Termine per Impugnare: Guida Pratica su un Caso di Ricorso Tardivo
Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali, e in particolare il termine per impugnare una sentenza, non sono semplici formalità, ma pilastri che garantiscono la certezza del diritto e la stabilità delle decisioni giudiziarie. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare le gravi conseguenze derivanti dalla presentazione tardiva di un ricorso, ribadendo la perentorietà delle scadenze legali.
I Fatti del Caso
Un individuo, condannato dalla Corte d’Appello per reati previsti dalla normativa sugli stupefacenti (art. 73 d.P.R. 309/1990), decideva di presentare ricorso per Cassazione. Nel suo atto, contestava sia l’affermazione della sua responsabilità penale sia l’adeguatezza del trattamento sanzionatorio ricevuto. Tuttavia, l’ostacolo che ha incontrato non riguardava il merito delle sue argomentazioni, ma un aspetto puramente procedurale: il momento in cui il ricorso era stato depositato.
La Decisione della Corte: La Regola del Termine per Impugnare
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neanche entrare nel merito delle questioni sollevate. La ragione è stata netta e inappellabile: il ricorso era tardivo. La sentenza della Corte d’Appello era stata depositata il 7 giugno 2024, e il giudice si era riservato 90 giorni per redigere e depositare le motivazioni.
Secondo la legge processuale, il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine per impugnare (in questo caso di 45 giorni), non è quello della lettura del dispositivo, ma quello in cui scadono i giorni riservati per la motivazione. Il calcolo è quindi il seguente:
1. Scadenza termine motivazioni: 90 giorni dal 7 giugno 2024, ovvero il 5 settembre 2024.
2. Inizio decorrenza termine impugnazione: Dal 5 settembre 2024 partono i 45 giorni per presentare ricorso.
3. Scadenza finale: Il termine scadeva il 20 ottobre 2024. Essendo una domenica, la scadenza è stata prorogata di diritto al giorno successivo, lunedì 21 ottobre 2024.
Il ricorso è stato invece presentato il 19 novembre 2024, quasi un mese dopo la scadenza ultima. Questo ritardo ha reso l’impugnazione irrimediabilmente inammissibile.
Le Motivazioni della Dichiarazione di Inammissibilità
Le motivazioni della Corte sono state lineari e si basano su un principio fondamentale del diritto processuale: la perentorietà dei termini. I termini stabiliti dalla legge per compiere un atto, come l’impugnazione di una sentenza, sono stabiliti a pena di decadenza. Ciò significa che, una volta scaduto il termine, il diritto di compiere quell’atto si estingue definitivamente.
La Corte non ha potuto fare altro che constatare il mancato rispetto di una norma procedurale chiara. La tardività non è un vizio sanabile né un dettaglio trascurabile; è un errore che preclude l’accesso al giudizio di legittimità, indipendentemente dalla fondatezza delle ragioni che si sarebbero volute sostenere. La dichiarazione di inammissibilità è, in questi casi, un atto dovuto.
Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Tardivo
Le implicazioni pratiche di questa decisione sono severe. Con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva. L’individuo non ha più alcuna possibilità di contestare la sua condanna in quella sede. Inoltre, a causa della sua iniziativa processuale infruttuosa, è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo caso sottolinea in modo esemplare l’importanza cruciale per ogni cittadino di affidarsi a una difesa tecnica attenta e diligente, che ponga la massima attenzione al rispetto delle scadenze processuali, il cui mancato rispetto può vanificare ogni strategia difensiva.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tardivo, ovvero è stato presentato oltre la scadenza del termine perentorio di 45 giorni previsto dalla legge per impugnare la sentenza della Corte d’Appello.
Come si calcola il termine per impugnare una sentenza quando il giudice si riserva dei giorni per le motivazioni?
Il termine per impugnare inizia a decorrere (dies a quo) non dal giorno della sentenza, ma dal giorno in cui scade il periodo che il giudice si è riservato per depositare le motivazioni. In questo caso, il termine di 45 giorni è iniziato 90 giorni dopo il deposito della sentenza.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, determinata dal giudice secondo equità, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35686 Anno 2025
I
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35686 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 11/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/06/2024 della CORTE APPELLO di ANCONA
dato avviso alle Parti;)
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NOME ricorre per cassazione avverso la sentenza in epigrafe indicata, deducend violazione di legge e vizio di motivazione in ordine all’affermazione della responsabilità per contestati, ai sensi dell’ art. 73 d.P.R.309/1990 e in ordine al trattamento sanzionatorio.
Il ricorso va dichiarato inammissibile, in quanto tardivo, essendo stato presentato il 19/11/2
Si precisa che la sentenza è stata depositata il 07/06/2024, che il giudice si è riservato 90 per il deposito delle motivazioni, che quindi il dies a quo del termine di 45 per impug decorre dal 05/09/2024. Il termine per impugnare scadeva il 20/10/2024, prorogato al 21/10/2024, trattandosi di domenica.
Consegue alla dichiarazione di inammissibilità la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila, determinata secondo equità, in favore dell Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 11 aprile 2025
GLYPH
Il Consigliere estensore
Il Presidente