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Tenuità del fatto: quando non si applica per abusi

Un imprenditore è stato condannato per aver realizzato una tensostruttura abusiva per l’addestramento di cavalli. In Cassazione, ha invocato la non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma il ricorso è stato respinto. La Corte ha stabilito che la tenuità del fatto non può essere riconosciuta a fronte di abusi edilizi significativi, considerando la dimensione dell’opera, la sua collocazione in zona sismica, lo scopo imprenditoriale e la mancata regolarizzazione nel tempo.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto e Abusi Edilizi: la Cassazione Fa Chiarezza

L’applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto rappresenta una delle questioni più dibattute nel diritto penale, specialmente in materie come quella degli abusi edilizi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sui limiti di questo istituto, stabilendo che non può essere invocato quando la condotta, seppur formalmente riconducibile a un reato, presenta profili di gravità concreta. Il caso analizzato riguarda la costruzione di una tensostruttura senza permessi in una zona soggetta a vincoli specifici.

Il Caso: Una Tensostruttura Abusiva per l’Addestramento di Cavalli

I fatti traggono origine dalla condanna, confermata in primo e secondo grado, di un imprenditore per aver realizzato una tensostruttura destinata all’addestramento di cavalli. L’opera era stata costruita in violazione di diverse normative: non solo quelle puramente edilizie (art. 44 D.P.R. 380/2001), ma anche quelle antisismiche (artt. 93, 94 e 95 D.P.R. 380/2001). La condanna inflitta era stata di due mesi di arresto e 17.500 euro di ammenda.

I Motivi del Ricorso e l’Invito alla Tenuità del Fatto

L’imprenditore ha presentato ricorso per Cassazione basandosi su due principali motivi. Il primo, e più rilevante, era la mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, che prevede la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, l’abuso commesso doveva essere considerato di lieve entità. Il secondo motivo lamentava un vizio nella motivazione relativa alla determinazione della pena, ritenuta eccessiva.

La Valutazione della Cassazione sulla Tenuità del Fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo che le censure sollevate fossero questioni di merito, non rivalutabili in sede di legittimità. I giudici hanno sottolineato che la decisione della Corte d’Appello di non riconoscere la tenuità del fatto era basata su una motivazione logica, congrua e priva di vizi.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha validato il ragionamento dei giudici di merito, i quali avevano escluso la tenuità dell’offesa sulla base di una serie di elementi concreti e significativi. In primo luogo, sono state evidenziate le peculiarità del luogo in cui era sorta la costruzione: si trattava di una zona sismica e situata in una fascia di rispetto autostradale, aree soggette a tutele rafforzate per la sicurezza pubblica.

Inoltre, la struttura non era destinata a un uso privato e occasionale, ma allo svolgimento di un’attività imprenditoriale. Questo, unito alle dimensioni considerevoli dell’opera, ha contribuito a delineare un quadro di offensività tutt’altro che trascurabile. Un altro fattore determinante è stata l’impossibilità di ottenere una sanatoria edilizia, a riprova della non regolarizzabilità dell’intervento. Infine, la Corte ha dato peso al comportamento successivo del ricorrente, che, anche a distanza di anni, non aveva provveduto a ripristinare lo stato dei luoghi, dimostrando una persistente indifferenza verso la legalità.

Anche riguardo al trattamento sanzionatorio, la Cassazione ha ritenuto adeguata la motivazione, che aveva tenuto conto delle dimensioni dell’opera, della sua realizzazione in zona sismica e della capacità a delinquere del soggetto, giudicando la pena proporzionata secondo i criteri dell’art. 133 del codice penale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la valutazione sulla tenuità del fatto non è un automatismo, ma un giudizio complesso che deve tenere conto di tutte le circostanze del caso. Per gli abusi edilizi, elementi come la localizzazione in zone vincolate (sismiche o di altro tipo), la destinazione commerciale dell’opera, le sue dimensioni e la condotta post-reato dell’imputato sono decisivi per escludere l’applicazione della causa di non punibilità. La decisione conferma che l’interesse pubblico alla sicurezza e all’ordinato sviluppo del territorio prevale quando l’abuso non è meramente formale, ma presenta concreti profili di pericolosità e un significativo impatto negativo.

È possibile invocare la particolare tenuità del fatto per un abuso edilizio?
Sì, in linea di principio è possibile, ma la sua applicazione è esclusa quando l’abuso presenta elementi di gravità concreta, come la realizzazione in zona sismica o per fini commerciali, e l’imputato non ha provveduto a ripristinare lo stato dei luoghi.

Quali elementi impediscono l’applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto in un caso di abuso edilizio?
Secondo la sentenza, gli elementi ostativi sono: la costruzione in zona sismica e in fascia di rispetto autostradale, lo svolgimento di un’attività imprenditoriale, le dimensioni della struttura, l’impossibilità di ottenere una sanatoria e il comportamento successivo del reo che non ha ripristinato la legalità.

La Corte di Cassazione può riesaminare nel merito la decisione del giudice sulla tenuità del fatto?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito tale decisione. Il suo controllo è limitato a verificare che la motivazione del giudice precedente sia logica, congrua e non presenti vizi giuridici, senza entrare in una nuova valutazione dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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