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Testimonianza non ripetibile: quando è valida?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina aggravata. Il caso verteva sulla legittimità dell’uso di una testimonianza non ripetibile a causa del mutamento del collegio giudicante e della successiva irreperibilità del testimone. La Corte ha stabilito che, in tali circostanze, è corretto utilizzare le dichiarazioni precedentemente rese nel contraddittorio. È stata inoltre confermata la legittimità dell’acquisizione della denuncia-querela sporta congiuntamente dalle persone offese, anch’esse divenute irreperibili.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Testimonianza non ripetibile: quando le dichiarazioni restano valide?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12965 del 2024, affronta un tema cruciale della procedura penale: l’utilizzabilità di una testimonianza non ripetibile a seguito del mutamento del giudice. La pronuncia chiarisce i presupposti che legittimano l’acquisizione di dichiarazioni rese davanti a un collegio diverso da quello decidente, bilanciando il principio di immediatezza con l’esigenza di non disperdere il materiale probatorio. Il caso esaminato riguarda una condanna per rapina aggravata, in cui la difesa aveva sollevato dubbi proprio sulla validità delle prove testimoniali.

I fatti del processo

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per il reato di rapina aggravata. Altri capi di imputazione, relativi a lesioni e furto in abitazione, erano stati dichiarati estinti per prescrizione. La vicenda vedeva tre persone offese subire una rapina violenta, durante la quale venivano minacciate con un coltello e derubate di denaro, gioielli e un’autovettura.

L’imputato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando diverse violazioni procedurali che, a suo dire, avrebbero inficiato la validità della sentenza di condanna. I motivi del ricorso si concentravano su tre aspetti principali, tutti legati alla formazione e valutazione della prova.

I motivi del ricorso: dubbi sulla testimonianza non ripetibile

La difesa ha articolato il proprio ricorso su tre punti fondamentali:

1. Violazione del principio di immediatezza: Durante il processo di primo grado, la composizione del collegio giudicante era cambiata. La testimonianza di una delle persone offese, assunta dal collegio originario, era stata utilizzata per la decisione finale dal nuovo collegio senza che il testimone venisse nuovamente esaminato, poiché divenuto nel frattempo irreperibile.
2. Illegittimità dell’acquisizione della denuncia-querela: Il ricorrente contestava l’acquisizione agli atti della denuncia sporta dalle altre due persone offese, anch’esse risultate irreperibili. Secondo la difesa, l’irreperibilità non era stata accertata con il dovuto rigore, e l’atto stesso era inutilizzabile perché firmato congiuntamente, rendendo impossibile distinguere le dichiarazioni individuali.
3. Travisamento della prova e vizi di motivazione: L’imputato sosteneva che la sua identificazione fosse incerta e contraddittoria. Inoltre, criticava la valutazione di attendibilità del racconto delle persone offese, evidenziando presunte illogicità e incongruenze nella narrazione dei fatti.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, respingendo tutte le censure della difesa e confermando la solidità dell’impianto accusatorio e della decisione dei giudici di merito.

Utilizzo della testimonianza non ripetibile e cambio del giudice

Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio consolidato: quando il dibattimento viene rinnovato a causa del mutamento del giudice, la testimonianza raccolta in precedenza non può essere utilizzata tramite semplice lettura se l’esame può essere ripetuto. Tuttavia, come previsto dall’art. 511, comma 2, del codice di procedura penale, se la ripetizione dell’audizione è impossibile – come nel caso di un testimone divenuto irreperibile – il giudice può legittimamente disporre la lettura delle dichiarazioni precedentemente raccolte nel pieno contraddittorio tra le parti. Tale lettura è un atto utilizzabile ai fini della decisione, e la sua omissione non costituisce causa di nullità.

Legittimità dell’acquisizione della denuncia-querela

Anche il secondo motivo è stato ritenuto infondato. La Corte ha verificato che l’irreperibilità delle altre persone offese era stata correttamente attestata dagli atti processuali, che documentavano il loro trasferimento in luoghi sconosciuti. La giurisprudenza ha chiarito che l’obbligo di effettuare ricerche all’estero sorge solo in presenza di precisi elementi di collegamento, non sulla base della sola nazionalità. Inoltre, il fatto che la denuncia-querela fosse stata firmata congiuntamente non la rende inutilizzabile, poiché i fatti erano stati riferiti in modo conforme da tutti i firmatari.

L’insindacabilità della valutazione di merito

Infine, riguardo al terzo motivo, la Cassazione ha ricordato che la valutazione dell’attendibilità dei testimoni e la ricostruzione dei fatti sono compiti esclusivi dei giudici di merito. Il controllo della Suprema Corte è limitato alla verifica della logicità e coerenza della motivazione. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano correttamente evidenziato che l’imputato era personalmente conosciuto dalle persone offese, circostanza che fugava ogni dubbio sulla sua identificazione. Le presunte incongruenze nel racconto erano state ritenute irrilevanti a fronte di numerosi riscontri oggettivi (la ferita di una delle vittime, il ritrovamento del coltello e di altri oggetti sulla scena del crimine).

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La sentenza riafferma principi fondamentali del processo penale: la testimonianza non ripetibile per comprovata irreperibilità del dichiarante è pienamente utilizzabile anche in caso di mutamento del giudice. Inoltre, viene ribadito il perimetro del giudizio di legittimità, che non può trasformarsi in un terzo grado di merito per rivalutare l’attendibilità delle prove, salvo i casi di manifesta illogicità della motivazione.

Se il giudice cambia durante il processo, la testimonianza raccolta dal giudice precedente è ancora valida?
Sì, ma solo a determinate condizioni. Di norma, l’esame del testimone deve essere ripetuto davanti al nuovo giudice. Tuttavia, se il testimone diventa irreperibile e non può essere nuovamente esaminato, il giudice può disporre la lettura delle dichiarazioni precedentemente rese, che diventano così utilizzabili per la decisione.

Quando un testimone è considerato ‘irreperibile’ ai fini dell’utilizzo delle sue precedenti dichiarazioni?
Un testimone è considerato irreperibile quando, a seguito di ricerche adeguate, risulta impossibile notificargli la citazione a comparire in giudizio o assicurarne in altro modo la presenza. La sentenza chiarisce che le ricerche non devono necessariamente estendersi all’estero, a meno che non vi siano elementi concreti che colleghino il testimone a un altro paese.

La Corte di Cassazione può riesaminare l’attendibilità di un testimone?
No, la valutazione dell’attendibilità di un testimone è una questione di fatto riservata al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della sentenza è manifestamente illogica, contraddittoria o basata su prove inesistenti (travisamento della prova), ma non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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