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Traduzione atti imputato alloglotto: quando è nulla?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23908/2025, ha stabilito che la mancata traduzione della sentenza d’appello a un imputato straniero (alloglotto) non ne causa automaticamente la nullità. L’imputato deve dimostrare un pregiudizio concreto e specifico alle sue strategie difensive. Nel caso esaminato, una cittadina straniera, già assistita da un legale e con la sentenza di primo grado tradotta, non ha provato come l’omissione della traduzione atti imputato alloglotto abbia leso il suo diritto di difesa, portando la Corte a dichiarare il ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traduzione atti imputato alloglotto: non basta l’omissione per la nullità

Il diritto di difesa in un processo penale è sacro e include il diritto dell’imputato a comprendere pienamente le accuse e gli atti del procedimento. Ma cosa succede quando l’imputato non parla la lingua italiana? La questione della traduzione atti imputato alloglotto è cruciale e una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23908/2025) ha fornito chiarimenti fondamentali, stabilendo che la semplice omissione della traduzione di una sentenza non è sufficiente a renderla nulla. È necessario dimostrare un danno concreto.

Il caso in esame

Una cittadina di nazionalità bulgara, condannata in primo grado per rapina aggravata, aveva ricevuto la traduzione della prima sentenza. Successivamente, la Corte di Appello confermava la condanna. L’imputata ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando la nullità della sentenza di secondo grado proprio perché non era stata tradotta in una lingua a lei comprensibile. Secondo la sua difesa, questo le avrebbe impedito di comprendere appieno le motivazioni della condanna e di esercitare efficacemente il suo diritto di difesa.

La regola sulla traduzione atti imputato alloglotto secondo le Sezioni Unite

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, basando la sua decisione sui principi stabiliti dalle Sezioni Unite Penali in un caso simile (sentenza Niecko, n. 15069/2024). Secondo questo orientamento consolidato, la nullità derivante dalla mancata traduzione di un atto è una “nullità a regime intermedio”. Questo significa che non opera automaticamente.

L’imputato che lamenta la mancata traduzione ha un onere specifico: deve indicare l’esistenza di un interesse a ricorrere che sia concreto, attuale e verificabile. In altre parole, non può limitarsi a denunciare l’omissione, ma deve spiegare in che modo tale mancanza ha effettivamente danneggiato la sua strategia difensiva. Non è sufficiente allegare un pregiudizio “astratto o potenziale”.

Le motivazioni

Nel caso specifico, la Corte ha osservato che l’imputata era già a conoscenza del procedimento a suo carico. Aveva infatti ricevuto la traduzione della sentenza di primo grado ed era assistita da un difensore di fiducia che ha partecipato attivamente a tutte le fasi del giudizio. La difesa non ha fornito alcuna dimostrazione di come la mancata tempestiva conoscenza personale della sentenza d’appello (attraverso una traduzione) avesse influito negativamente sulle strategie difensive adottate. L’enunciazione generica dell’omessa traduzione, senza specificare quale pregiudizio concreto ne sia derivato, è stata ritenuta insufficiente per giustificare l’annullamento della sentenza.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: nel processo penale, le garanzie difensive, pur essendo essenziali, devono essere invocate dimostrando un interesse concreto e un pregiudizio effettivo. La traduzione atti imputato alloglotto rimane un diritto fondamentale, ma il suo esercizio processuale richiede una collaborazione attiva da parte della difesa, che deve specificare come e perché l’omissione abbia leso il diritto di difendersi. Una mera lamentela formale, priva della dimostrazione di un danno reale, non troverà accoglimento, portando all’inammissibilità del ricorso.

La mancata traduzione di una sentenza per un imputato straniero la rende automaticamente nulla?
No, la nullità non è automatica. Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di una nullità a regime intermedio, che richiede la dimostrazione di un interesse concreto e di un pregiudizio effettivo per la difesa.

Cosa deve dimostrare un imputato alloglotto per ottenere l’annullamento di una sentenza non tradotta?
L’imputato, tramite il suo difensore, ha l’onere di dimostrare in che modo specifico la mancata traduzione ha influito negativamente sulle sue strategie difensive. Non è sufficiente lamentare un danno astratto o potenziale, ma occorre provare un pregiudizio concreto, attuale e verificabile.

Il fatto che l’imputato sia assistito da un avvocato di fiducia influisce sul suo diritto alla traduzione?
Sì, influisce sulla valutazione del pregiudizio. La Corte ha ritenuto che la presenza costante di un difensore di fiducia, unita alla conoscenza pregressa del procedimento (come la traduzione della sentenza di primo grado), indebolisce la tesi di un danno concreto derivante dalla sola mancata traduzione della sentenza d’appello, a meno che non venga fornita prova contraria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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