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Termine a comparire: sentenza annullata per notifica tardiva

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna della Corte d’Appello di Roma per un vizio di procedura. La notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello è stata effettuata solo 5 giorni prima dell’udienza, violando il termine a comparire minimo previsto dalla legge. Tale violazione ha integrato una nullità procedurale che, unita all’intervenuta prescrizione dei reati, ha portato all’annullamento senza rinvio della sentenza e all’estinzione del reato.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termine a Comparire: Quando un Errore di Notifica Annulla la Condanna

Nel processo penale, il rispetto delle regole procedurali non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale a garanzia del diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 36022/2025) lo ribadisce con forza, annullando una condanna a causa della violazione del termine a comparire. Questo caso dimostra come un vizio di notifica possa avere conseguenze decisive sull’esito di un intero procedimento, fino a portare all’estinzione del reato per prescrizione.

I Fatti del Caso

Un imputato era stato condannato dalla Corte di Appello di Roma alla pena di un anno di reclusione e 2000 euro di multa per una serie di reati legati agli stupefacenti, qualificati come di lieve entità. La difesa, non accettando la decisione, ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando sia aspetti di merito sia, e soprattutto, un grave errore procedurale avvenuto nel giudizio di secondo grado.

I Motivi del Ricorso: il Nodo della Notifica Tardiva

Il ricorso si fondava principalmente su due punti:
1. Una critica sulla valutazione delle prove, sostenendo che la modesta quantità di sostanza stupefacente fosse compatibile con l’uso personale e non con lo spaccio.
2. Una violazione di legge relativa alla nullità del decreto di citazione per il giudizio di appello. La difesa ha evidenziato che la notifica all’imputato era stata omessa e quella al difensore di fiducia era avvenuta in gravissimo ritardo, solo cinque giorni prima dell’udienza.

È stato questo secondo motivo a rivelarsi decisivo.

La Violazione del Termine a Comparire e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il secondo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto a ogni altra questione. Il Codice di Procedura Penale, all’articolo 601, stabilisce che tra la data di notifica del decreto di citazione e la data dell’udienza in appello deve intercorrere un termine a comparire di almeno venti giorni. Sebbene in casi di urgenza questo termine possa essere abbreviato, non può comunque compromettere il diritto di difesa.

Nel caso specifico, la notifica era avvenuta solamente cinque giorni prima dell’udienza, un tempo palesemente insufficiente per preparare un’adeguata difesa. La Corte ha qualificato questa violazione come una “nullità di ordine generale a regime intermedio”, un vizio che deve essere eccepito prima della deliberazione della sentenza di secondo grado, cosa che la difesa aveva puntualmente fatto.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si concentra sull’importanza cruciale del termine a comparire. Questo intervallo di tempo non è un mero adempimento burocratico, ma lo strumento che permette all’imputato e al suo difensore di preparare strategie, consultare atti e presentarsi in udienza con piena consapevolezza. Una sua violazione lede direttamente il nucleo essenziale del diritto di difesa. La Corte ha ribadito un principio già affermato dalle Sezioni Unite: il mancato rispetto di tale termine integra una nullità che, se tempestivamente eccepita, non può essere ignorata. Di conseguenza, la sentenza emessa all’esito di un’udienza irregolarmente fissata è a sua volta viziata e deve essere annullata.

Le Conclusioni

L’accoglimento del motivo procedurale ha portato all’annullamento della sentenza della Corte d’Appello. Tuttavia, la Cassazione ha fatto un passo ulteriore. Verificando i tempi del procedimento, ha constatato che, nel frattempo, i reati contestati erano caduti in prescrizione. Le varie sospensioni del corso della prescrizione, incluse quelle per legittimo impedimento del difensore, non sono state sufficienti a impedire il decorso del tempo massimo previsto dalla legge. Pertanto, la Corte ha annullato la sentenza impugnata “senza rinvio”, dichiarando l’estinzione dei reati. Questo significa che il processo si è concluso definitivamente, non per un’assoluzione nel merito, ma a causa di un errore procedurale che, combinato con i tempi della giustizia, ha reso impossibile una pronuncia di condanna.

Cosa succede se il decreto di citazione in appello viene notificato in ritardo?
La notifica tardiva, che non rispetta il termine minimo a comparire previsto dalla legge, integra una nullità di ordine generale a regime intermedio. Se questa nullità viene eccepita dalla difesa prima della deliberazione della sentenza, comporta l’annullamento della sentenza stessa.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza senza rinviare il caso a un altro giudice?
La Corte ha annullato senza rinvio perché, nel corso del tempo necessario per arrivare al giudizio di legittimità, i reati contestati si sono estinti per prescrizione. Di conseguenza, un nuovo processo sarebbe stato inutile, in quanto non sarebbe più stato possibile emettere una condanna.

Qual è il termine minimo a comparire nel giudizio di appello penale?
Secondo l’articolo 601 del codice di procedura penale, il termine minimo è di venti giorni. La sentenza chiarisce che, anche in caso di procedure urgenti che prevedono un termine abbreviato, questo non può essere inferiore a quindici giorni, per garantire un adeguato esercizio del diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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