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Termine di 48 ore DASPO: annullata la convalida

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, poiché non è stato possibile accertare il pieno rispetto del termine di 48 ore DASPO concesso all’interessato per esercitare il proprio diritto di difesa. La sentenza sottolinea che questo intervallo temporale è una garanzia procedurale inviolabile, la cui violazione comporta la nullità della convalida e l’inefficacia della misura restrittiva.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine di 48 ore DASPO: La Cassazione Annulla la Convalida per Violazione del Diritto di Difesa

Il provvedimento di DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), specialmente quando accompagnato dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, rappresenta una significativa limitazione della libertà personale. Proprio per questo, la legge prevede una serie di garanzie procedurali a tutela del cittadino. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il rispetto del termine di 48 ore DASPO concesso all’interessato per preparare la propria difesa non è una mera formalità, ma un diritto inviolabile. La sua violazione determina la nullità della convalida del giudice.

Il Caso: un DASPO e una Convalida Troppo Rapida

La vicenda trae origine da un provvedimento emesso dal Questore nei confronti di un giovane tifoso, ritenuto coinvolto in scontri avvenuti a margine di un incontro di calcio. Il Questore disponeva un DASPO della durata di cinque anni, aggravato dalla prescrizione di presentarsi presso un ufficio di polizia in occasione delle partite della sua squadra.

Il provvedimento veniva notificato all’interessato in data 20 novembre alle ore 10:00. Il giorno successivo, il Pubblico Ministero richiedeva la convalida al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), il quale la emetteva il 22 novembre. Tuttavia, dall’atto di convalida non era possibile evincere l’orario esatto in cui era stata disposta.

La Violazione del Termine di 48 ore DASPO come Motivo di Ricorso

Il difensore del giovane ha presentato ricorso per cassazione, lamentando proprio la violazione di legge. La tesi difensiva si fondava su un punto cruciale: non era stato garantito al suo assistito il pieno rispetto del termine dilatorio di 48 ore tra la notifica del provvedimento e la sua convalida da parte del GIP. Questo lasso di tempo, secondo la giurisprudenza consolidata, è essenziale per consentire alla persona colpita dal DASPO di predisporre e depositare eventuali memorie difensive prima della decisione del giudice.

La procedura prevede infatti che, entro 48 ore dalla notifica del DASPO con obbligo di firma, il PM debba chiederne la convalida al GIP, il quale a sua volta deve decidere entro le successive 48 ore. La prassi interpretativa ha chiarito che, all’interno di questo schema, deve essere salvaguardato un termine utile per la difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno affermato che l’esigenza di assicurare un esercizio effettivo e utile del diritto di difesa impone che la convalida del GIP intervenga solo dopo che siano trascorse integralmente le 48 ore dalla notifica del provvedimento all’interessato. Questo periodo costituisce una garanzia irrinunciabile.

Nel caso specifico, la notifica era avvenuta il 20 novembre alle 10:00, quindi il termine sarebbe scaduto il 22 novembre alle 10:00. Poiché l’ordinanza di convalida, pur essendo datata 22 novembre, non riportava l’ora, era impossibile verificare con certezza che fosse stata emessa dopo la scadenza del termine. Questa incertezza, secondo la Corte, si risolve a favore del cittadino. Non potendo dimostrare il rispetto del termine, la procedura è viziata e la convalida è nulla.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma con forza un principio cardine dello Stato di diritto: le garanzie procedurali, specialmente quando incidono sulla libertà personale, devono essere rispettate in modo rigoroso. Il termine di 48 ore DASPO non può essere compresso o reso incerto. La conseguenza di tale violazione è drastica: l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza di convalida e la declaratoria di inefficacia della misura più afflittiva, ovvero l’obbligo di presentazione. Questa decisione serve da monito per le autorità procedenti, ricordando che l’efficienza nella prevenzione non può mai andare a discapito dei diritti fondamentali di difesa.

Cosa succede se il GIP convalida un DASPO prima della scadenza del termine di 48 ore dalla notifica?
La convalida è illegittima e viene considerata nulla. Come stabilito dalla Corte di Cassazione in questa sentenza, il mancato rispetto del termine dilatorio viola il diritto di difesa e comporta l’annullamento del provvedimento di convalida.

Da quale momento decorre il termine di 48 ore per la difesa?
Il termine decorre dal momento esatto della notificazione del provvedimento del Questore all’interessato, non dalla data di emissione dell’atto stesso.

In questo caso specifico, l’intero DASPO è stato annullato?
No. La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida del GIP e ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore limitatamente alla parte che imponeva l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, che è la prescrizione che richiede il controllo giurisdizionale. Il divieto di accesso agli stadi, essendo una misura amministrativa, può rimanere in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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