Termine Impugnazione: Quando il Ritardo Costa il Processo
Nel labirinto delle procedure legali, il rispetto dei tempi è un pilastro fondamentale. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ce lo ricorda in modo inequivocabile, evidenziando come il mancato rispetto del termine impugnazione possa vanificare ogni strategia difensiva. Questo caso dimostra che, prima ancora di entrare nel merito di una questione, è il rispetto delle regole procedurali a determinare l’esito di un giudizio.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale riguarda un imputato condannato in primo grado e in appello per concorso in cessione continuata di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso. La Corte di Cassazione, in una precedente pronuncia, aveva annullato con rinvio la sentenza d’appello, ma solo limitatamente alla qualificazione giuridica dei fatti.
La Corte d’Appello di Napoli, in sede di rinvio, ha nuovamente giudicato il caso, confermando la condanna. Contro questa nuova sentenza, la difesa dell’imputato ha proposto un ulteriore ricorso per cassazione.
La Decisione della Corte e il Termine Impugnazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel vivo delle argomentazioni difensive. La sua attenzione si è fermata su un aspetto puramente procedurale: il ricorso è stato presentato fuori tempo massimo. La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile, applicando l’articolo 610 comma 5-bis del codice di procedura penale, che consente una declaratoria di questo tipo senza particolari formalità quando l’inosservanza dei termini è palese.
Il Calcolo del Termine per Impugnare
La Corte ha meticolosamente ricostruito il calcolo del termine impugnazione. La sentenza della Corte d’Appello era stata pronunciata il 26 gennaio 2024, con un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Le motivazioni sono state depositate il 26 aprile 2024, quindi entro il termine stabilito. Da quel momento è scattato il cosiddetto dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio per presentare il ricorso. Secondo la legge, il termine ultimo (dies ad quem) per impugnare scadeva prima della data in cui il ricorso è stato effettivamente presentato. Questo ritardo, anche se minimo, è risultato fatale.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni della Corte sono radicate in un principio cardine del diritto processuale: la perentorietà dei termini. Le scadenze fissate dalla legge non sono indicative, ma tassative. Il loro scopo è garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo, evitando che le controversie si protraggano all’infinito. Presentare un atto oltre il termine impugnazione stabilito dalla legge equivale a non presentarlo affatto, con la conseguenza che la sentenza impugnata diventa definitiva e non più contestabile. La decisione si fonda sull’articolo 610, comma 5-bis, c.p.p., una norma che rafforza il rigore procedurale e permette alla Corte di Cassazione di ‘filtrare’ rapidamente i ricorsi che presentano vizi formali evidenti, come appunto la tardività.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza offre un monito severo per tutti gli operatori del diritto. L’attenzione alla forma e alle scadenze procedurali non è un mero formalismo, ma una componente essenziale della tutela dei diritti. Un errore nel calcolo del termine impugnazione può compromettere irrimediabilmente l’esito di un processo, rendendo la sentenza di condanna definitiva a prescindere dalla fondatezza delle argomentazioni di merito. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a professionisti legali non solo competenti nel merito, ma anche estremamente rigorosi e diligenti nella gestione degli aspetti procedurali del contenzioso.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene presentato dopo la scadenza del termine?
Sulla base del provvedimento, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si limita a rilevare l’errore procedurale, rendendo definitiva la sentenza impugnata.
Come si calcola il termine per proporre impugnazione in questo caso?
Il termine (dies a quo) inizia a decorrere dalla data di deposito delle motivazioni della sentenza impugnata. Poiché le motivazioni sono state depositate entro 90 giorni dalla pronuncia, il termine per ricorrere in Cassazione era quello stabilito dall’art. 585 del codice di procedura penale, e il ricorso è stato depositato oltre tale scadenza.
È possibile sanare un ricorso presentato in ritardo?
No, l’ordinanza chiarisce che il mancato rispetto del termine impugnazione è una causa di inammissibilità che non può essere sanata. La legge prevede che possa essere dichiarata senza particolari formalità (ex art. 610 c. 5 bis c.p.p.), sottolineando la natura perentoria e inderogabile del termine.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 46168 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 46168 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/11/2024
OSSERVA
Rielvato che la difesa di NOME COGNOME ha proposto ricorso avverso la sentenza, indicata in epigrafe, con la quale la Corte d’appello di Napoli ha confermato quella di condan in primo grado, giudicando a seguito del rinvio per annullamento della precedente sentenza d’appello da parte della Terza Sezione penale di questa Corte di cassazione (sent. n. 32432 de 2023), limitatamente alla qualificazione giuridica dei fatti di cui al capo M) dell’imput (concorso in cessione continuata di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art. bis. 1, cod. pen., in Castellammare di Stabia nel 2016), dichiarata nel resto la inammissibi del ricorso dell’imputato;
Ritenuto che il ricorso è . inammissibile, per causa che può essere dichiarata senza formalità ai sensi dell’art. 610 c. 5 bis cod. proc. pen., aggiunto dall’art. 1, c. 62, della legge 23 giugno 2017, n. 103, in vigore a decorrere dal 3 agosto 2017, siccome proposto senza l’osservanza del termine stabilito dalla legge;
che, nella specie, il dies a quo per proprre impugnazione era il 3 maggio 2024 (sentenza pronunciata il 26/1/2024, con termine di giorni novanta indicato ai sensi dell’ 544, comma 3, cod. proc. pen. e deposito in data 26/4/2024, quindi entro lo stesso, con dies ad quem da individuarsi, ai sensi dell’art. 585, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., n