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Termini impugnazione sentenza: il ricorso è tardivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6485/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati contro una sentenza di patteggiamento per reati di droga. La decisione si fonda sul mancato rispetto dei termini di impugnazione sentenza, essendo il ricorso stato presentato un solo giorno dopo la scadenza. La Corte ha ribadito la perentorietà di tali termini, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Impugnazione Sentenza: un Giorno di Ritardo Costa Caro

Nel processo penale, la precisione è tutto, specialmente quando si tratta di scadenze. I termini impugnazione sentenza non sono semplici indicazioni, ma limiti perentori la cui violazione può avere conseguenze definitive. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo dimostra chiaramente, dichiarando inammissibile un ricorso presentato con un solo giorno di ritardo, a conferma della rigidità delle norme procedurali e delle gravi conseguenze per chi non le rispetta.

I Fatti del Caso

Due soggetti avevano definito la loro posizione processuale attraverso un ‘patteggiamento’ davanti al Tribunale di Milano, accordandosi per una pena di un anno di reclusione e 4.000 euro di multa ciascuno per un reato legato agli stupefacenti. Nonostante l’accordo, i due imputati decidevano di presentare ricorso congiunto in Cassazione, lamentando un’errata qualificazione giuridica dei fatti e l’illegittimità della confisca di una somma di denaro.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha tagliato corto, senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate. Il verdetto è stato netto: ricorsi inammissibili. La ragione è puramente procedurale ma fondamentale: la tardività. La legge, infatti, stabilisce regole precise e inderogabili che disciplinano i termini impugnazione sentenza.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su un’analisi rigorosa dei tempi processuali. La legge (art. 585, comma 1, lett. a) cod. proc. pen.) stabilisce che il termine per proporre ricorso avverso una sentenza di patteggiamento, la cui motivazione viene letta contestualmente al dispositivo in udienza, è di quindici giorni.

Nel caso specifico, l’udienza si era tenuta il 21 giugno 2023. Il calcolo è semplice: la scadenza per presentare l’impugnazione era fissata per il 6 luglio 2023. I ricorsi, tuttavia, sono stati depositati il 7 luglio 2023, ovvero un giorno oltre il limite massimo consentito.

Questo ritardo, seppur minimo, è stato fatale. La Corte ha ribadito che i termini per impugnare sono perentori e la loro inosservanza comporta, come inevitabile conseguenza, l’inammissibilità dell’atto. Inoltre, i giudici hanno citato la sentenza della Corte Costituzionale n. 186/2000, specificando che, in assenza di prove che dimostrino una ‘mancanza di colpa’ nel causare la tardività, alla declaratoria di inammissibilità segue la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, equitativamente fissata in 3.000,00 euro.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali. Un solo giorno di ritardo può vanificare ogni possibilità di far valere le proprie ragioni nel merito, precludendo l’accesso a un ulteriore grado di giudizio. La decisione sottolinea che la diligenza e la precisione nel calcolo delle scadenze sono requisiti non negoziabili per la difesa tecnica. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a professionisti attenti e scrupolosi, poiché un errore procedurale può avere conseguenze economiche e preclusive tanto quanto una sentenza sfavorevole nel merito.

Qual è il termine per impugnare una sentenza di patteggiamento con motivazione letta in udienza?
Secondo l’art. 585, comma 1, lett. a) del codice di procedura penale, il termine per proporre ricorso è di quindici giorni, che decorrono dalla lettura del dispositivo e della contestuale motivazione in udienza.

Cosa accade se un ricorso viene presentato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non esamina le ragioni e le argomentazioni presentate (il merito del ricorso), ma si limita a constatare il vizio procedurale della tardività, chiudendo di fatto ogni ulteriore discussione sul caso.

Chi paga le conseguenze di un ricorso inammissibile per tardività?
La parte che ha presentato il ricorso tardivo è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, viene condannata a versare una somma di denaro, in questo caso fissata in 3.000 euro, alla Cassa delle ammende, a meno che non dimostri di non avere colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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