LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Termini a comparire: il rinvio non li rinnova

La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso in materia di bancarotta fraudolenta, chiarendo un importante principio procedurale: i termini a comparire, una volta rispettati per la prima udienza, non devono essere nuovamente osservati in caso di successivi rinvii, se le parti erano già regolarmente costituite. La Corte ha inoltre giudicato generica la richiesta di attenuanti non supportata da fatti specifici.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini a comparire nel processo d’appello: il rinvio non li ‘resetta’

Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale ha affrontato un’interessante questione procedurale riguardante i termini a comparire nel giudizio di appello. La decisione chiarisce che, una volta che le parti sono state regolarmente citate e costituite, i successivi rinvii dell’udienza non richiedono un nuovo rispetto di tali termini. Questo principio è fondamentale per la corretta gestione del processo e per la validità delle notifiche.

I Fatti del Caso: Dalla Bancarotta al Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da una condanna per bancarotta fraudolenta distrattiva e documentale a carico dell’amministratore e liquidatore di una società dichiarata fallita. La Corte di Appello, pur dichiarando prescritto un reato minore di bancarotta semplice, aveva confermato nel resto la condanna.

L’imputato ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. La violazione dei termini a comparire previsti dall’art. 601 del codice di procedura penale. La difesa sosteneva che la notifica del provvedimento di rinvio per l’udienza decisiva era avvenuta troppo a ridosso della data fissata, non garantendo il tempo adeguato per la preparazione della difesa.
2. La mancata motivazione da parte della Corte di Appello sul diniego delle circostanze attenuanti generiche, che erano state richieste dalla difesa.

La questione dei termini a comparire e la decisione della Corte

Il cuore della controversia risiede nel primo motivo di ricorso. La difesa ha ricostruito una serie di rinvii, evidenziando come la notifica per l’udienza finale del 21 marzo 2024 fosse stata effettuata al difensore d’ufficio solo il 4 marzo 2024, violando i termini di legge.

Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto il motivo infondato. Gli Ermellini hanno sottolineato un punto cruciale: all’udienza del 7 luglio 2022, l’imputato era presente e le parti erano state regolarmente costituite nel pieno rispetto dei termini a comparire. In quella data, il processo era stato rinviato per impedimento del giudice relatore.

La Corte ha stabilito che, una volta verificata la regolare costituzione delle parti, il processo prosegue validamente. I rinvii successivi, disposti per ragioni diverse dalla necessità di sanare un difetto di notifica, non impongono di rispettare nuovamente i termini a comparire. Il contraddittorio, infatti, si era già correttamente instaurato. Pertanto, la notifica del successivo provvedimento di differimento al difensore d’ufficio (nominato a seguito della rinuncia del precedente legale) era da considerarsi pienamente valida, anche se effettuata senza il rispetto del termine completo previsto per la prima citazione.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto, ma per una ragione diversa: la sua genericità. La Corte Suprema ha osservato che la difesa si era limitata a lamentare la mancata concessione delle attenuanti generiche, senza però indicare quali circostanze di fatto, favorevoli all’imputato, la Corte d’Appello avesse ignorato.

Questa parte della sentenza ribadisce un principio consolidato: non è sufficiente chiedere le attenuanti, ma è onere della difesa specificare gli elementi concreti (come il comportamento processuale, la situazione personale, etc.) che ne giustificherebbero l’applicazione.

le motivazioni

La decisione della Corte si fonda su una logica di economia processuale e di corretta interpretazione delle norme procedurali. Le motivazioni principali possono essere così sintetizzate:
1. Validità del contraddittorio: Il rispetto dei termini a comparire è essenziale per garantire il diritto di difesa e instaurare correttamente il contraddittorio. Una volta che questo è avvenuto in un’udienza con le parti regolarmente citate e presenti (o ritualmente assenti), tale condizione di regolarità si consolida per le fasi successive del medesimo grado di giudizio.
2. Natura dei rinvii: Un rinvio disposto per ragioni organizzative (come l’impedimento del giudice) non incide sulla regolarità della costituzione delle parti. Di conseguenza, non fa sorgere la necessità di una nuova citazione con i relativi termini, ma solo di una notifica del nuovo diario d’udienza.
3. Onere di specificità: Le impugnazioni, specialmente in sede di legittimità, devono essere specifiche. Per quanto riguarda le attenuanti generiche, l’imputato non può limitarsi a una richiesta astratta, ma deve indicare gli elementi fattuali che il giudice di merito avrebbe dovuto valutare.

le conclusioni

La sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che le eccezioni procedurali sui termini a comparire hanno poche probabilità di successo se sollevate in relazione a rinvii successivi a un’udienza in cui il contraddittorio era già stato regolarmente instaurato. Questo rafforza la certezza del procedimento e scoraggia tattiche meramente dilatorie. In secondo luogo, evidenzia l’importanza per la difesa di argomentare in modo dettagliato e fattuale ogni richiesta, in particolare quella relativa alla concessione delle attenuanti generiche, per evitare che venga rigettata come inammissibile per genericità.

Se un’udienza in appello viene rinviata, i termini a comparire devono essere nuovamente rispettati?
No. Secondo la sentenza, se le parti erano regolarmente costituite a un’udienza in cui è stata verificata la correttezza delle notifiche, i rinvii successivi per cause diverse (come l’impedimento del giudice) non richiedono il rispetto di nuovi termini a comparire.

Cosa succede se l’imputato diventa irreperibile dopo la prima udienza?
La notifica dei successivi provvedimenti, come un rinvio d’udienza, viene effettuata al difensore (in questo caso, quello d’ufficio nominato dopo la rinuncia del precedente), ai sensi dell’art. 161, comma 4, del codice di procedura penale. Tale notifica è considerata valida.

Perché la richiesta di concessione delle circostanze attenuanti generiche è stata respinta?
È stata respinta perché ritenuta ‘generica’. La difesa si era limitata a richiederle senza indicare alcuna circostanza di fatto favorevole e rilevante che la Corte d’Appello avrebbe trascurato. La semplice richiesta non è sufficiente; deve essere supportata da elementi concreti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati