ha una violazione del diritto di difesa solo quando la trasformazione del fatto contestato è così radicale da pregiudicare concretamente la possibilità dell’imputato di difendersi.

Nel caso di specie, l’intera istruttoria dibattimentale si era concentrata sulla condotta di detenzione per la vendita dei prodotti contraffatti. Inoltre, la descrizione di tale condotta era già contenuta nel capo d’imputazione relativo alla ricettazione. Pertanto, l’imputato era pienamente consapevole dell’oggetto dell’accusa e ha avuto ogni possibilità di articolare le proprie argomentazioni difensive su quel fatto specifico. La non perfetta corrispondenza letterale tra il capo d’imputazione e la sentenza non ha quindi leso in alcun modo le prerogative della difesa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa sentenza offre un importante monito per gli operatori del diritto: i diritti processuali devono essere esercitati e difesi con attenzione e tempestività. La richiesta di un’udienza orale, pur essendo un diritto fondamentale, non può essere considerata acquisita per sempre se le successive comunicazioni del giudice indicano un percorso diverso. L’inerzia o la partecipazione a un rito non contestato possono essere interpretate come un’acquiescenza, precludendo future lamentele. È quindi essenziale che il difensore monitori attentamente ogni fase del procedimento e sollevi immediatamente ogni eccezione per salvaguardare pienamente i diritti del proprio assistito.

Se richiedo l’udienza orale nell’atto di appello, la Corte è obbligata a concederla?
In linea di principio, la richiesta non può essere ignorata. Tuttavia, come chiarisce questa sentenza, se successivamente la Corte fissa una trattazione scritta e la difesa non solleva alcuna eccezione, partecipando anzi al rito cartolare, tale comportamento viene interpretato come un’accettazione della procedura scritta, sanando ogni potenziale nullità.

Cosa succede se, dopo aver chiesto l’udienza orale, non contesto il decreto che fissa la trattazione scritta?
Secondo la Corte, la mancata contestazione del decreto che fissa la trattazione scritta e la successiva partecipazione attiva al procedimento (ad esempio, depositando memorie) comportano la perdita del diritto di eccepire la nullità della sentenza per mancata celebrazione dell’udienza orale. La nullità è considerata ‘a regime intermedio’ e deve essere eccepita immediatamente.

Quando una modifica dell’accusa in sentenza viola il diritto di difesa?
La violazione del diritto di difesa si verifica solo quando vi è una trasformazione radicale degli elementi essenziali del fatto contestato, tale da creare un’incertezza sull’oggetto dell’imputazione e un reale pregiudizio per la difesa. Se l’imputato, attraverso l’iter del processo e l’istruttoria, è stato messo in condizione di difendersi concretamente sul fatto per cui è stato condannato, non sussiste alcuna violazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati