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Traffico di droga: quando è reato consumato?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due fratelli condannati per traffico di droga. La sentenza chiarisce che il reato è consumato, e non solo tentato, quando si passa alla fase esecutiva di un accordo per l’acquisto e il trasporto di stupefacenti, anche se gli imputati non entrano in possesso materiale della sostanza, che viene sequestrata al corriere. La Corte ha ritenuto irrilevante la diversa qualificazione del ruolo degli imputati (da acquirenti a intermediari) e ha confermato la gravità del fatto, escludendo l’ipotesi di lieve entità data l’ingente quantità di droga.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traffico di Droga: Tentativo o Reato Consumato? La Cassazione Chiarisce

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto penale: la distinzione tra reato tentato e reato consumato nel traffico di droga. Il caso esaminato riguarda due fratelli condannati per aver organizzato l’importazione di un ingente quantitativo di cocaina, senza però mai ottenerne la disponibilità materiale a causa dell’arresto del corriere. La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, fornendo importanti chiarimenti su quando un’operazione illecita si considera pienamente realizzata.

I Fatti del Processo: un Carico di Stupefacenti Intercettato

Il processo trae origine da una vasta indagine che ha portato alla luce un’operazione di importazione di oltre 5,6 kg di cocaina destinata al mercato toscano. Due fratelli sono stati identificati come gli organizzatori dell’operazione, con il ruolo di intermediari. La loro responsabilità è stata provata sulla base di intercettazioni telefoniche e messaggi che documentavano i contatti febbrili per coordinare l’arrivo di un corriere.

Le forze dell’ordine, seguendo le indicazioni emerse dalle intercettazioni, hanno rintracciato il corriere al luogo dell’appuntamento, trovandolo in possesso dell’ingente carico di droga suddiviso in panetti. I contatti tra i due fratelli sono proseguiti anche dopo l’arresto, manifestando preoccupazione per l’accaduto e accordandosi su una versione dei fatti da fornire. Le indagini hanno inoltre accertato il trasferimento di 5.000 euro, interpretato dai giudici come il compenso destinato al corriere per il trasporto.

Condannati in primo e secondo grado, i due fratelli hanno proposto ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni giuridiche.

I Motivi del Ricorso e la Risposta della Corte

La difesa ha articolato il ricorso su cinque punti principali, tutti respinti dalla Suprema Corte:

1. Mancanza di correlazione tra accusa e sentenza: I ricorrenti lamentavano che la loro qualifica era cambiata da ‘acquirenti’ in primo grado a ‘intermediari’ in appello. La Corte ha ritenuto il motivo infondato, specificando che il nucleo del fatto contestato (ricevere la sostanza dal corriere per immetterla sul mercato) era rimasto invariato.
2. Travisamento della prova: La difesa ha contestato la ricostruzione dei fatti, in particolare la causale del pagamento di 5.000 euro. La Cassazione ha dichiarato il motivo inammissibile, ribadendo che la valutazione delle prove è compito dei giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se la motivazione è logica e coerente.
3. Configurabilità del reato tentato: Il punto centrale del ricorso era la richiesta di qualificare il fatto come tentato traffico di droga, dato che i fratelli non avevano mai avuto la materiale disponibilità della sostanza. Questo motivo è stato giudicato inammissibile perché reiterativo di una censura già respinta in appello.

Le Motivazioni della Cassazione sul traffico di droga consumato

La Corte ha chiarito un principio fondamentale: il reato non era in una fase di trattativa, ma in una fase pienamente esecutiva di un accordo già concluso. L’accordo prevedeva l’acquisto e il trasporto dello stupefacente, e le azioni degli imputati (contatti con il corriere, pagamento) erano atti esecutivi di tale accordo. Pertanto, il delitto si considera consumato nel momento in cui ha inizio l’esecuzione del patto criminale, a prescindere dal fatto che la consegna vada a buon fine.

4. Mancata qualificazione come fatto di lieve entità: La difesa chiedeva la derubricazione del reato. La Corte ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, sottolineando che l’ingente quantità di sostanza sequestrata (oltre 5,6 kg) e le modalità organizzate dell’azione (coinvolgimento di più persone, uso di veicoli e telefoni) denotavano una particolare gravità, incompatibile con l’ipotesi lieve.

5. Mancato riconoscimento dell’attenuante della minima partecipazione: Questo motivo è stato dichiarato inammissibile perché non era stato sollevato nei precedenti gradi di giudizio.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

La decisione della Corte di Cassazione consolida un importante orientamento giurisprudenziale. Nel contesto del traffico di droga, e in particolare nei reati a concorso di persone, la consumazione del delitto non è necessariamente legata al conseguimento della materiale disponibilità della sostanza. Quando l’accordo criminoso è stato definito e le parti passano alla sua esecuzione – attraverso l’organizzazione del trasporto, i contatti con il corriere o il pagamento del prezzo – il reato è già perfezionato in tutti i suoi elementi costitutivi.

Questa sentenza ribadisce inoltre i limiti del giudizio di legittimità: la Cassazione non può riesaminare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, ma solo verificare la correttezza logica e giuridica della loro motivazione. Un principio che rafforza la stabilità delle decisioni prese nei primi due gradi di giudizio quando supportate da un apparato probatorio e argomentativo solido.

Quando si considera consumato il reato di traffico di droga in concorso, anche se non si ha il possesso materiale della sostanza?
Il reato si considera consumato quando si passa dalla fase della trattativa a quella esecutiva di un accordo già concluso. Le azioni volte a realizzare l’accordo, come organizzare il trasporto o pagare il corriere, sono sufficienti per configurare il reato consumato, anche se la sostanza viene sequestrata prima della consegna finale.

È possibile contestare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito nel ricorso in Cassazione?
No, il ricorso in Cassazione non consente una nuova valutazione delle prove o una diversa ricostruzione dei fatti. La Corte può solo verificare la presenza di vizi di legge o di una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria nella sentenza impugnata, ma non può sostituire il proprio giudizio a quello dei giudici di merito.

Perché la Corte ha escluso che si trattasse di un’ipotesi di reato di lieve entità?
La Corte ha escluso questa possibilità in ragione della significativa quantità della sostanza sequestrata (oltre 5,6 kg di cocaina) e delle modalità dell’azione, che includevano il coinvolgimento di più persone e l’uso di mezzi organizzati (auto e telefoni), elementi che connotano il fatto come di particolare gravità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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