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Tenuità del fatto: quando non si applica? Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una condanna per danneggiamento aggravato. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, motivando che la condotta non era episodica. Gli altri motivi di ricorso sono stati respinti in quanto mere reiterazioni di argomenti già disattesi in appello.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: quando la non episodicità esclude la non punibilità

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per la deflazione del sistema penale, escludendo la punibilità per fatti di reato considerati minimi. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione discrezionale del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i confini di questa valutazione, sottolineando come la non episodicità della condotta possa costituire un ostacolo insormontabile per il suo riconoscimento.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato di danneggiamento aggravato, ai sensi dell’art. 635 c.p. La difesa dell’imputato aveva basato il proprio ricorso per Cassazione su tre motivi principali, contestando la valutazione della Corte di merito su aspetti cruciali della vicenda processuale.

I Motivi del Ricorso

La difesa ha articolato il proprio ricorso su tre doglianze principali:
1. Errata valutazione dell’elemento soggettivo: Si contestava la motivazione della sentenza riguardo alla sussistenza della consapevolezza e volontarietà dell’azione lesiva, ritenendo che la documentazione difensiva non fosse stata adeguatamente considerata.
2. Mancata applicazione della tenuità del fatto: Il cuore del ricorso risiedeva nella lamentela per la non applicazione della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis c.p., considerata manifestamente infondata la motivazione della Corte territoriale.
3. Negato accesso alla giustizia riparativa: L’imputato lamentava il mancato accoglimento della richiesta di accedere a un programma di giustizia riparativa.

La Valutazione sulla Tenuità del Fatto

Il punto centrale della decisione della Suprema Corte riguarda il secondo motivo di ricorso. La Corte d’Appello aveva escluso l’applicazione della tenuità del fatto in ragione della “non episodicità del reato contestato”. La Cassazione ha ritenuto questa motivazione congrua, logica e sufficiente. Viene richiamato il principio, consolidato anche dalle Sezioni Unite, secondo cui il giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto. Il giudice deve considerare, ai sensi dell’art. 133 c.p., le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno, esercitando un potere discrezionale che, se correttamente motivato, non è sindacabile in sede di legittimità.

le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutti i motivi. Per quanto riguarda il primo e il terzo motivo, i giudici hanno rilevato che si trattava di una “pedissequa reiterazione” di argomentazioni già dedotte in appello e puntualmente disattese dalla Corte di merito. Tali motivi sono stati considerati non specifici ma solo apparenti, poiché non contenevano una critica argomentata della sentenza impugnata. Sul secondo motivo, quello relativo alla tenuità del fatto, la Corte ha confermato la correttezza dell’operato dei giudici di merito. La motivazione che escludeva il beneficio in base alla non occasionalità della condotta è stata giudicata pienamente legittima, rientrando nei poteri discrezionali del giudice di merito la valutazione degli indici previsti dall’art. 133 c.p. per decidere sull’applicabilità dell’art. 131-bis c.p.

le conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ribadisce che un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere critiche nuove e specifiche alla sentenza di appello, e non limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni. In secondo luogo, e più significativamente, consolida l’orientamento secondo cui la valutazione sulla particolare tenuità del fatto è ampiamente discrezionale. Un elemento come la “non episodicità” della condotta è sufficiente a giustificare il diniego del beneficio, in quanto indice di una gravità del fatto e di un bisogno di pena che superano la soglia della minima offensività richiesta dalla norma.

Quando un motivo di ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Un motivo di ricorso è considerato inammissibile quando si risolve nella pedissequa reiterazione di argomenti già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito, senza assolvere alla funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso.

Perché è stata esclusa l’applicazione della causa di non punibilità per la tenuità del fatto?
L’applicazione è stata esclusa in ragione della non episodicità del reato contestato. La Corte ha ritenuto che tale circostanza, valutata discrezionalmente dal giudice di merito, fosse sufficiente a considerare il fatto non particolarmente tenue e quindi meritevole di sanzione penale.

Quali elementi deve considerare il giudice per valutare la tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso, tenendo conto, ai sensi dell’art. 133 del codice penale, delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da essa desumibile e dell’entità del danno o del pericolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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