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Trasporto stupefacenti uso personale: quando non è reato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15485/2025, ha annullato una condanna per trasporto di stupefacenti. La Corte ha stabilito che quando il trasporto è strettamente legato alla detenzione per consumo personale, non costituisce un reato autonomo. Secondo i giudici, il trasporto stupefacenti uso personale viene assorbito nella condotta, non penalmente rilevante, della detenzione a fini individuali, a condizione che non emergano elementi che indichino una destinazione allo spaccio.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasporto Stupefacenti Uso Personale: La Cassazione Chiarisce Quando Non È Reato

Il tema del trasporto stupefacenti uso personale è da sempre al centro di dibattiti giuridici. È possibile essere condannati per trasporto di droga, anche se è stato accertato che quella stessa sostanza era destinata esclusivamente al proprio consumo? Con la recente sentenza n. 15485/2025, la Corte di Cassazione torna sulla questione, fornendo un’interpretazione fondamentale basata sul principio di assorbimento.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un giovane condannato in primo e secondo grado per il reato di trasporto di sostanze stupefacenti (eroina e hashish). Curiosamente, nello stesso procedimento, l’imputato era stato assolto dall’accusa di acquisto delle medesime sostanze, poiché il giudice aveva ritenuto che l’acquisto fosse finalizzato all’uso personale, una condotta che non costituisce reato. La sostanza era stata rinvenuta occultata in un vano ricavato sotto il bracciolo del guidatore dell’auto.

L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel considerare il trasporto un reato autonomo. Secondo la difesa, il trasporto era una mera conseguenza logica e materiale della detenzione per uso personale e, pertanto, avrebbe dovuto essere considerato non punibile, esattamente come l’acquisto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna. I giudici hanno ritenuto fondate le argomentazioni della difesa, ribadendo un principio già espresso in precedenti pronunce. La decisione si fonda su un’attenta analisi del rapporto tra la condotta di trasporto e quella di detenzione per fini personali.

Le motivazioni della Corte sul trasporto stupefacenti uso personale

La Cassazione ha affermato che la condotta di trasporto di sostanza stupefacente condivide con la detenzione un elemento fondamentale: la disponibilità di fatto della sostanza. Di conseguenza, quando un soggetto detiene la droga per uso personale e, contestualmente, la porta con sé (ad esempio, in auto), l’azione del trasporto non può essere considerata un reato separato.

Il ragionamento giuridico si basa sul principio di assorbimento: la condotta di trasporto stupefacenti uso personale, in questo contesto, viene “assorbita” dalla condotta lecita (ai fini penali) di detenzione per uso individuale. In altre parole, il trasporto diventa una modalità attraverso cui si realizza la detenzione personale. Se la legge non punisce penalmente chi detiene una modica quantità di droga per sé, non può punire chi, per la stessa finalità, la sposta da un luogo all’altro.

La Corte cita un proprio precedente (sentenza n. 28919 del 2013), rafforzando l’idea che il trasporto è penalmente irrilevante quando è strettamente funzionale e connesso al consumo personale. Diversa sarebbe stata la valutazione se fossero emersi elementi indicativi di una destinazione allo spaccio, come un quantitativo ingente, il possesso di strumenti per il confezionamento o contatti con altri soggetti.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un importante principio di diritto: il semplice trasporto di sostanze stupefacenti non è automaticamente un reato. È necessario valutare il contesto complessivo. Se le circostanze dimostrano che la sostanza è destinata al solo consumo personale, il trasporto perde la sua autonomia come fattispecie delittuosa e rientra nella sfera della detenzione per uso personale, che comporta sanzioni amministrative ma non penali. La decisione sottolinea la necessità per i giudici di merito di non fermarsi alla mera azione materiale (il trasporto), ma di indagare sempre la finalità della condotta per garantire una corretta applicazione della legge.

Trasportare droga per uso personale è sempre reato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il trasporto di sostanze stupefacenti non è reato se è strettamente e unicamente funzionale alla detenzione per uso personale. In tal caso, la condotta di trasporto viene assorbita in quella di detenzione, che non è penalmente rilevante.

Qual è la differenza tra detenzione per uso personale e trasporto di stupefacenti ai fini penali?
La detenzione per uso personale non è un reato, ma un illecito amministrativo. Il trasporto di stupefacenti è, in linea di principio, un reato previsto dall’art. 73 del d.P.R. 309/1990. Tuttavia, questa sentenza chiarisce che se il trasporto è solo una modalità della detenzione per uso personale (ad esempio, portare con sé la sostanza acquistata), non si configura un reato autonomo.

Cosa significa che la condotta di trasporto viene “assorbita” in quella di detenzione?
Significa che il trasporto perde la sua autonoma rilevanza penale perché è considerato una parte inscindibile della condotta principale, che è la detenzione per uso personale. Poiché la detenzione per uso personale non è un reato, anche l’azione accessoria e funzionale del trasporto non viene punita penalmente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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