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Trasferimento fraudolento di valori: il dolo specifico

La Corte di Cassazione conferma la condanna per trasferimento fraudolento di valori a carico di un socio occulto. La sentenza chiarisce che per il concorso nel reato non è necessario condividere il fine di eludere le misure di prevenzione, ma è sufficiente la consapevolezza che un altro concorrente agisca con tale scopo. Anche la mera prevedibilità di future misure di prevenzione è sufficiente a configurare l’illecito, senza che sia necessario un procedimento già avviato.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasferimento Fraudolento di Valori: Consapevolezza e Concorso nel Reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sul reato di trasferimento fraudolento di valori, disciplinato dall’art. 512-bis del codice penale. La decisione analizza in dettaglio i requisiti del dolo specifico nel caso di concorso di persone nel reato, stabilendo che la semplice consapevolezza della finalità elusiva di un socio è sufficiente per configurare la responsabilità penale anche a carico di chi non persegue direttamente quello scopo. Questo principio ha profonde implicazioni per chiunque si trovi a operare in contesti societari complessi, specialmente in presenza di partner con profili di rischio.

Il Caso: Un’Operazione Immobiliare e i Soci Occulti

Il caso esaminato riguardava un’operazione economica finalizzata all’acquisto di un ingente complesso immobiliare. Per realizzarla, veniva utilizzata una società le cui quote erano fittiziamente intestate a dei prestanome. I reali gestori e soci occulti dell’operazione erano due imprenditori. Uno di questi, a causa dei suoi precedenti e delle sue frequentazioni con ambienti della criminalità organizzata, era un soggetto a rischio di subire misure di prevenzione patrimoniale.

L’altro socio, l’imputato nel processo, pur non essendo direttamente a rischio di misure di prevenzione, è stato condannato in primo e secondo grado per concorso nel reato di trasferimento fraudolento di valori. La Corte d’Appello aveva ritenuto che egli fosse pienamente consapevole che l’intera architettura societaria, con l’uso di prestanome, fosse finalizzata a schermare il patrimonio del coimputato da eventuali aggressioni da parte dello Stato.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo diverse argomentazioni. In primo luogo, si affermava che l’utilizzo di una società fosse una necessità economica per l’operazione e non un mero espediente fraudolento. Inoltre, si contestava la sussistenza dell’elemento soggettivo (il dolo), asserendo che l’imputato non avesse l’intenzione specifica di eludere le misure di prevenzione. Si sottolineava anche che, al momento dell’operazione, non esisteva alcun procedimento di prevenzione avviato nei confronti del socio, rendendo quindi l’elusione un’ipotesi astratta.

Infine, la difesa lamentava un travisamento delle prove, in particolare delle intercettazioni telefoniche, che a suo dire non dimostravano la conoscenza da parte dell’imputato delle frequentazioni illecite del suo partner commerciale.

La Decisione della Cassazione sul Trasferimento Fraudolento di Valori

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e confermando la condanna. La sentenza si basa su principi giuridici consolidati e ne chiarisce l’applicazione pratica, fornendo un’analisi dettagliata degli elementi costitutivi del reato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono state articolate e precise. I giudici hanno chiarito alcuni punti fondamentali:

1. Il Dolo Specifico nel Concorso di Persone: Il punto cruciale della decisione riguarda la configurazione del dolo nel concorso di persone. La Corte ha ribadito che, nel reato di trasferimento fraudolento di valori, non è necessario che tutti i concorrenti siano animati dal dolo specifico di eludere le misure di prevenzione. È sufficiente che almeno uno dei concorrenti agisca con tale finalità e che gli altri ne siano consapevoli. Nel caso di specie, l’imputato era a conoscenza dei precedenti e delle frequentazioni del suo socio, e quindi consapevole che lo schermo societario serviva a proteggere quest’ultimo da future misure patrimoniali. Questa consapevolezza è stata ritenuta sufficiente per integrare la sua responsabilità a titolo di concorso.

2. Irrilevanza di Finalità Concorrenti: La Cassazione ha specificato che la presenza di motivazioni economiche lecite per l’operazione non esclude la natura fraudolenta del trasferimento. Se l’operazione è anche finalizzata a sottrarre beni a misure di prevenzione, il reato sussiste, indipendentemente da altri scopi imprenditoriali.

3. La Prevedibilità della Misura di Prevenzione: È stato confermato un orientamento giurisprudenziale costante secondo cui il reato può essere commesso anche prima che un procedimento di prevenzione sia formalmente avviato. È sufficiente che l’interessato possa fondatamente presumere l’avvio di un tale procedimento. La storia criminale e le frequentazioni del socio rendevano tale eventualità non solo possibile, ma concretamente prevedibile.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un’interpretazione rigorosa della normativa sul trasferimento fraudolento di valori, con importanti implicazioni pratiche. La decisione sottolinea che la responsabilità penale può estendersi a chiunque partecipi a un’operazione economica con la consapevolezza delle finalità illecite di un altro partner, anche se non le condivide attivamente. La ‘buona fede’ non può essere invocata quando si è a conoscenza del rischio che l’operazione serva a schermare beni da misure di prevenzione. Questo impone un dovere di diligenza e attenzione nella scelta dei partner commerciali e nella strutturazione delle operazioni societarie, poiché l’ignoranza voluta o la semplice accettazione del rischio non mettono al riparo da gravi conseguenze penali.

Per essere condannati per concorso in trasferimento fraudolento di valori, è necessario avere lo stesso scopo illecito di chi vuole eludere le misure di prevenzione?
No. Secondo la sentenza, per rispondere a titolo di concorso è sufficiente che almeno uno dei concorrenti agisca con il dolo specifico di eludere le misure di prevenzione e che gli altri concorrenti siano consapevoli di tale finalità, anche se non la perseguono direttamente.

Il reato di trasferimento fraudolento di valori può essere commesso anche se non è ancora stata applicata alcuna misura di prevenzione patrimoniale?
Sì. La Corte ha confermato che il reato può essere commesso anche prima che il procedimento di prevenzione sia iniziato. È sufficiente che l’interessato possa fondatamente presumere, in base alla sua situazione, il futuro avvio di tale procedimento.

Avere anche delle finalità lecite, come un legittimo interesse economico, esclude la responsabilità per trasferimento fraudolento di valori?
No. La sentenza chiarisce che la presenza di finalità economiche concorrenti e lecite non esclude il reato. Se l’operazione è strutturata anche con lo scopo di sottrarre beni a possibili misure di prevenzione, la responsabilità penale sussiste.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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