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Trasferimento fraudolento: quando non serve la sproporzione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che negava il sequestro preventivo di alcune tabaccherie, oggetto di un presunto trasferimento fraudolento di valori. La Corte ha chiarito che, per la configurabilità di questo reato, non è necessario provare la sproporzione tra il valore dei beni e il reddito del soggetto, a differenza di quanto richiesto per alcune misure di prevenzione patrimoniale. Gli elementi sufficienti sono l’attribuzione fittizia dei beni a terzi e il dolo specifico di eludere le normative in materia di prevenzione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasferimento Fraudolento di Valori: La Cassazione Chiarisce i Requisiti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione interviene a fare chiarezza su un punto cruciale del reato di trasferimento fraudolento di valori (art. 512-bis c.p.). La Corte ha stabilito che, per integrare tale delitto, non è necessario dimostrare la sproporzione tra i beni intestati fittiziamente e il reddito del soggetto agente. Questa pronuncia distingue nettamente gli elementi costitutivi del reato penale dai presupposti richiesti per l’applicazione di alcune misure di prevenzione patrimoniali.

I Fatti del Caso: L’Intestazione Fittizia di Tabaccherie

Il caso trae origine da un’indagine della Procura della Repubblica, che aveva ipotizzato a carico di un soggetto il reato di trasferimento fraudolento di valori. Secondo l’accusa, l’indagato, già condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, avrebbe fittiziamente intestato a terzi le licenze di tre tabaccherie al fine di sottrarle a possibili misure di prevenzione patrimoniale. La Procura aveva quindi richiesto il sequestro preventivo di tali attività commerciali.

La Decisione dei Giudici di Merito e l’Errore sulla Sproporzione

Sia il Giudice per le Indagini Preliminari che, in seguito, il Tribunale in sede di appello cautelare avevano rigettato la richiesta di sequestro. La motivazione principale del Tribunale si basava sulla mancata prova di un elemento ritenuto essenziale: la sproporzione tra il reddito dichiarato dall’indagato (o le sue attività economiche) e il valore delle tabaccherie acquistate e gestite. In sostanza, i giudici di merito avevano subordinato la configurabilità del reato alla dimostrazione che l’indagato non potesse giustificare la provenienza delle risorse utilizzate per l’investimento.

L’Analisi della Cassazione sul Trasferimento Fraudolento di Valori

La Procura ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando un’erronea applicazione dell’art. 512-bis c.p. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, definendo “frutto di malgoverno della fattispecie incriminatrice” il ragionamento del Tribunale.

La Distinzione tra Reato e Misura di Prevenzione

Il punto centrale della decisione è la netta distinzione tra il piano del diritto penale e quello delle misure di prevenzione. La Cassazione ha chiarito che il requisito della sproporzione patrimoniale è tipico di alcune misure di prevenzione previste dal cosiddetto “codice antimafia” (d.lgs. 159/2011), ma non costituisce un elemento costitutivo del reato di trasferimento fraudolento di valori.

Gli Elementi Costitutivi del Reato

Secondo la Corte, per la sussistenza del delitto di cui all’art. 512-bis c.p. sono sufficienti due elementi:

1. L’elemento oggettivo: la fittizia attribuzione ad altri di denaro, beni o altre utilità.
2. L’elemento soggettivo: il dolo specifico, ovvero la finalità di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

Non è quindi richiesto che i beni siano di provenienza illecita o che il loro valore sia sproporzionato rispetto alle capacità economiche del soggetto.

Le Motivazioni della Sentenza

Nelle motivazioni, la Corte di Cassazione ha evidenziato come il Tribunale abbia confuso il piano oggettivo del reato (il trasferimento fittizio) con quello soggettivo (la finalità elusiva), ritenendo peraltro quest’ultimo sussistente. L’errore è stato pretendere, per la configurazione del “fumus” del reato, un presupposto (la sproporzione) che la norma incriminatrice non prevede. La Corte ha inoltre ribadito che il delitto può essere commesso anche prima che un procedimento di prevenzione sia formalmente iniziato, essendo sufficiente che l’agente possa fondatamente presumerne l’avvio.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza ha importanti implicazioni pratiche. Semplifica l’onere probatorio per l’accusa nei procedimenti per trasferimento fraudolento di valori, focalizzando l’attenzione sull’effettiva simulazione dell’intestazione e sull’intento elusivo dell’agente. Questa decisione rafforza gli strumenti di contrasto all’occultamento di patrimoni illeciti, chiarendo che l’obiettivo della norma è colpire la condotta fraudolenta in sé, a prescindere dalla dimostrazione di una sproporzione patrimoniale che attiene, invece, a un diverso ambito normativo. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza impugnata, rinviando il caso al Tribunale per un nuovo esame che tenga conto dei corretti principi di diritto enunciati.

Per configurare il reato di trasferimento fraudolento di valori, è necessario dimostrare che i beni trasferiti sono sproporzionati rispetto al reddito del soggetto?
No. Secondo la sentenza della Corte di Cassazione, la sproporzione tra il valore dei beni e il reddito o l’attività economica del soggetto non è un elemento richiesto per la sussistenza del reato di cui all’art. 512-bis cod. pen. È sufficiente l’attribuzione fittizia dei beni a terzi.

Quando può essere commesso il reato di trasferimento fraudolento di valori?
Il reato può essere commesso anche da chi non è ancora sottoposto a misure di prevenzione patrimoniali e persino prima che il relativo procedimento sia iniziato. È sufficiente che l’interessato possa fondatamente presumere l’avvio di un tale procedimento e agisca con lo scopo di eluderlo.

Qual è l’elemento soggettivo richiesto per il reato di trasferimento fraudolento di valori?
È richiesto il dolo specifico, che consiste nella precisa finalità di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale. L’agente deve compiere il trasferimento fittizio proprio con lo scopo di sottrarre i beni a eventuali provvedimenti ablativi dello Stato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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