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Tenuità del fatto: quando non si applica per evasione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per evasione, negando l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione si fonda sul notevole lasso di tempo dell’allontanamento e sull’intensità del dolo del ricorrente, che si era reso irrintracciabile. Il ricorso è stato giudicato generico e non in grado di confutare le motivazioni della corte d’appello, con conseguente condanna del ricorrente alle spese processuali e al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: La Cassazione Nega il Beneficio per Lunga Evasione

L’istituto della tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, volto a escludere la punibilità per condotte illecite di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questo beneficio in relazione al reato di evasione, sottolineando come la durata dell’allontanamento e l’intensità dell’intento criminale siano elementi decisivi.

I Fatti del Caso: Il Ricorso contro la Condanna per Evasione

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un soggetto condannato dalla Corte d’Appello di Milano per il reato di evasione. L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente era il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, la condotta contestata avrebbe dovuto essere considerata di lieve entità e, pertanto, non meritevole di sanzione penale.

La Valutazione sulla Tenuità del Fatto da Parte della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo che la censura mossa dal ricorrente fosse del tutto generica e non si confrontasse adeguatamente con le solide motivazioni della sentenza di secondo grado. La Corte d’Appello, infatti, aveva già escluso l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p. sulla base di due elementi fattuali di cruciale importanza:

1. Il notevole lasso temporale dell’allontanamento: La durata dell’evasione non era stata breve o trascurabile, ma si era protratta per un periodo significativo.
2. L’intensità del dolo: L’intenzione criminale del soggetto era stata giudicata elevata, poiché nel corso dell’allontanamento si era reso completamente irrintracciabile, dimostrando una chiara volontà di sottrarsi al controllo dell’autorità giudiziaria.

Questi due fattori, secondo i giudici di merito prima e di legittimità poi, impedivano di qualificare il fatto come “tenue”.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha osservato che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile perché non riesce a scalfire il ragionamento logico e giuridico della sentenza impugnata. Il tentativo di invocare la tenuità del fatto si scontra con una valutazione già compiuta e ben argomentata dalla Corte d’Appello, che aveva evidenziato elementi ostativi all’applicazione del beneficio. In sostanza, il ricorso non ha offerto nuovi spunti o contestato validamente le ragioni per cui il fatto non poteva essere considerato di lieve entità. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto è un giudizio complesso che non può prescindere da un’analisi concreta della condotta. Nel reato di evasione, la durata dell’assenza e il comportamento tenuto dall’imputato durante tale periodo sono indicatori essenziali per misurare la gravità del fatto e l’intensità del dolo. Una lunga latitanza e la volontà di rendersi irreperibili sono elementi che, come chiarito dalla Cassazione, sono incompatibili con il riconoscimento della lieve entità del reato, confermando la piena punibilità della condotta.

Quando il reato di evasione non può essere considerato di “particolare tenuità del fatto”?
Secondo la Corte, il reato di evasione non può essere considerato di particolare tenuità quando l’allontanamento si protrae per un notevole lasso di tempo e l’intensità del dolo è elevata, come nel caso in cui la persona si renda irrintracciabile.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nell’ordinanza in esame.

Perché il ricorso è stato giudicato inammissibile senza un’analisi nel merito della tenuità del fatto?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non si confrontava adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata. La Corte d’Appello aveva già spiegato in modo esauriente perché la tenuità del fatto non fosse applicabile, e il ricorso non ha sollevato argomenti validi per contestare tale valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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