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Termini Convalida DASPO: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18620/2024, ha annullato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria annesso a un DASPO. La decisione si fonda sul mancato rispetto dei termini perentori per la convalida del provvedimento. Nello specifico, la convalida del G.I.P. è intervenuta oltre il termine complessivo di 96 ore dalla notifica, rendendo inefficace la misura restrittiva della libertà personale. La Corte ha chiarito che il superamento, anche minimo, di questo limite temporale comporta l’annullamento della misura, sottolineando la natura tassativa dei termini convalida DASPO.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Convalida DASPO: la Cassazione Annulla l’Obbligo di Firma per un Ritardo di Minuti

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 18620 del 2024, è intervenuta su un tema cruciale della procedura penale legata alle manifestazioni sportive: i termini convalida DASPO. La decisione sottolinea il rigore con cui devono essere rispettate le scadenze procedurali quando in gioco c’è la libertà personale di un individuo. Un ritardo di pochi minuti nella convalida da parte del giudice può determinare l’inefficacia dell’obbligo di presentazione alla polizia, una delle misure più afflittive connesse al DASPO.

I Fatti del Caso

A seguito di disordini verificatisi al termine di una partita di calcio, il Questore di una città del nord Italia emetteva un provvedimento nei confronti di un tifoso. La misura, notificata l’11 maggio 2023, prevedeva un duplice divieto:
1. Il divieto di accedere per 10 anni a tutti i luoghi, in Italia e all’estero, in cui si svolgono competizioni di calcio e pallacanestro (il c.d. DASPO).
2. L’ulteriore prescrizione di presentarsi presso gli uffici della Questura per quattro anni all’inizio di ogni partita della squadra locale.

È proprio questa seconda misura, l’obbligo di presentazione (o “obbligo di firma”), a costituire una limitazione della libertà personale che, per legge, necessita della convalida di un’autorità giudiziaria entro termini precisi.

La Procedura di Convalida e il Ricorso in Cassazione

La legge (art. 6, comma 3, L. 401/1989) stabilisce una scansione temporale rigida: il Pubblico Ministero ha 48 ore dalla notifica del provvedimento per chiederne la convalida al Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.), il quale ha a sua volta altre 48 ore per decidere. Il termine totale è dunque di 96 ore.

Nel caso di specie, il provvedimento era stato notificato l’11 maggio alle ore 10.16. Il Pubblico Ministero aveva avanzato la richiesta di convalida il 13 maggio alle 13.05, quindi oltre le prime 48 ore. Il G.I.P., tuttavia, procedeva alla convalida il 15 maggio alle 10.30. La difesa del tifoso ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo proprio la violazione dei termini procedurali.

Le Motivazioni della Cassazione: il Rispetto dei termini convalida DASPO

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione dei termini convalida DASPO. La norma stabilisce che le prescrizioni cessano di avere efficacia se il PM non avanza la richiesta entro 48 ore e se il giudice non dispone la convalida nelle successive 48 ore.

Secondo l’orientamento maggioritario, seguito dalla Corte, la congiunzione “e” indica che l’inefficacia si produce solo quando entrambi i termini non sono rispettati, ma ciò non toglie che il termine complessivo di 96 ore dalla notifica sia perentorio e invalicabile.

Nel caso specifico, il calcolo è stato determinante:
* Notifica del provvedimento: 11 maggio 2023, ore 10.16.
* Scadenza del termine di 96 ore: 15 maggio 2023, ore 10.16.
* Decisione di convalida del G.I.P.: 15 maggio 2023, ore 10.30.

La convalida è quindi intervenuta, seppur di poco, oltre il limite massimo consentito dalla legge. Questo ritardo ha comportato l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata e la conseguente declaratoria di inefficacia del provvedimento del Questore, ma limitatamente alla parte che imponeva l’obbligo di presentazione.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale a tutela della libertà personale: le norme che stabiliscono termini procedurali per la convalida di misure restrittive devono essere interpretate e applicate con il massimo rigore. Il superamento del termine complessivo di 96 ore, anche per pochi minuti, rende illegittima la convalida e, di conseguenza, inefficace la misura dell’obbligo di firma. È importante notare, come specificato dalla Corte, che tale inefficacia colpisce solo la misura restrittiva della libertà personale (l’obbligo di presentazione), mentre resta pienamente valido il divieto di accesso agli stadi (DASPO), che ha natura di misura di prevenzione amministrativa e non richiede la convalida del giudice.

Qual è il termine totale per la convalida di un DASPO con obbligo di firma?
Il termine complessivo e perentorio è di 96 ore, che decorrono dal momento della notifica del provvedimento all’interessato. Questo termine include le 48 ore a disposizione del Pubblico Ministero per presentare la richiesta e le successive 48 ore per la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari.

Cosa succede se il giudice convalida l’obbligo di presentazione anche solo pochi minuti dopo la scadenza del termine di 96 ore?
Come stabilito dalla sentenza, il superamento anche minimo del termine totale di 96 ore determina l’inefficacia della misura. La convalida tardiva è illegittima e viene annullata, facendo cessare l’obbligo di presentazione imposto al destinatario.

L’annullamento della convalida per ritardo riguarda anche il divieto di accesso allo stadio (DASPO)?
No. La procedura di convalida giudiziaria è prevista solo per le misure che incidono sulla libertà personale, come l’obbligo di presentazione. Il divieto di accesso agli impianti sportivi (DASPO) è una misura di prevenzione di competenza dell’Autorità di Pubblica Sicurezza che non richiede convalida e, pertanto, rimane efficace anche se la convalida per l’obbligo di firma viene annullata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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