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Termine impugnazione penale: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso perché presentato oltre il termine impugnazione penale. L’ordinanza chiarisce le modalità di calcolo del termine, specificando che decorre dalla scadenza del periodo per il deposito della motivazione della sentenza, anche se questa viene depositata in anticipo. Il mancato rispetto di tale scadenza ha comportato la conferma della condanna e il pagamento delle spese.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Penale: La Cassazione e la Scadenza Perentoria

Nel processo penale, il rispetto delle scadenze è un pilastro fondamentale. Presentare un atto oltre i tempi stabiliti dalla legge può avere conseguenze drastiche, come la dichiarazione di inammissibilità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: il corretto calcolo del termine impugnazione penale, ribadendo che la diligenza del difensore è essenziale per garantire la tutela dei diritti dell’imputato.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla condanna di un imputato da parte della Corte di Appello di Perugia per il reato di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, previsto dall’art. 495 del codice penale. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
Tuttavia, l’attenzione della Suprema Corte non si è concentrata sul merito della questione, bensì su un aspetto puramente procedurale: la tempestività del ricorso stesso.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Tardività

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è netta e inequivocabile: l’atto è stato depositato oltre il termine impugnazione penale stabilito dalla legge. Questa decisione, sebbene basata su un cavillo procedurale, ha l’effetto di rendere definitiva la condanna inflitta in appello, con l’ulteriore condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Calcolo del Termine Impugnazione Penale

Il cuore della decisione risiede nella meticolosa ricostruzione del calcolo dei termini, che serve da monito per tutti gli operatori del diritto. La Corte ha chiarito i seguenti passaggi:

1. Data di Delibera e Termine per la Motivazione: La sentenza d’appello è stata deliberata il 28 febbraio 2025. Non essendo stato indicato un termine specifico per il deposito della motivazione, si applica il termine di legge di quindici giorni. La scadenza per il deposito era, quindi, il 15 marzo 2025.
2. Deposito Anticipato e Irrilevanza: La Corte di Appello ha depositato la sentenza con le sue motivazioni in anticipo, il 4 marzo 2025. Tuttavia, la Cassazione ha sottolineato un principio fondamentale: il termine per impugnare non decorre dalla data dell’effettivo deposito, ma dalla data di scadenza del termine legale o giudiziale per il deposito stesso. Pertanto, il ‘dies a quo’ (giorno dal quale far partire il conteggio) rimaneva il 15 marzo 2025.
3. Calcolo del Termine Finale: A partire dal 15 marzo 2025, è iniziato a decorrere il termine di 30 giorni per proporre ricorso, a cui si sono aggiunti ulteriori 15 giorni previsti per le impugnazioni presentate da un luogo diverso da quello del giudice che ha emesso la sentenza. Il termine finale per presentare il ricorso scadeva quindi il 29 aprile 2025.
4. Deposito Tardivo: Il ricorso è stato depositato il 12 maggio 2025, ben oltre la scadenza. Questa tardività ha reso l’impugnazione irricevibile, precludendo ogni esame nel merito.

La Corte ha inoltre precisato che la celebrazione del processo d’appello con rito cartolare non ha alcuna incidenza sui termini di impugnazione, che restano disciplinati dall’art. 585 del codice di procedura penale.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce l’importanza cruciale del rispetto dei termini perentori nel processo penale. La decisione sottolinea che l’anticipato deposito della motivazione da parte del giudice non abbrevia i tempi a disposizione della difesa per preparare l’impugnazione. Il calcolo deve sempre basarsi sulla scadenza legale o giudiziale del termine per il deposito. La conseguenza della tardività è fatale: il ricorso viene dichiarato inammissibile senza che i motivi vengano nemmeno esaminati, rendendo la condanna definitiva e comportando sanzioni economiche per il ricorrente. Per gli avvocati, ciò significa la necessità di una gestione impeccabile delle scadenze processuali, poiché un errore di calcolo può compromettere irrimediabilmente l’esito di un caso.

Da quando inizia a decorrere il termine per l’impugnazione se la motivazione della sentenza viene depositata prima della scadenza legale?
Il termine per proporre impugnazione decorre dalla scadenza del termine stabilito dalla legge (o dal giudice) per il deposito della motivazione, e non dalla data in cui la motivazione viene effettivamente depositata, anche se questa è anteriore alla scadenza.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato oltre il termine prescritto?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina i motivi del ricorso, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Il rito cartolare, utilizzato nel processo d’appello, modifica i termini per proporre l’impugnazione?
No, la disciplina del rito cartolare non interviene sui termini di impugnazione, i quali restano regolati esclusivamente dall’articolo 585 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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