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Tenuità del fatto: quando il ricorso è inammissibile

Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza e senza patente ricorre in Cassazione chiedendo il riconoscimento della particolare tenuità del fatto. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La reiterazione della guida senza patente e i precedenti penali ostacolano l’applicazione del beneficio.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: La Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso per Guida in Stato di Ebbrezza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato il tema della tenuità del fatto e dei requisiti di ammissibilità del ricorso, fornendo importanti chiarimenti. Il caso riguarda un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza e senza patente che si era rivolto alla Suprema Corte per ottenere l’applicazione della causa di non punibilità e le attenuanti generiche. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea dura dei giudici di merito.

I Fatti di Causa

Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Pisa per due contravvenzioni al Codice della Strada: guida in stato di ebbrezza (art. 186, comma 2, lett. b) e guida senza patente (art. 116, comma 15). La pena veniva rideterminata dalla Corte di Appello di Firenze in un mese e venticinque giorni di arresto e 450,00 euro di ammenda. La condotta era aggravata dall’aver provocato un sinistro stradale.

L’Appello e il Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per Cassazione basandolo su due motivi principali:
1. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale.
2. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

Secondo la difesa, i giudici di merito avrebbero errato nel non considerare la scarsa gravità della condotta e nel negare una riduzione di pena basata su circostanze favorevoli.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso sulla Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile. I giudici hanno osservato come i motivi presentati fossero una mera riproposizione di censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte di Appello, senza una critica specifica alle argomentazioni della sentenza impugnata. Questo vizio procedurale è di per sé sufficiente a determinare l’inammissibilità.

Le Motivazioni della Corte Suprema

Entrando nel merito delle questioni sollevate, la Corte ha fornito una chiara spiegazione del perché le richieste dell’imputato non potessero essere accolte, rafforzando i principi che regolano la valutazione della tenuità del fatto e la concessione delle attenuanti.

La Valutazione sulla Tenuità del Fatto

La Corte di Appello aveva negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. sottolineando due elementi cruciali: la reiterazione nel biennio della guida senza patente e la circostanza che l’imputato si fosse messo alla guida in stato di ebbrezza. La Cassazione ha confermato la correttezza di questo ragionamento, richiamando un importante principio delle Sezioni Unite (sent. n. 13681/2016), secondo cui la valutazione sulla tenuità richiede un esame complesso e congiunto di tutti gli aspetti del caso concreto. Devono essere considerati, ai sensi dell’art. 133 c.p., le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del pericolo. La presenza di comportamenti recidivi e la pericolosità intrinseca della guida in stato di ebbrezza sono elementi che ostacolano il riconoscimento della particolare tenuità.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche riguardo al secondo motivo, la Suprema Corte ha convalidato la decisione dei giudici di secondo grado. La negazione delle attenuanti generiche era stata motivata sulla base dell’assenza di elementi favorevoli all’imputato e, soprattutto, sui suoi numerosi precedenti penali, anche per reati gravi, come risultava dal certificato del casellario giudiziale. La valutazione sulla concessione delle attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e, se motivata in modo logico e sufficiente come in questo caso, non è sindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce due principi fondamentali. In primo luogo, un ricorso in Cassazione non può limitarsi a ripetere le argomentazioni già respinte nei gradi precedenti, ma deve contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata. In secondo luogo, l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è esclusa quando la condotta, seppur singolarmente non gravissima, si inserisce in un quadro di illegalità più ampio, caratterizzato dalla reiterazione di illeciti e da precedenti penali significativi. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Perché la Corte di Cassazione ha escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano escluso la tenuità del fatto a causa della reiterazione nel biennio del reato di guida senza patente e della circostanza che l’imputato guidava in stato di ebbrezza, elementi che complessivamente rendono il fatto non particolarmente tenue.

Quali elementi hanno portato al rigetto della richiesta di concessione delle attenuanti generiche?
La richiesta è stata respinta a causa della mancanza di elementi favorevoli all’imputato e, in particolare, per via dei suoi numerosi e gravi precedenti penali, come attestato dal certificato del casellario giudiziale.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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