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Termine convalida DASPO: annullato per violazione difesa

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, poiché emessa prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per esercitare il proprio diritto di difesa. La sentenza sottolinea che il rispetto di questo termine per la convalida del DASPO è un requisito fondamentale, la cui violazione comporta la nullità del provvedimento e l’inefficacia delle misure restrittive imposte.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine Convalida DASPO: La Cassazione Annulla per Violazione del Diritto di Difesa

Il provvedimento di DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive), in particolare quando accompagnato dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, rappresenta una misura restrittiva di notevole impatto sulla libertà personale. Per questo motivo, la sua adozione è circondata da precise garanzie procedurali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito l’importanza cruciale del termine convalida DASPO, chiarendo che il mancato rispetto delle 48 ore a disposizione della difesa per presentare memorie rende nullo il provvedimento.

I Fatti del Caso

Un tifoso era stato colpito da un’ordinanza del Questore di Brescia che gli vietava l’accesso a manifestazioni sportive su tutto il territorio nazionale per dieci anni. Inoltre, il provvedimento gli imponeva, per cinque anni, di presentarsi presso un ufficio di Polizia in occasione degli incontri disputati dalla sua squadra di calcio.

Il Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.) del Tribunale di Brescia convalidava tale ordinanza. Contro questa decisione, il tifoso proponeva ricorso per cassazione, lamentando una violazione fondamentale del suo diritto di difesa. In particolare, sosteneva che il G.i.p. avesse emesso la convalida prima che fossero trascorse le 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore, termine previsto dalla legge per consentirgli di presentare le proprie ragioni.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza di convalida. Di conseguenza, ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore, limitatamente alla parte che imponeva l’obbligo di presentazione presso gli uffici di Polizia.

La Corte ha verificato le tempistiche: il provvedimento del Questore era stato notificato all’interessato il 24 luglio alle ore 8:35, mentre l’ordinanza di convalida del G.i.p. era stata depositata il 26 luglio, senza un’indicazione oraria precisa. Poiché il termine di 48 ore sarebbe scaduto il 26 luglio alle 8:35, e in assenza di una prova contraria, la Corte ha applicato il principio del favor rei, ritenendo che il termine non fosse stato rispettato.

Le Motivazioni: Il Termine Convalida DASPO e la Tutela della Difesa

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 6 della legge n. 401/1989. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la fase di convalida del provvedimento del Questore, sebbene rapida, deve garantire un contraddittorio, seppur documentale. All’interessato deve essere concessa la “facoltà di presentare, personalmente o a mezzo del difensore, memorie o deduzioni al giudice competente per la convalida”.

Per assicurare l’effettività di questo diritto, la Corte ha stabilito che il G.i.p. non può procedere alla convalida prima che sia decorso un termine di quarantotto ore dalla notifica del provvedimento all’interessato. Questo lasso di tempo è speculare a quello concesso al Pubblico Ministero per richiedere la convalida e serve a consentire alla persona colpita dal provvedimento di prendere visione degli atti e preparare un’adeguata difesa scritta.

Il mancato rispetto di questo termine dilatorio non è una mera irregolarità, ma costituisce una nullità di ordine generale ai sensi dell’art. 178, lettera c), del codice di procedura penale, poiché incide direttamente sull’assistenza e la rappresentanza dell’interessato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza riafferma un baluardo di civiltà giuridica: anche le misure preventive, adottate per ragioni di ordine pubblico, devono sottostare a regole procedurali inderogabili a tutela del diritto di difesa. Le autorità giudiziarie devono prestare la massima attenzione al rispetto del termine convalida DASPO di 48 ore, calcolato dal momento della notifica all’interessato. In caso di dubbio sull’orario di emissione del provvedimento di convalida, l’incertezza gioca a favore del cittadino. Per gli avvocati, questa pronuncia offre un solido appiglio per contestare le convalide affrettate, garantendo che i propri assistiti possano effettivamente far sentire la propria voce prima che una misura così afflittiva diventi definitiva.

Cosa succede se il G.i.p. convalida un DASPO prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica?
L’ordinanza di convalida è nulla per violazione del diritto di difesa. La Corte di Cassazione annulla tale ordinanza e dichiara l’inefficacia delle misure più afflittive, come l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Da quando decorre il termine di 48 ore per presentare memorie difensive?
Il termine di 48 ore, concesso all’interessato per esercitare il proprio diritto di difesa, inizia a decorrere dal momento esatto in cui il provvedimento del Questore viene notificato alla persona destinataria della misura, e non dalla data di emissione dell’atto.

Perché il rispetto del termine di 48 ore è così importante?
È una garanzia fondamentale per assicurare un contraddittorio effettivo. Questo lasso di tempo permette all’interessato e al suo difensore di esaminare gli atti e predisporre memorie o deduzioni da sottoporre al giudice prima che questi decida sulla convalida, bilanciando così le esigenze di sicurezza con i diritti individuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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