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Termine impugnazione penale: quando il ricorso è tardivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro una condanna per inosservanza dell’ordine di espulsione. La decisione si fonda sul mancato rispetto del termine impugnazione penale di quindici giorni, applicabile in caso di sentenza con motivazione contestuale letta in udienza. La Corte sottolinea l’irrilevanza dell’assenza dell’imputato ai fini del decorso dei termini.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Penale: la Cassazione ribadisce la perentorietà dei 15 giorni

Il rispetto del termine impugnazione penale è un pilastro fondamentale del processo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 32495/2025, lo ha ribadito con forza, dichiarando inammissibile un ricorso presentato anche solo pochi giorni dopo la scadenza. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere le rigide tempistiche procedurali e le conseguenze del loro mancato rispetto, anche quando le ragioni di merito appaiono fondate.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace di Lecce al pagamento di una pena pecuniaria di 10.000 euro per il reato di inosservanza dell’ordine di allontanamento dal territorio nazionale, previsto dall’art. 14, comma 5-quater, del d.lgs. 286/1998. La sentenza veniva emessa il 24 gennaio 2025, con motivazione letta contestualmente in udienza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Tramite il suo difensore, l’imputato proponeva ricorso alla Corte Suprema di Cassazione, adducendo diverse motivazioni per l’annullamento della condanna. Tra queste spiccavano:

* La presenza di un giustificato motivo che gli impediva di lasciare il Paese, legato a un precedente ordine di esecuzione a suo carico e a precarie condizioni economiche e documentali.
* Il contrasto tra la normativa nazionale in materia di immigrazione e la direttiva europea 2008/115/CE.
* L’illegittimità del decreto di espulsione, emesso senza il preventivo nulla osta dell’autorità giudiziaria, necessario poiché era pendente un altro procedimento penale.
* La mancanza dell’elemento psicologico del reato e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La Decisione della Cassazione: Il Termine Impugnazione Penale non ammette deroghe

Nonostante la pluralità dei motivi di ricorso, la Corte di Cassazione non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per una ragione puramente procedurale: la tardività.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sull’applicazione rigorosa delle norme del codice di procedura penale. In particolare, ha evidenziato che la sentenza del Giudice di Pace era stata pronunciata con “motivazione contestuale”, ovvero le ragioni della decisione erano state redatte e depositate contestualmente alla lettura del dispositivo in udienza.

In base all’art. 585, comma 1, lettera a), del codice di procedura penale, in questi casi il termine impugnazione penale è di quindici giorni. La sentenza era del 24 gennaio 2025, mentre il ricorso è stato depositato via PEC solo il 22 febbraio 2025, ben oltre il quindicesimo giorno utile.

La Corte ha inoltre precisato che l’assenza dell’imputato al momento della lettura della sentenza è del tutto irrilevante. Ai sensi dell’art. 420-bis c.p.p., l’imputato assente è sempre rappresentato dal suo difensore, e la notifica non è dovuta se la motivazione è contestuale. Il termine decorre per tutti dalla data dell’udienza. Di conseguenza, il ricorso, essendo stato proposto tardivamente, è stato dichiarato inammissibile.

Le conclusioni

Questa sentenza è un monito fondamentale sull’importanza del rigore procedurale. Dimostra come la difesa più argomentata nel merito possa essere vanificata da un errore nella gestione delle scadenze. Per gli operatori del diritto, la lezione è chiara: il calcolo del termine impugnazione penale deve essere meticoloso e non ammette distrazioni. Per l’imputato, la tardività del ricorso non solo ha reso definitiva la condanna, ma ha comportato anche un’ulteriore sanzione economica, con la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Qual è il termine per impugnare una sentenza penale quando la motivazione è letta in udienza?
In base all’art. 585, comma 1, lett. a), del codice di procedura penale, il termine per proporre impugnazione in questo caso è di quindici giorni, che decorrono dalla data della lettura del provvedimento in udienza.

L’assenza dell’imputato alla lettura della sentenza incide sul termine per l’impugnazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, quando l’imputato è rappresentato dal suo difensore, la sua assenza è irrilevante ai fini del calcolo del termine per l’impugnazione. Il termine decorre comunque dalla data dell’udienza per tutte le parti.

Cosa comporta la presentazione di un ricorso oltre i termini previsti dalla legge?
La presentazione di un ricorso tardivo ne determina l’inammissibilità. Ciò significa che il giudice non esaminerà le ragioni di merito dell’impugnazione. Inoltre, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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