Termine Impugnazione: Quando un Ricorso Diventa Inammissibile
Nel processo penale, il rispetto delle scadenze è un principio cardine che garantisce la certezza del diritto e la ragionevole durata dei procedimenti. Il termine impugnazione rappresenta il periodo di tempo, stabilito perentoriamente dalla legge, entro cui è possibile contestare una decisione giudiziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per ribadire l’importanza di questo istituto e le gravi conseguenze derivanti dalla sua inosservanza. Con l’ordinanza n. 4513/2024, i giudici supremi hanno dichiarato inammissibile un ricorso perché presentato oltre la scadenza prevista.
I Fatti del Caso: dalla Condanna al Ricorso in Cassazione
La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Arezzo per reati legati agli stupefacenti, ai sensi dell’art. 81 del codice penale e dell’art. 73 del D.P.R. 309/1990. La decisione di primo grado veniva successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Firenze con una sentenza emessa il 28 novembre 2022. Ritenendo la sentenza d’appello viziata per inosservanza di norme processuali e per la mancata assunzione di una prova decisiva, la difesa dell’imputato proponeva ricorso per Cassazione.
L’Analisi della Corte sul Termine Impugnazione
Il nucleo centrale della decisione della Suprema Corte non riguarda il merito delle accuse, ma una questione puramente procedurale: il rispetto del termine impugnazione. I giudici hanno rilevato che la sentenza della Corte d’Appello era stata depositata con “motivazione contestuale”, ovvero le ragioni della decisione erano state rese note contestualmente alla lettura del dispositivo. Questa circostanza è fondamentale perché, ai sensi dell’art. 585, comma 2, lettera B), del codice di procedura penale, fa scattare un termine per ricorrere particolarmente breve: solo quindici giorni.
Il Calcolo Fatale
Il conteggio è stato semplice e inappellabile. La sentenza impugnata era stata depositata il 28 novembre 2022. Il termine di quindici giorni per presentare ricorso scadeva, quindi, il 14 dicembre 2022. A quella data, in assenza di impugnazione, la sentenza sarebbe diventata irrevocabile, cioè definitiva. Il ricorso della difesa, invece, è stato depositato solo il 20 dicembre 2022, ben sei giorni oltre la scadenza.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione, applicando rigorosamente la normativa processuale, non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il mancato rispetto del termine perentorio di impugnazione impedisce al giudice di esaminare nel merito le censure mosse alla sentenza. L’atto di impugnazione tardivo è, infatti, un atto giuridicamente inefficace. La declaratoria di inammissibilità, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale, è stata pronunciata “senza formalità”, a riprova della manifesta fondatezza della questione procedurale.
Le Conclusioni
La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale: nel diritto, la forma è sostanza. Il mancato rispetto di un termine perentorio come quello per l’impugnazione ha conseguenze drastiche e definitive. In questo caso, l’inammissibilità del ricorso ha comportato non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e di versare una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza della diligenza e della precisione nella gestione dei termini processuali, la cui violazione può precludere irrimediabilmente l’esercizio del diritto di difesa.
 
Cosa succede se un ricorso in materia penale viene depositato dopo la scadenza del termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo significa che i giudici non esaminano le ragioni del ricorso (il merito), ma lo respingono per una violazione procedurale. La sentenza precedente diventa così definitiva.
Qual è il termine per impugnare una sentenza con motivazione contestuale?
Secondo l’art. 585, comma 2, lett. B) del codice di procedura penale, il termine per proporre impugnazione avverso una sentenza la cui motivazione viene depositata contestualmente al dispositivo è di quindici giorni.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, il cui importo è stato fissato in quattromila euro.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4513 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 4513  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a SCAFATI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 28/11/2022 della CORTE APPELLO di FIRENZE
‘dato avviso alle partT3
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
COGNOME, a mezzo del proprio difensore, ha presentato ricorso per Cassazione avverso la sentenza in epigrafe, con cui era stata confermata la senten del Tribunale di Arezzo del 5 luglio 2018, di condanna in relazione ai reati ex art cod. pen. e 73 d.P.R. n. 309 del 1990.
Il ricorrente ricorre avverso la sentenza della Corte di appello, deducen l’inosservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullità e/o inutilizz delle prove, ex art. 606, comma 1, lett. c), cod. proc. pen. e la mancata assunz di una prova decisiva.
 Il ricorso è inammissibile per mancato rispetto del termine di impugnazione di cui all’art. 585 cod. proc. pen..
Si trattava di sentenza con motivazione contestuale depositata il 28 novembre 2022, il termine di quindici giorni per presentare ricorso decorreva da tale da sensi dell’art. 585, comma 2, lett. B), cod. proc. pen. per cui sentenza era già nuta irrevocabile il 14 dicembre 2022 e, cioè, in data anteriore a quella del dep del ricorso avvenuto il 20 dicembre 2022.
La declaratoria di inammissibilità dell’odierna impugnazione va pronunciata «senza formalità» ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. (come pa menti introdotto dalla citata legge n. 103 del 2017).
Per le ragioni che precedono, il ricorso va dichiarato inammissibile con conse guente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – non rico rendo ragioni di esonero – al versamento della somma di euro quattromila in favor della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di euro quattromila alla Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 17 gennaio 2024.