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Tenuità del fatto: quando non si applica allo spaccio

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per un’ipotesi di spaccio di stupefacenti. Il Tribunale aveva applicato la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto, ma il Procuratore ha impugnato la decisione. La Cassazione ha accolto il ricorso, sottolineando che la condotta abituale dell’imputato, evidenziata da vendite reiterate, possesso di droghe in più luoghi, ingenti somme di denaro e precedenti specifici, è incompatibile con il beneficio della tenuità del fatto.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto e Spaccio: La Cassazione Annulla Proscioglimento per Condotta Abituale

L’istituto della tenuità del fatto, previsto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la punibilità di reati considerati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione è soggetta a precisi limiti, soprattutto quando la condotta dell’imputato rivela una certa serialità o professionalità. Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione interviene per ribadire questi confini, annullando un proscioglimento per spaccio di stupefacenti e chiarendo quando l’attività illecita non può essere considerata di ‘particolare tenuità’.

I Fatti di Causa: Spaccio Continuato e Proscioglimento

Il caso nasce da un procedimento penale a carico di un individuo accusato del reato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, un’ipotesi attenuata prevista dalla legge sugli stupefacenti. Il Tribunale di Milano, in fase predibattimentale, aveva emesso una sentenza di non doversi procedere, ritenendo il fatto di particolare tenuità e applicando, quindi, la causa di non punibilità.

Tuttavia, il quadro probatorio a disposizione delineava una situazione ben diversa da un episodio isolato. Dagli atti emergeva che l’imputato non era un trasgressore occasionale.

Il Ricorso del Pubblico Ministero

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un’errata applicazione dell’art. 131-bis c.p. Secondo l’accusa, il Tribunale aveva ignorato una serie di elementi che dimostravano l’abitualità della condotta dell’imputato, un fattore che per legge osta all’applicazione della tenuità del fatto. Gli elementi portati all’attenzione della Corte erano:

* Le dichiarazioni di un acquirente, che affermava di comprare droga dall’imputato due volte a settimana da circa un anno.
* Il sequestro di stupefacenti sia nell’abitazione dell’imputato sia in quella della figlia.
* L’ammissione dello stesso imputato di spacciare quotidianamente.
* Il ritrovamento di oltre 45.000 euro in contanti, somma non giustificata da alcuna attività lavorativa.
* La presenza di precedenti penali specifici, reiterati e recenti.

La Tenuità del Fatto secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso del Pubblico Ministero fondato. I giudici supremi hanno evidenziato come la decisione del Tribunale fosse palesemente in contrasto con i presupposti richiesti dalla norma. Il proscioglimento per tenuità del fatto richiede una valutazione complessa che tenga conto non solo della minima offensività del singolo episodio, ma anche della non abitualità del comportamento.

Gli Indici della Condotta Abituale

La Corte ha elencato gli ‘indici sintomatici’ che, nel caso di specie, non solo escludevano la tenuità, ma suggerivano una vera e propria professionalità criminale. Questi includevano:

1. Modalità del fatto: La cessione di sostanze pesanti, concordata telefonicamente.
2. Contestualità: La detenzione simultanea di diverse tipologie di droghe (pesanti e leggere).
3. Luoghi: Il possesso in più abitazioni.
4. Profitto: La detenzione di un’elevata somma di denaro in contanti.

Questi elementi, considerati nel loro insieme, delineano un’attività illecita strutturata e continuativa, incompatibile con il concetto di ‘fatto tenue’.

L’Insufficienza della Motivazione del Tribunale

La Cassazione ha criticato la motivazione della sentenza impugnata, definendola carente. Il Tribunale non aveva fornito una spiegazione adeguata e specifica del perché il reato contestato, nonostante i chiari indici contrari, dovesse essere qualificato come di ‘particolare tenuità’ e quindi dotato di una ‘minima e trascurabile offensività in concreto’.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha ribadito un principio consolidato, richiamando anche una pronuncia delle Sezioni Unite: per escludere la punibilità, il giudice deve valutare congiuntamente tutte le peculiarità della fattispecie, incluse le modalità della condotta e il grado di colpevolezza. La presenza di una condotta abituale, che si configura quando l’autore ha commesso almeno due illeciti oltre a quello in esame, è un ostacolo insormontabile all’applicazione dell’istituto. La Corte ha chiarito che la pluralità di illeciti non richiede necessariamente la presenza di condanne irrevocabili, ma può essere accertata dal giudice procedente.

In questo caso, il semplice confronto tra l’imputazione e il dispositivo della sentenza del Tribunale era sufficiente per capire che i presupposti per la non punibilità non sussistevano. Di conseguenza, la decisione di prosciogliere l’imputato disattendeva i canoni interpretativi fissati dalla giurisprudenza di legittimità.

Le Conclusioni

La sentenza è stata annullata e gli atti sono stati trasmessi nuovamente al Tribunale di Milano per un nuovo giudizio. Questa decisione rafforza un importante principio: la ‘tenuità del fatto’ non è un salvacondotto per reati commessi con regolarità e sistematicità. L’istituto è riservato a episodi veramente isolati e di minima gravità, dove il comportamento dell’autore non manifesta una tendenza a delinquere. Per i reati di droga, quando emergono elementi che indicano un’attività di spaccio non occasionale, questa causa di non punibilità non può trovare applicazione, garantendo che la risposta sanzionatoria sia adeguata alla reale pericolosità della condotta.

Quando la vendita di droga non può essere considerata di ‘particolare tenuità’?
Secondo la Corte, la vendita di droga non può essere considerata di particolare tenuità quando emergono indici di professionalità e abitualità, come la cessione continuata nel tempo, la detenzione di diverse tipologie di sostanze, il possesso in più luoghi e la disponibilità di ingenti somme di denaro non giustificate.

La condotta abituale impedisce l’applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto?
Sì. La sentenza conferma che la condotta abituale, dimostrata dalla ripetizione di più illeciti della stessa indole (anche se non accertati con condanna definitiva), è un presupposto ostativo che impedisce l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale.

Il Pubblico Ministero può ricorrere contro una sentenza di proscioglimento per tenuità del fatto emessa prima del dibattimento?
Sì, la Corte chiarisce che il Pubblico Ministero è legittimato a proporre ricorso per cassazione avverso una sentenza di non doversi procedere per denunciare l’erronea applicazione della legge, come nel caso di un’ingiustificata applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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