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Trasporto migranti pericoloso: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il caso riguarda un trasporto migranti pericoloso, con dodici persone stipate in un’auto. La Corte ha ritenuto sussistente l’aggravante del pericolo concreto, specificando che tale aggravante non può essere bilanciata con le attenuanti generiche, rendendo impossibile sia la riduzione della pena che la sua sospensione condizionale.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasporto Migranti Pericoloso: Quando l’Aggravante Impedisce la Sospensione della Pena

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato la gravità del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, specialmente quando si configura un trasporto migranti pericoloso. Con la sentenza n. 37178/2024, i giudici hanno chiarito che l’aggravante legata al pericolo concreto per la vita e l’incolumità dei trasportati non solo giustifica una pena severa, ma preclude anche la possibilità di bilanciarla con eventuali attenuanti, chiudendo le porte alla sospensione condizionale della pena.

I Fatti del Caso: Un Viaggio Rischioso

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Gorizia e confermata dalla Corte di Appello di Trieste. Un uomo è stato giudicato colpevole di aver favorito l’ingresso illegale nel territorio italiano di un gruppo di persone. La modalità del trasporto è stata l’elemento centrale del processo: ben dodici persone sono state stipate all’interno di un’unica autovettura, un numero di passeggeri di gran lunga superiore a quello per cui il veicolo era omologato. Alcuni migranti erano stati sistemati persino nel bagagliaio, privi di qualsiasi presidio di sicurezza.
La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che tali condizioni non avessero creato un pericolo concreto per l’incolumità dei trasportati e chiedendo, di conseguenza, l’esclusione della relativa aggravante, il riconoscimento delle attenuanti generiche come prevalenti e una riduzione della pena che potesse consentire la concessione della sospensione condizionale.

La Decisione della Corte: Ricorso Respinto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando integralmente la sentenza di condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione e 220.000 euro di multa. I giudici hanno ritenuto che la motivazione della Corte di Appello fosse logica, coerente e adeguatamente fondata sugli elementi emersi durante il processo.

Le Motivazioni: Il Pericolo Concreto nel Trasporto Migranti Pericoloso

Il fulcro della decisione della Cassazione risiede nella valutazione della circostanza aggravante prevista dall’art. 12, comma 3 bis, del D.Lgs. 286/1998. La Corte ha spiegato che le modalità del trasporto costituivano, senza alcun dubbio, una situazione di pericolo effettivo e concreto per la vita delle persone.

L’Aggravante del Pericolo e il Divieto di Bilanciamento

I giudici hanno sottolineato come il sovraccarico del veicolo e la sistemazione di persone nel bagagliaio, in assenza dei dispositivi di sicurezza previsti dal codice della strada, esponevano i migranti a un rischio tangibile. Questa condizione di pericolo era direttamente funzionale al conseguimento dell’ingresso illegale in Italia.
L’aspetto giuridico cruciale evidenziato dalla Corte è che la sussistenza di questa specifica aggravante fa scattare il cosiddetto “divieto di bilanciamento”, previsto dal comma 3 quater dello stesso articolo 12. Ciò significa che il giudice non può considerare le circostanze attenuanti generiche come prevalenti o equivalenti a tale aggravante. Di conseguenza, la richiesta della difesa di rideterminare la pena e di concedere la sospensione condizionale è stata ritenuta inconferente e priva di fondamento giuridico.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce la linea dura dell’ordinamento nei confronti di chi specula sulla disperazione altrui, mettendo a rischio la vita delle persone. Le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Prova del pericolo: Non è necessario che si verifichi un incidente per configurare l’aggravante; è sufficiente che le modalità di trasporto creino una situazione oggettiva di rischio concreto per l’incolumità.
2. Pena severa: La presenza di tale aggravante impedisce sconti di pena derivanti da un giudizio di bilanciamento favorevole all’imputato.
3. Nessuna sospensione: Una condanna basata su questa aggravante difficilmente potrà beneficiare della sospensione condizionale, data l’impossibilità di ridurre la pena al di sotto dei limiti di legge previsti per tale beneficio.

In cosa consiste l’aggravante del trasporto di migranti in condizioni di pericolo?
Consiste nel trasportare persone per favorirne l’ingresso o la permanenza illegale in Italia in condizioni che costituiscono un pericolo concreto per la loro vita o incolumità. Nel caso specifico, il sovraccarico di un’autovettura con dodici persone, alcune delle quali nel bagagliaio e senza dispositivi di sicurezza, è stato ritenuto sufficiente a integrare tale aggravante.

L’aggravante del trasporto migranti pericoloso può essere bilanciata con le attenuanti generiche?
No. La legge (art. 12, comma 3 quater, D.Lgs. 286/1998) prevede un esplicito divieto di bilanciamento. Questo significa che il giudice non può considerare le circostanze attenuanti generiche come equivalenti o prevalenti rispetto a questa specifica aggravante, che quindi avrà sempre un peso maggiore nella determinazione della pena.

Perché in questo caso non è stata concessa la sospensione condizionale della pena?
A causa del divieto di bilanciamento, non è stato possibile ridurre la pena applicata (quattro anni e otto mesi) al di sotto del limite massimo previsto dalla legge per la concessione della sospensione condizionale. La severità della sanzione, giustificata dalla gravità dei fatti e dalla presenza dell’aggravante, ha reso inapplicabile il beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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