Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22712 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22712 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOMECOGNOME nato a MESSINA il 24/12/1973
avverso la sentenza del 06/12/2024 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
1. Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Messina che ha confermato la condanna dell’imputato per il reato di cui all’art. 494 cod. pen.;
2. Considerato che il primo motivo di ricorso – che deduce violazione di legge e vizio di motivazione in ordine alla dichiarazione di responsabilità dell’imputato – non è consentito dall
legge in sede di legittimità perché costituito da mere doglianze in punto di fatto che si risolv nella pedissequa reiterazione di quelle già dedotte in appello e puntualmente disattese dalla
Corte di merito, dovendosi le stesse considerare non specifiche ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto
di ricorso;
3. Rilevato che il secondo motivo di ricorso – che contesta il mancato riconoscimento della causa di non punibilità della particolare tenuità del fatto – è manifestamente infondato, d
momento che la sentenza impugnata esprime una adeguata motivazione in ordine all’esclusione dell’art. 131-bis cod. pen., riferendosi ai plurimi precedenti penali a suo carico, e non soltant
quello, pià recente, risalente al 2014. La motivazione non è illogica e insindacabile in sede
legittimità.
In particolare, si rammenta che il giudizio sulla tenuità richiede una valutazion complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta, che tenga conto, ai sen dell’art. 133, comma 1, cod. pen., delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse desumibile e dell’entità del danno o del pericolo (Sez. U, n. 13681 del 25/02/2016, Tushaj, Rv. 266590), ma non è necessaria la disamina di tutti gli elementi di valutazione previsti essendo sufficiente l’indicazione di quelli ritenuti rilevanti (Sez. 6, n. 55107 del 08/11/2 COGNOME, Rv. 274647), sicché è da ritenersi adeguata la motivazione che dia conto dell’assenza di uno soltanto dei presupposti richiesti dall’art. 131-bis cod. pen., ritenuto, evidentement decisivo (Sez. 3, n. 34151 del 18/06/2018, COGNOME, Rv. 273678);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
DEPOSITATA GLYPH
Così deciso il 07 maggio 2025
Il Consigliere estensore
Il Presidente