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Tenuità del fatto: quando sollevare l’eccezione?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’imputata che chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Sebbene una modifica legislativa avesse reso applicabile l’istituto durante il giudizio d’appello, la difesa non aveva sollevato la questione in quella sede. La Suprema Corte ha stabilito che tale eccezione, richiedendo una valutazione di merito, non può essere proposta per la prima volta in Cassazione se l’opportunità di farlo esisteva già nel grado precedente, determinando così una preclusione processuale.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: Quando e Come Sollevare l’Eccezione?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21138/2024) offre un importante chiarimento sui termini processuali per sollevare la questione della particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale. Il caso analizzato dimostra come una modifica legislativa favorevole, intervenuta durante il processo, debba essere tempestivamente eccepita per non perdere il diritto di avvalersene. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un’imputata condannata in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte di Appello per un reato previsto dal Codice Antimafia (art. 75 d.lgs. n. 159/2011). La condanna, ridotta per la scelta del rito abbreviato, era di otto mesi di reclusione.

L’imputata ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su un unico motivo: la mancata applicazione da parte della Corte di Appello della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La difesa sosteneva che tale istituto era diventato applicabile al suo caso a seguito di una modifica normativa (la c.d. Riforma Cartabia) entrata in vigore nel corso del giudizio di secondo grado, specificamente dopo la proposizione dell’appello ma prima della sua conclusione.

La Questione sulla Particolare Tenuità del Fatto in Cassazione

Il punto centrale del ricorso era se il giudice d’appello avesse dovuto, anche d’ufficio, dichiarare il non doversi procedere per la tenuità del fatto, date le nuove e più favorevoli disposizioni di legge. La difesa ha evidenziato come tutte le condizioni per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. fossero presenti e che il principio di retroattività della legge penale più favorevole ne imponesse la valutazione.

Tuttavia, la Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato, sottolineando un aspetto procedurale decisivo. Nonostante la novella legislativa fosse entrata in vigore il 30 dicembre 2022 e la sentenza d’appello fosse stata emessa il 9 marzo 2023, l’imputata non aveva sollevato la questione in sede di conclusioni davanti alla Corte di Appello. Questa omissione si è rivelata fatale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la questione sull’applicabilità dell’art. 131-bis del codice penale non può essere dedotta per la prima volta in sede di legittimità se la norma era già in vigore al momento della deliberazione della sentenza impugnata. Il giudice di merito, in assenza di una specifica richiesta, non ha l’obbligo di pronunciarsi sulla relativa causa di esclusione della punibilità.

I giudici hanno spiegato che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto implica un apprezzamento di merito, ovvero un’analisi concreta delle modalità della condotta, dell’entità del danno e del grado della colpevolezza. Questo tipo di valutazione è precluso alla Corte di Cassazione, il cui compito è limitato al controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).

Nel caso di specie, la difesa avrebbe potuto e dovuto sollevare la questione davanti alla Corte di Appello, che avrebbe avuto il potere di compiere tale accertamento. Non avendolo fatto, il diritto di eccepire la tenuità del fatto si è considerato precluso. In altre parole, l’opportunità processuale è andata persa e non può essere recuperata nel successivo grado di giudizio.

Conclusioni

La sentenza n. 21138/2024 rafforza un importante monito per la difesa tecnica: la vigilanza e la tempestività sono cruciali, specialmente in un contesto di frequenti riforme legislative. Se una nuova legge più favorevole entra in vigore durante un processo, è onere della parte interessata sollevare immediatamente la relativa questione davanti al giudice che sta procedendo. Attendere il giudizio di Cassazione per dedurre per la prima volta un’eccezione che richiede una valutazione dei fatti equivale a una preclusione, con la conseguenza di perdere definitivamente la possibilità di beneficiare della norma più favorevole. Il ricorso è stato quindi rigettato, con condanna dell’imputata al pagamento delle spese processuali.

Quando va sollevata l’eccezione di particolare tenuità del fatto se la legge cambia durante il processo d’appello?
Deve essere sollevata davanti alla Corte d’Appello prima che questa decida il caso, ad esempio in sede di conclusioni. Non si può attendere il ricorso in Cassazione.

La Corte di Cassazione può applicare d’ufficio la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No, se la questione non è stata precedentemente sollevata davanti ai giudici di merito (primo grado e appello) e richiede una valutazione dei fatti. La Cassazione si occupa solo di questioni di diritto (legittimità).

Cosa succede se la difesa non chiede l’applicazione della tenuità del fatto in appello, pur potendolo fare?
Si verifica una preclusione processuale. Ciò significa che la parte perde il diritto di sollevare la questione nel successivo grado di giudizio, ovvero davanti alla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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