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Traffico di stupefacenti: quando è reato minore?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato che chiedeva la riqualificazione del reato di associazione per delinquere in traffico di stupefacenti di lieve entità. La Corte ha stabilito che una struttura organizzativa complessa, con approvvigionamento continuo, centralino telefonico e basi logistiche, è incompatibile con la fattispecie di minore gravità, anche se le singole cessioni riguardano piccole quantità.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traffico di Stupefacenti: Quando l’Organizzazione Esclude la Lieve Entità?

La distinzione tra reati maggiori e minori è un tema centrale nel diritto penale, specialmente in materia di stupefacenti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui criteri per definire il traffico di stupefacenti di lieve entità, sottolineando come la complessità organizzativa di un gruppo criminale possa essere decisiva per escludere questa qualificazione giuridica più favorevole. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne i principi e le implicazioni.

I Fatti del Caso: Un’Associazione Ben Strutturata

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Roma nei confronti di un soggetto indagato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (art. 74 d.P.R. 309/1990) e per diversi episodi di spaccio (art. 73 dello stesso decreto). L’indagine aveva portato alla luce un’organizzazione criminale composta da cittadini albanesi, ben radicata sul territorio romano e con contatti diretti con un fornitore principale in Albania, denominato “Figura”.

L’associazione dimostrava un’elevata capacità operativa, caratterizzata da:

* Approvvigionamento continuo e sistematico di cocaina.
* Una distribuzione capillare in specifiche zone di Roma.
* Un “centralino” telefonico per coordinare gli incontri tra spacciatori e clienti.
* Basi logistiche in strutture ricettive (bed and breakfast) per gli spacciatori, pronti a essere sostituiti e a rientrare in Albania in caso di necessità.
* Uso di numerosi telefoni dedicati per le comunicazioni interne ed esterne.

La Tesi Difensiva: Si Tratta di Traffico di Stupefacenti di Lieve Entità?

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che le attività del gruppo dovessero essere ricondotte all’ipotesi di traffico di stupefacenti di lieve entità (prevista dall’art. 74, comma 6). Secondo il ricorrente, l’associazione era stata creata al solo fine di commettere fatti di modesta gravità. Le cessioni, infatti, riguardavano quantitativi destinati al consumo personale di acquirenti abituali. La presenza di telefoni dedicati e di alloggi temporanei non sarebbe stata, a loro avviso, un elemento sufficiente a escludere la minore gravità del reato.

La Decisione della Cassazione: I Criteri per la Lieve Entità

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. I giudici hanno ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: la fattispecie associativa “minore” è configurabile solo a condizione che i membri del gruppo abbiano programmato esclusivamente la commissione di fatti di lieve entità, predisponendo modalità strutturali e operative incompatibili con reati di maggiore gravità.

Le Motivazioni

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la struttura dell’organizzazione fosse del tutto incompatibile con l’ipotesi della lieve entità. Gli elementi valorizzati dai giudici di merito e confermati in sede di legittimità sono stati:

1. Elevato Livello Organizzativo: La presenza di un coordinamento centrale (“centralino”), la gestione logistica degli spacciatori tramite bed and breakfast e la capacità di sostituirli rapidamente dimostrano una pianificazione e una raffinatezza che vanno oltre la soglia della lieve entità.
2. Capacità Operativa: La robusta capacità dell’associazione di rispondere agilmente alla domanda, di reagire alle emergenze investigative e di rifornirsi costantemente di sostanza stupefacente e di “manovalanza” è sintomo di un’attività criminale strutturata e non occasionale o modesta.
3. Continuità e Sistemicità: L’associazione non operava in modo sporadico, ma garantiva un approvvigionamento continuo e sistematico, soddisfacendo le esigenze di una clientela numerosa e affezionata. Ciò implica una solidità economica e logistica che contrasta con la nozione di “fatto lieve”.

In sostanza, la Corte ha concluso che la capacità di assoldare più venditori operanti simultaneamente, di gestire una rete di clienti e di disporre di strutture e supporti logistici esclude categoricamente che l’associazione fosse finalizzata unicamente a commettere reati di lieve entità.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un punto fondamentale: per valutare la sussistenza del traffico di stupefacenti di lieve entità in forma associativa, non bisogna guardare solo alla quantità delle singole dosi vendute, ma è necessario analizzare l’intera struttura organizzativa. Un’associazione dotata di una solida capacità operativa, mezzi sofisticati e una pianificazione strategica non potrà beneficiare della qualificazione di lieve entità, poiché la sua stessa esistenza rappresenta un pericolo sociale significativo, indipendentemente dalla dimensione delle singole transazioni di spaccio. La decisione funge da monito, chiarendo che la complessità e la stabilità dell’apparato criminale sono gli indicatori principali per distinguere tra criminalità organizzata e forme di delinquenza meno strutturate.

Quando un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti può essere considerata di ‘lieve entità’?
Secondo la Corte, ciò è possibile solo a condizione che i membri abbiano programmato esclusivamente la commissione di fatti di lieve entità, predisponendo modalità strutturali e operative incompatibili con fatti di maggiore gravità.

La vendita di piccole dosi a singoli consumatori è sufficiente a qualificare il reato come di lieve entità?
No. La sentenza chiarisce che la natura delle singole cessioni non è l’unico elemento da considerare. La capacità organizzativa complessiva, la continuità dell’approvvigionamento e la struttura logistica dell’associazione sono fattori determinanti che possono escludere la lieve entità.

Quali elementi organizzativi, nel caso specifico, hanno escluso la configurabilità del reato di lieve entità?
La Corte ha evidenziato la presenza di una struttura complessa, caratterizzata da: un ‘centralino’ telefonico per coordinare lo spaccio, l’uso di bed and breakfast come basi logistiche per gli spacciatori, la capacità di sostituirli rapidamente, un approvvigionamento continuo e sistematico di droga e la disponibilità di numerosi telefoni dedicati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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