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Tenuità del fatto: quando non si applica all’evasione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione, che invocava la non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione si basa su due elementi ostativi: la durata prolungata dell’allontanamento, protrattosi per ore, e i precedenti penali del soggetto. Questi fattori, secondo la Corte, impediscono di qualificare il reato come di minore offensività e, di conseguenza, di applicare l’art. 131-bis c.p.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: Perché non Si Applica a un’Evasione di Poche Ore?

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito i confini di questo istituto in relazione al reato di evasione, stabilendo che la durata dell’allontanamento e i precedenti penali dell’imputato sono elementi decisivi per escluderne il riconoscimento.

I Fatti del Caso: L’Appello contro la Condanna per Evasione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Roma per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato aveva presentato ricorso per cassazione, lamentando la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. A suo avviso, le circostanze specifiche del suo allontanamento avrebbero dovuto condurre a un giudizio di minima offensività e, di conseguenza, a un proscioglimento.

La Decisione della Corte sulla tenuità del fatto

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto categoricamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, i motivi presentati erano generici e manifestamente infondati. La Corte d’Appello aveva, infatti, correttamente motivato la sua decisione di non applicare l’art. 131-bis c.p., basandosi su elementi concreti che ostacolavano un giudizio favorevole sulla gravità del fatto.

Le Motivazioni: Durata dell’Evasione e Precedenti Penali

La decisione della Cassazione si fonda su due pilastri argomentativi chiari e distinti che hanno impedito di qualificare il reato come di lieve entità:

1. La durata dell’allontanamento: Il fatto che l’evasione si sia protratta per diverse ore è stato considerato un elemento significativo. Una violazione prolungata degli obblighi di custodia non può essere considerata un’offesa minima al bene giuridico tutelato dalla norma, che è l’autorità delle decisioni giudiziarie.
2. I precedenti penali: La presenza di altre condanne a carico dell’imputato ha contribuito a delineare un quadro di non occasionalità del comportamento illecito. Questo aspetto è fondamentale nella valutazione complessiva richiesta dall’art. 131-bis, che tiene conto anche della condotta susseguente al reato e della personalità dell’autore.

In sostanza, la Corte ha ribadito che la combinazione di una condotta non istantanea e di un profilo soggettivo già macchiato da precedenti penali rende impossibile considerare l’episodio come un fatto di particolare tenuità del fatto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza un orientamento giurisprudenziale consolidato: l’istituto della particolare tenuità del fatto non è una scorciatoia per ottenere l’impunità. La sua applicazione richiede un’analisi rigorosa che vada oltre la mera natura del reato contestato. La decisione sottolinea che elementi come la durata della condotta illecita e la storia criminale del reo sono indicatori cruciali dell’offensività complessiva del fatto e della personalità dell’agente. Per i cittadini, questo significa che anche per reati apparentemente meno gravi come l’evasione, la valutazione del giudice sarà sempre completa e attenta a tutti gli aspetti concreti della vicenda, e la presenza di ‘macchie’ nel proprio passato giudiziario può precludere l’accesso a benefici di legge.

Quando il reato di evasione non può beneficiare della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo questa ordinanza, il beneficio è escluso quando l’allontanamento si protrae per un tempo significativo (in questo caso, per ore) e quando l’imputato ha già riportato precedenti condanne penali.

Quali elementi ha considerato la Corte per escludere la minore offensività del fatto?
La Corte ha basato la sua decisione su due elementi concreti: la durata dell’evasione e la presenza di precedenti penali a carico del ricorrente. Questi fattori sono stati ritenuti ostativi alla formulazione di un giudizio di minore offensività.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione e quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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