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Traffico di droga: inammissibile ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un uomo condannato per il traffico di droga, consistente nell’importazione di 880 kg di marijuana. La Corte ha stabilito che le censure del ricorrente miravano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, confermando la logicità della motivazione della Corte d’Appello sia sulla responsabilità che sulla determinazione della pena.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traffico di droga: La Cassazione e il ruolo del trasportatore

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame affronta un caso significativo di traffico di droga, confermando la condanna per un soggetto che aveva importato un’ingente quantità di stupefacenti. La decisione ribadisce principi fondamentali del processo penale, in particolare i limiti del giudizio di legittimità e la valutazione della responsabilità penale di chi fornisce un supporto logistico all’attività illecita. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti: L’importazione di 880 kg di Marijuana

Il caso riguarda un uomo condannato dalla Corte di Appello di Catania per aver trasportato e importato, a bordo di una motonave, ben 880 chilogrammi di marijuana proveniente dall’Albania. L’imputato, dopo l’ormeggio dell’imbarcazione, era stato visto scendere e allontanarsi rapidamente. La droga era stata rinvenuta a bordo, confezionata in numerosi imballaggi di cellophane e nascosta nella stiva.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione sulla sua effettiva responsabilità, sostenendo che le prove non fossero sufficienti.
2. Carenza di motivazione riguardo all’aggravante dell’ingente quantità, un elemento che aumenta notevolmente la pena.
3. Mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto ridurre la sanzione.

La Valutazione della Cassazione sul traffico di droga

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le doglianze. I giudici hanno chiarito che il primo motivo non rientrava tra le censure ammissibili in Cassazione. Il ricorrente, infatti, non lamentava un errore di diritto, ma chiedeva una nuova valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, attività che sono di esclusiva competenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione ha il compito di verificare solo la correttezza logica e giuridica della motivazione, non di riesaminare il merito della vicenda.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello “congrua, esauriente ed idonea”. I giudici di merito avevano logicamente dedotto il coinvolgimento dell’imputato da una serie di elementi: era stato visto scendere dalla motonave, di proprietà della moglie, e allontanarsi subito dopo l’arrivo. Questo comportamento è stato considerato sintomatico del suo ruolo materiale nel trasporto e nella navigazione. Anche se non direttamente coinvolto nell’acquisto, aveva fornito il mezzo di trasporto e l’assistenza necessari, partecipando attivamente al traffico di droga. La sua consapevolezza dell’ingente quantità era stata inoltre desunta dalla necessità di reclutare altre persone per le operazioni di scarico.
Anche per quanto riguarda l’aggravante e le attenuanti, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, la cui motivazione è stata giudicata adeguata e priva di vizi logici. La gravità della pena era giustificata dall’obiettiva gravità della condotta e dall’enorme quantità di stupefacente che sarebbe stata immessa sul mercato. Inoltre, l’imputato non aveva fornito elementi concreti e positivi che potessero giustificare la concessione delle attenuanti.

Conclusioni

Questa ordinanza è un’importante conferma di due principi cardine del nostro ordinamento. Primo, il giudizio della Corte di Cassazione è un giudizio di legittimità, non un terzo grado di merito: non si possono riproporre questioni legate all’interpretazione delle prove. Secondo, nel reato di traffico di droga, anche chi fornisce un contributo logistico essenziale, come il mezzo di trasporto, è considerato a pieno titolo responsabile, poiché la sua azione è indispensabile per la riuscita dell’operazione criminale. La decisione sottolinea come la gravità del fatto, desunta dall’enorme quantitativo, sia un criterio centrale per determinare l’adeguatezza della pena.

Fornire una barca per un trasporto di droga costituisce reato?
Sì, secondo la Corte, fornire il mezzo di trasporto e l’assistenza durante la navigazione integra un ruolo materiale nel reato di traffico di droga, attestando il pieno coinvolgimento nella condotta illecita, anche senza una partecipazione diretta all’acquisto dello stupefacente.

È possibile contestare la valutazione delle prove in Cassazione?
No, il ricorso in Cassazione non può basarsi su una nuova valutazione delle prove o sulla ricostruzione dei fatti. La Suprema Corte si limita a verificare la correttezza logico-giuridica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito delle scelte probatorie fatte dai giudici dei gradi precedenti.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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