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Termine notifica appello: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna della Corte d’Appello a causa del mancato rispetto del termine notifica appello. L’imputato e il suo difensore avevano ricevuto la citazione per l’udienza con un preavviso inferiore ai 40 giorni previsti dalla legge. La Suprema Corte ha ribadito che tale violazione costituisce una nullità di ordine generale che, se eccepita tempestivamente, comporta l’annullamento della decisione e la necessità di un nuovo giudizio, sottolineando come il diritto di difesa debba essere sempre garantito.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Notifica Appello: Quando un Vizio di Forma Annulla la Sentenza

Nel processo penale, la forma è sostanza. Il rispetto delle regole procedurali non è un mero formalismo, ma la garanzia fondamentale del diritto di difesa di ogni cittadino. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7204/2024) lo ribadisce con forza, annullando una condanna a causa del mancato rispetto del termine notifica appello. L’analisi di questa decisione offre spunti cruciali sull’importanza dei termini dilatori e sulle conseguenze della loro violazione.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un automobilista in primo grado per il reato previsto dall’art. 187 del Codice della Strada, ovvero il rifiuto di sottoporsi agli accertamenti per verificare l’assunzione di sostanze stupefacenti. La pena inflitta era di sei mesi di arresto e 2.000 euro di ammenda, oltre alla sanzione accessoria della sospensione della patente per un anno.

La Corte d’Appello di L’Aquila confermava la sentenza di primo grado, rigettando i motivi di impugnazione presentati dalla difesa. Tuttavia, la vicenda non si è conclusa qui. La difesa ha proposto ricorso per Cassazione, sollevando una questione di natura squisitamente procedurale, ma di fondamentale importanza.

Il Ricorso in Cassazione e il Termine Notifica Appello

Il fulcro del ricorso alla Suprema Corte era la violazione dell’articolo 601, comma 5, del codice di procedura penale. La difesa ha eccepito che il decreto di citazione a giudizio per l’udienza d’appello, fissata per il 31 maggio 2023, era stato notificato sia al difensore (28 aprile 2023) che all’imputato (3 maggio 2023) ben oltre il termine minimo di quaranta giorni previsto dalla legge.

Questo termine, definito “dilatorio”, non è un dettaglio trascurabile. Esso è posto a presidio del diritto di difesa, per consentire all’imputato e al suo legale di preparare adeguatamente le proprie argomentazioni. La notifica tardiva, secondo la tesi difensiva, avrebbe quindi compromesso questo diritto, generando una nullità della sentenza d’appello.

La Disciplina del Processo “Cartolare”

Un aspetto interessante del caso è che il processo d’appello si era svolto secondo il rito “cartolare”, una procedura semplificata basata su atti scritti introdotta durante l’emergenza pandemica. La Corte di Cassazione ha dovuto valutare se questa modalità speciale potesse in qualche modo derogare alle regole ordinarie sulla notifica. La risposta, come vedremo, è stata negativa, riaffermando la centralità delle garanzie difensive a prescindere dalla forma di celebrazione del giudizio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto agli altri motivi. I giudici hanno chiarito che il mancato rispetto del termine notifica appello di quaranta giorni, introdotto dalla recente riforma Cartabia, integra una nullità di ordine generale relativa all’intervento dell’imputato. Si tratta di un vizio che deve essere eccepito, come correttamente fatto dalla difesa, prima della deliberazione della sentenza di secondo grado.

La Corte ha sottolineato che la difesa aveva sollevato la questione tempestivamente tramite una memoria scritta, conformemente alle modalità previste per il processo cartolare. Questo ha reso l’eccezione di nullità pienamente valida ed efficace.

I giudici hanno poi precisato un punto fondamentale: la normativa emergenziale sul rito cartolare non ha in alcun modo modificato o derogato alle disposizioni dell’art. 601 c.p.p. sulla “vocatio in iudicium”, ovvero la citazione in giudizio. Le regole sulla tempistica delle notifiche sono rimaste immutate, poiché costituiscono un presidio irrinunciabile del diritto di difesa. Il fatto che l’udienza non si tenga in presenza non diminuisce la necessità per la difesa di avere un tempo congruo per prepararsi.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata. La conseguenza di questa decisione non è l’assoluzione dell’imputato, ma la “restituzione degli atti” a una diversa sezione della Corte d’Appello (in questo caso, quella di Perugia) per la celebrazione di un nuovo giudizio. Il nuovo processo dovrà iniziare con una corretta rinnovazione della citazione, assicurando alla difesa il pieno rispetto del termine dilatorio di quaranta giorni.

Questa sentenza riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: le garanzie procedurali, in particolare quelle che tutelano il diritto di difesa, non sono flessibili. Il rispetto dei termini stabiliti dalla legge è un requisito essenziale per la validità del processo e, di conseguenza, della sentenza che ne scaturisce.

Qual è il termine minimo per la notifica del decreto di citazione nel giudizio di appello penale?
In base all’art. 601 del codice di procedura penale, come modificato dalla riforma Cartabia, il termine per la notifica del decreto di citazione in appello è stato portato a quaranta giorni prima dell’udienza.

Cosa succede se il termine di notifica per l’appello non viene rispettato?
La violazione di questo termine integra una nullità di ordine generale relativa all’intervento dell’imputato. Se la nullità viene eccepita tempestivamente dalla difesa (prima della deliberazione della sentenza d’appello), la sentenza emessa è nulla e deve essere annullata.

La procedura emergenziale del processo “cartolare” ha modificato i termini di notifica?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la normativa speciale per il processo cartolare, introdotta durante la pandemia, non ha modificato le regole sulla citazione in giudizio (vocatio in iudicium), che continuano a essere regolate dall’art. 601 c.p.p., incluso il termine di quaranta giorni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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