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Termine impugnazione appello: quando è tardivo?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché presentato oltre i termini. L’ordinanza chiarisce che il termine impugnazione appello non beneficia della proroga di quindici giorni se il giudizio si è svolto con rito camerale non partecipato e l’imputato non ha chiesto di presenziare. La tardività del ricorso assorbe ogni altra questione sollevata, inclusa quella di legittimità costituzionale.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Impugnazione Appello: La Tardività nel Rito Camerale

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro del sistema giudiziario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce l’importanza di rispettare il termine impugnazione appello, chiarendo quando non è applicabile la proroga di quindici giorni. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche, specialmente nei casi di procedimenti camerali non partecipati.

I Fatti del Caso: La Condanna in Appello

Il caso ha origine da una sentenza della Corte d’appello che, in parziale riforma di una decisione di primo grado, ha riconosciuto a un imputato le circostanze attenuanti generiche per il reato di rapina impropria. La pena è stata rideterminata in due anni di reclusione e 400 euro di multa. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione tramite il proprio difensore.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione di Tardività

L’imputato, prima di entrare nel merito delle sue doglianze, ha sollevato questioni di legittimità costituzionale relative ad alcune norme del codice di procedura penale. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rilevato un problema preliminare e assorbente: la tardività del ricorso. Questo vizio procedurale ha impedito ai giudici di esaminare qualsiasi altro motivo, rendendo di fatto il ricorso inammissibile.

Il Calcolo del Termine Impugnazione Appello nel Rito Camerale

La Corte Suprema ha fondato la sua decisione su un principio consolidato, cruciale per calcolare correttamente il termine impugnazione appello. La questione centrale ruota attorno all’applicabilità o meno della proroga di quindici giorni prevista dall’articolo 585, comma 1-bis, del codice di procedura penale.

La Differenza tra “Giudicato in Assenza” e Procedimento Camerale

La Corte ha chiarito che l’estensione del termine è prevista per l’imputato giudicato in assenza. Tuttavia, questa condizione non si verifica quando il giudizio d’appello si svolge con rito camerale non partecipato e l’imputato non ha presentato una tempestiva richiesta di partecipazione all’udienza. In tale scenario, il processo si celebra senza la fissazione di un’udienza a cui l’imputato ha diritto di partecipare. Di conseguenza, non può essere considerato “assente” nel senso tecnico del termine e non può beneficiare della proroga.

Il Calcolo Concreto e l’Inammissibilità

Nel caso specifico:
1. Il giudizio d’appello si è svolto con rito camerale non partecipato il 09/11/2023.
2. La sentenza è stata redatta con motivazione contestuale, facendo decorrere immediatamente il termine per l’impugnazione.
3. Senza la proroga, il termine per ricorrere in Cassazione era di quindici giorni, con scadenza il 24/11/2023.
4. Il ricorso è stato depositato solo il 07/12/2023, ben oltre la scadenza.

Questa tardività ha reso il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando il carattere perentorio dei termini processuali. Il principio affermato è che la mancata richiesta di partecipazione a un’udienza camerale non abilita l’imputato a beneficiare di termini più lunghi previsti per altre situazioni, come il giudizio in assenza. La ratio della norma è tutelare chi non ha avuto effettiva conoscenza del processo, una condizione che non ricorre nel procedimento camerale scritto in cui la difesa è pienamente coinvolta. La tardività del ricorso, essendo un vizio procedurale grave, assorbe ogni altra doglianza, comprese le questioni di costituzionalità, che non possono quindi essere esaminate nel merito.

Conclusioni: L’Importanza del Rispetto dei Termini Processuali

Questa ordinanza serve come un importante monito per gli operatori del diritto. La distinzione tra le diverse forme procedurali ha conseguenze dirette e non trascurabili sul calcolo dei termini per le impugnazioni. La decisione evidenzia che la scelta del rito e la partecipazione attiva al processo sono elementi determinanti. Ignorare queste sottigliezze procedurali può portare a conseguenze irreparabili, come la declaratoria di inammissibilità di un ricorso, precludendo ogni possibilità di revisione della sentenza nel merito.

Quando non si applica l’aumento di 15 giorni per il termine di impugnazione?
L’aumento di quindici giorni previsto dall’art. 585, comma 1-bis, c.p.p. non si applica quando il giudizio d’appello è stato trattato con procedimento camerale non partecipato e l’imputato non ha avanzato una tempestiva istanza di partecipazione all’udienza.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per tardività. Essendo stato depositato il 07/12/2023, era stato presentato oltre il termine di quindici giorni che scadeva il 24/11/2023, calcolato a partire dalla data della sentenza (09/11/2023) emessa con motivazione contestuale.

Cosa comporta per l’imputato non chiedere di partecipare all’udienza camerale d’appello?
Se l’imputato non chiede di partecipare a un’udienza d’appello celebrata con rito camerale non partecipato, non può essere considerato “giudicato in assenza”. Di conseguenza, non ha diritto all’aumento di quindici giorni del termine per presentare ricorso per cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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