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Termini processuali: quando decorre l’impugnazione?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello poiché l’impugnazione del Pubblico Ministero era stata presentata fuori tempo massimo. La Corte ha ribadito un principio fondamentale sul calcolo dei termini processuali: un giorno festivo che coincide con l’inizio del periodo per impugnare non ne posticipa la decorrenza. Di conseguenza, l’aggravante applicata in appello è stata eliminata e la pena per l’imputato ridotta.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Processuali: la Cassazione sul Giorno Festivo Iniziale

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro del nostro ordinamento giuridico. Presentare un atto oltre la scadenza prevista può avere conseguenze drastiche, come l’inammissibilità dell’atto stesso. Ma cosa succede se il primo giorno utile per presentare un’impugnazione è un giorno festivo? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10667/2024, offre un chiarimento decisivo su questo punto, ribadendo un principio consolidato in materia di decorrenza dei termini.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna in primo grado per reati legati agli stupefacenti. Sia l’imputato che il Pubblico Ministero (P.M.) proponevano appello. In particolare, il P.M. chiedeva il riconoscimento di un’aggravante non concessa dal primo giudice. La Corte d’Appello, accogliendo parzialmente le richieste di entrambe le parti, riformava la sentenza, applicando l’aggravante richiesta dal P.M. e rideterminando la pena.

Il Ricorso in Cassazione e l’Eccezione sui Termini Processuali

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione sollevando una questione puramente procedurale ma di fondamentale importanza: l’appello del P.M. era stato depositato tardivamente e, quindi, doveva essere dichiarato inammissibile.

Il nodo della questione risiedeva nel calcolo dei termini processuali per l’impugnazione. Ecco la sequenza temporale:
1. Sentenza di primo grado: emessa il 24/01/2022.
2. Deposito motivazioni: il giudice si era riservato 90 giorni, depositando la motivazione il 21/04/2022.
3. Scadenza termine deposito: il termine di 90 giorni scadeva il 24/04/2022.

Secondo l’art. 585 del codice di procedura penale, il termine per impugnare (in questo caso di 45 giorni) decorre dal giorno successivo alla scadenza del termine per il deposito della sentenza. Pertanto, il primo giorno utile per la decorrenza era il 25 aprile 2022. Essendo il 25 aprile un giorno festivo (Festa della Liberazione), la difesa sosteneva che la decorrenza dovesse essere posticipata, rendendo tempestivo l’appello del P.M. depositato il 9 giugno 2022.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, ritenendo fondata l’eccezione di tardività. Gli Ermellini hanno chiarito un principio cruciale, basato sull’interpretazione dell’art. 172 del codice di procedura penale. La norma prevede che se il giorno di scadenza di un termine è festivo, la scadenza è prorogata di diritto al giorno successivo non festivo. Tuttavia, questa regola si applica esclusivamente alla scadenza del termine e non al suo inizio (il cosiddetto dies a quo).

La Corte ha affermato che la decorrenza di un termine non è prorogata se il primo giorno è festivo. Di conseguenza, il termine di 45 giorni per l’appello del P.M. era iniziato regolarmente il 25 aprile 2022 e scadeva l’8 giugno 2022. L’appello, depositato il 9 giugno 2022, era quindi intempestivo e doveva essere dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni

L’inammissibilità dell’appello del P.M. ha avuto un effetto a catena. La Corte d’Appello non avrebbe dovuto esaminarlo e, pertanto, non avrebbe potuto applicare l’aggravante richiesta. La Cassazione, rilevato l’errore, ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, limitatamente al riconoscimento dell’aggravante. Avvalendosi dei poteri conferiti dall’art. 620 c.p.p., ha provveduto direttamente a ricalcolare la pena, eliminando l’aumento derivante dall’aggravante illegittimamente applicata e riducendo così la condanna finale dell’imputato. Questa decisione sottolinea l’importanza del rigore formale nel processo penale e conferma che le regole sui termini processuali non ammettono interpretazioni estensive, specialmente per quanto riguarda il momento iniziale della loro decorrenza.

Un giorno festivo all’inizio di un termine per impugnare ne sposta la decorrenza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la regola della proroga al giorno non festivo successivo si applica solo alla scadenza di un termine (il giorno finale), non al suo inizio (il giorno di decorrenza). Pertanto, il termine inizia a decorrere regolarmente anche se il primo giorno è festivo.

Cosa succede se l’appello del Pubblico Ministero è presentato fuori termine?
L’appello presentato oltre il termine stabilito dalla legge è inammissibile. Ciò significa che il giudice non può esaminarne il merito e deve semplicemente dichiararne l’inammissibilità. Di conseguenza, tutte le decisioni basate su quell’appello, come l’applicazione di un’aggravante, sono illegittime e devono essere annullate.

Perché la Cassazione ha potuto ricalcolare la pena direttamente senza rinviare a un altro giudice?
La Corte di Cassazione ha potuto ricalcolare direttamente la pena ai sensi dell’art. 620, comma 1, lett. l) del codice di procedura penale. Questa norma consente alla Corte di decidere nel merito senza rinviare il processo quando non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto. In questo caso, è stato sufficiente eliminare l’aumento di pena relativo all’aggravante illegittimamente applicata, un’operazione puramente matematica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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