Traduzione Atti Imputato Straniero: Quando è Obbligatoria e Cosa Sostiene la Cassazione
Il diritto alla difesa è uno dei pilastri del nostro sistema giudiziario e include il diritto dell’imputato a comprendere le accuse a suo carico. Questo principio assume una rilevanza cruciale quando l’imputato è uno straniero che non parla la lingua italiana. La questione della traduzione atti imputato è quindi fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce però un punto essenziale: lamentare la mancata traduzione non è sufficiente per invalidare una sentenza. È necessario dimostrare un danno concreto.
Il Caso in Analisi
Un cittadino straniero veniva condannato dalla Corte d’Appello di Firenze a nove mesi di reclusione e 25.000 euro di multa per violazioni della normativa sull’immigrazione. L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione basandosi su un unico motivo: non comprendendo la lingua italiana, la sentenza di condanna non gli era stata tradotta, ledendo così il suo diritto di difesa.
Il Principio di Diritto: Omessa Traduzione Atti Imputato e l’Onere della Prova
La Corte di Cassazione ha affrontato il tema richiamando un orientamento ormai consolidato. La nullità che deriva dall’omessa traduzione di un atto è classificata come “a regime intermedio”. Questo significa che non opera automaticamente. La parte che la eccepisce ha l’onere di dimostrare l’esistenza di un interesse specifico, concreto e attuale a farla valere. Non è sufficiente, quindi, affermare di aver subito un danno potenziale o astratto.
L’imputato deve spiegare in che modo la mancata conoscenza del contenuto della sentenza ha concretamente pregiudicato le sue strategie difensive. Ad esempio, avrebbe potuto fornire al suo avvocato elementi utili per il ricorso se solo avesse compreso appieno le motivazioni della condanna.
La Prova del Pregiudizio Concreto
Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra un danno solo teorico e un danno effettivo. La Corte ha sottolineato che l’imputato alloglotto che si duole della mancata traduzione atti imputato, in particolare della sentenza, deve:
1. Specificare quale parte dell’atto non tradotto è rilevante.
2. Indicare quale illegittimo pregiudizio ha subito a causa di questa omissione.
3. Dimostrare che tale pregiudizio ha inciso negativamente sulla sua difesa.
La semplice affermazione “l’atto non è stato tradotto” non soddisfa questi requisiti.
Le Motivazioni della Corte
Nel caso specifico, i giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile proprio perché l’imputato si era limitato a denunciare la mancata traduzione senza fornire alcun elemento a sostegno di un danno concreto. Il ricorso deduceva un “astratto pregiudizio” e non indicava quali atti, se conosciuti, avrebbero potuto cambiare l’esito della sua difesa. Il fatto che il ricorso per cassazione fosse stato ritualmente presentato dal difensore di fiducia ha ulteriormente indebolito la tesi, suggerendo che i diritti difensivi erano stati comunque esercitati.
La Corte ha quindi ribadito, citando precedenti conformi, che l’onere della prova del danno spetta a chi eccepisce la nullità. In assenza di tale prova, la richiesta non può essere accolta.
Le Conclusioni
Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per la difesa degli imputati stranieri. Non basta più sollevare la questione della lingua per sperare di ottenere l’annullamento di una sentenza. È indispensabile che la difesa costruisca un’argomentazione solida, dimostrando con precisione come e perché la mancata traduzione atti imputato abbia causato un danno reale ed effettivo al diritto di difesa. Per i legali, ciò significa lavorare a stretto contatto con i propri assistiti per identificare gli specifici punti di una sentenza non compresi e le relative conseguenze sulla strategia processuale. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, il ricorso sarà destinato all’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.
Un imputato straniero che non conosce l’italiano ha sempre diritto alla traduzione della sentenza?
Sì, ha diritto a comprendere gli atti, ma se in sede di ricorso lamenta la mancata traduzione, deve dimostrare in modo concreto come questa omissione abbia danneggiato le sue strategie difensive. La sola affermazione non è sufficiente.
Cosa deve fare l’imputato per far valere la mancata traduzione in un ricorso?
Secondo l’ordinanza, l’imputato ha l’onere di indicare l’esistenza di un interesse a ricorrere che sia concreto, attuale e verificabile. Deve specificare quale pregiudizio illegittimo ha subito, superando la mera allegazione di un danno astratto o potenziale.
Cosa succede se il ricorso si basa solo su un pregiudizio astratto per la mancata traduzione?
Come deciso in questo caso, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, l’imputato viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 33372 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 33372 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 25/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 05/05/1965
avverso la sentenza del 17/12/2024 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Esaminato il ricorso, proposto avverso la sentenza in data 17/12/2024, con la quale la Corte di appello di Firenze ha confermato la decisione appellata da NOME COGNOME ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 22, commi 12 e 12bis, d.lgs. n. 286/1998 e, per l’effetto condannato alla pena di mesi nove di reclusione ed euro 25.000,00 di multa;
Ritenuto che con unico motivo si lamenta che l’imputato non comprendeva la lingua italiana e gli atti che lo riguardavano non erano stati tradotti;
che «in tema di traduzione degli atti, l’imputato alloglotto che si dolga dell’omessa traduzione della sentenza ha l’onere, in coerenza con la natura generale a regime intermedio della nullità che nella specie viene in rilievo, di indicare l’esistenza di un interesse a ricorrere concreto, attuale e verificabile, non essendo sufficiente la mera allegazione di un pregiudizio astratto o potenziale. (Fattispecie relativa a ricorso per cassazione ritualmente presentato dal difensore di fiducia di imputato alloglotto, nella quale la Corte ha ritenuto inammissibile il motivo con il quale si deduceva l’omessa traduzione della sentenza di appello, non avendo il ricorrente dimostrato se e in che misura la mancata tempestiva conoscenza personale della sentenza impugnata aveva influito sulle sue strategie difensive)» (Sez. 1, n. 44251 del 16/10/2024, COGNOME, Rv. 287282 – 01);
che, in ogni caso, la parte che eccepisce l’omessa traduzione degli atti «ha l’onere, in coerenza con la natura generale a regime intermedio della nullità che nella specie viene in rilievo, di specificare quale sia il riferimento omesso e di indicare l’illegittimo pregiudizio subito che fonda il proprio concreto, attuale e verificabile interesse a ricorrere, non essendo sufficiente la mera allegazione di un pregiudizio astratto o potenziale» (Sez. 1, n. 20159 del 19/02/2025, V. Rv. 287994 – 01);
che il ricorrente deduce un astratto pregiudizio e non indica gli atti che glielo avrebbe procurato;
Per queste ragioni, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
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