LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tenuità dell’offesa: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 17088/2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante la valutazione sulla tenuità dell’offesa. La Corte ha stabilito che, se la decisione del giudice di merito è adeguatamente motivata e non illogica, non può essere contestata in Cassazione, confermando la condanna della ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità dell’offesa: la Cassazione fissa i paletti per l’impugnazione

L’istituto della particolare tenuità dell’offesa rappresenta un importante strumento di deflazione del sistema penale, permettendo di escludere la punibilità per reati considerati di lieve entità. Tuttavia, quando è possibile contestare la valutazione del giudice su questo punto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 17088/2025) offre chiarimenti cruciali, stabilendo che la valutazione del giudice di merito è largamente discrezionale e può essere difficilmente messa in discussione in sede di legittimità, a patto che sia adeguatamente motivata.

Il caso in esame

Una persona condannata dalla Corte d’Appello di Milano ha presentato ricorso per cassazione, contestando la sentenza di secondo grado. Il fulcro del ricorso verteva proprio sul mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto, un aspetto che, se accolto, avrebbe portato all’esclusione della punibilità.

La ricorrente sosteneva che i giudici d’appello non avessero valutato correttamente tutti gli elementi necessari a configurare la lieve entità del reato commesso. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile.

La discrezionalità del giudice e la valutazione della tenuità dell’offesa

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: la valutazione sulla particolare tenuità dell’offesa è un esercizio di discrezionalità attribuito al giudice del merito. Questo significa che è il giudice che ha analizzato le prove e i fatti (primo e secondo grado) a dover ponderare tutti gli indici previsti dalla legge, come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo.

Citando precedenti sentenze, tra cui una delle Sezioni Unite, la Corte ha specificato che non è necessario che il giudice analizzi in modo esplicito e dettagliato ogni singolo elemento. È sufficiente che indichi gli elementi che ha ritenuto più rilevanti per giungere alla sua conclusione.

Le motivazioni

Il punto centrale della decisione è che il ricorso per cassazione non può diventare un terzo grado di giudizio sui fatti. La valutazione sulla tenuità del fatto non può essere oggetto di ricorso in Cassazione se la decisione del giudice di merito è supportata da una motivazione sufficiente, logica e non arbitraria. Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse fornito una giustificazione adeguata per la sua decisione, non frutto di un ragionamento palesemente illogico o di un mero arbitrio. Pertanto, la valutazione era da considerarsi insindacabile in quella sede.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione comporta due conseguenze significative per la ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. L’ordinanza sottolinea un’importante lezione pratica: impugnare una sentenza basandosi esclusivamente sulla valutazione della tenuità dell’offesa è una strada in salita. Se la motivazione del giudice di merito è ben costruita e logicamente coerente, le possibilità di successo in Cassazione sono estremamente ridotte.

È sempre possibile contestare in Cassazione la valutazione sulla tenuità dell’offesa?
No, non è sempre possibile. La valutazione sulla particolare tenuità dell’offesa può essere contestata in Cassazione solo se la motivazione del giudice di merito è inesistente, manifestamente illogica o frutto di mero arbitrio. Se la motivazione è sufficiente e coerente, la decisione non è sindacabile.

Quali elementi deve considerare il giudice per valutare la tenuità del fatto?
Il giudice deve considerare gli indici previsti dall’articolo 133 del codice penale, come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo. Tuttavia, non è obbligato a esaminarli tutti analiticamente, ma può basare la sua decisione su quelli che ritiene più significativi.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati