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Termine di 48 ore DASPO: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione. La decisione si fonda sulla violazione del diritto di difesa, in quanto non è stato possibile accertare con sicurezza il rispetto del termine di 48 ore DASPO concesso all’interessato per difendersi tra la notifica del provvedimento del Questore e il deposito dell’ordinanza del GIP. L’incertezza sull’orario di deposito ha portato all’annullamento della misura restrittiva della libertà personale.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine di 48 ore nel DASPO: Quando la Fretta Viola il Diritto di Difesa

Il diritto di difesa è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico, e la sua violazione può avere conseguenze determinanti sull’efficacia dei provvedimenti restrittivi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio in materia di DASPO, sottolineando l’importanza cruciale del termine di 48 ore DASPO concesso al destinatario della misura per predisporre le proprie difese. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti: Il DASPO e l’Obbligo di Firma

Il caso riguarda un provvedimento emesso dal Questore di una città del nord Italia nei confronti di un tifoso. La misura prevedeva, oltre al divieto decennale di accedere a manifestazioni sportive, anche un obbligo di presentazione (comunemente noto come ‘obbligo di firma’) per un periodo di cinque anni. Questo obbligo imponeva al soggetto di recarsi in Questura in occasione di tutte le partite della squadra locale, sia in casa che in trasferta, incluse le amichevoli, e persino durante gli incontri della nazionale di calcio disputati nella provincia.

Il provvedimento del Questore veniva notificato all’interessato in data 24 luglio alle ore 9:46. Successivamente, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) convalidava la misura con un’ordinanza depositata il 26 luglio.

Il Ricorso in Cassazione: La Violazione del termine di 48 ore DASPO

Il difensore del tifoso ha impugnato l’ordinanza di convalida del GIP davanti alla Corte di Cassazione, sollevando diverse questioni. Il motivo principale, e quello che si è rivelato decisivo, era la violazione del diritto di difesa per il mancato rispetto del termine minimo di 48 ore.

La legge prevede infatti che tra la notifica del provvedimento del Questore e la decisione di convalida del GIP debba intercorrere un lasso di tempo di almeno 48 ore. Questo intervallo è essenziale per consentire all’interessato e al suo legale di preparare una difesa adeguata, depositando memorie, documenti e altre deduzioni.

L’Incertezza sull’Orario di Deposito

Nel caso specifico, l’ordinanza di convalida del GIP era datata 26 luglio, ma non riportava l’orario di deposito. Era stato unicamente accertato che fosse stata trasmessa alla Questura alle ore 13:50 dello stesso giorno. Di conseguenza, non era possibile stabilire con assoluta certezza se il deposito fosse avvenuto prima o dopo le ore 9:46 del 26 luglio, momento in cui sarebbero scadute le 48 ore dalla notifica.

Le Motivazioni della Cassazione sul termine di 48 ore DASPO

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio di garanzia fondamentale. I giudici hanno stabilito che l’incertezza sulla tempestività della convalida, quando non può essere risolta attraverso gli atti disponibili, deve sempre andare a favore del cittadino sottoposto alla misura.

In tema di libertà personale, non è ammissibile ricorrere a presunzioni per affermare la regolarità di un atto giudiziario. L’onere di garantire il pieno rispetto del termine dilatorio spetta all’autorità giudiziaria. Poiché non era possibile provare che l’ordinanza del GIP fosse stata depositata dopo la scadenza delle 48 ore, la Corte ha presunto che fosse stata depositata prima, violando così il diritto di difesa dell’interessato.

Questa violazione procedurale, considerata di ordine generale, ha reso nulla l’ordinanza di convalida.

Le Conclusioni: L’Importanza del Rispetto delle Garanzie Difensive

La Corte ha quindi annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e, di conseguenza, ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore, ma limitatamente alla parte che imponeva l’obbligo di presentazione. Tale obbligo, infatti, costituisce una misura restrittiva della libertà personale e richiede la convalida giurisdizionale per essere efficace.

Questa sentenza ribadisce che le garanzie procedurali, come il termine di 48 ore DASPO, non sono mere formalità, ma strumenti essenziali a tutela dei diritti fondamentali del cittadino. Anche in contesti volti a prevenire la violenza negli stadi, l’azione delle autorità deve sempre svolgersi nel rigoroso rispetto delle regole processuali, pena l’inefficacia delle misure adottate.

Perché il rispetto del termine di 48 ore è cruciale nella convalida di un DASPO con obbligo di firma?
Perché questo termine è posto a garanzia del diritto di difesa. Serve a concedere al destinatario della misura un tempo adeguato per preparare e presentare le proprie argomentazioni difensive (memorie, documenti) al Giudice per le Indagini Preliminari prima che questi decida sulla convalida.

Cosa succede se l’orario di deposito dell’ordinanza di convalida del GIP non è indicato?
Se l’orario non è indicato e non è possibile desumerlo con certezza dagli atti, l’incertezza si risolve a favore del cittadino. La Corte presume che il deposito sia avvenuto prima della scadenza del termine di 48 ore, determinando la nullità dell’ordinanza per violazione del diritto di difesa.

L’annullamento della convalida cancella completamente il DASPO?
No. In questo caso, la sentenza ha dichiarato inefficace solo la parte del provvedimento relativa all’obbligo di presentazione, poiché è questa la misura che limita la libertà personale e richiede una convalida giurisdizionale. Il divieto di accesso agli stadi, essendo una misura di polizia, può rimanere valido a seconda di come è strutturato il provvedimento originale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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