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Tenuità del fatto: quando è esclusa anche con errori?

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per tentato furto aggravato, escludendo la causa di non punibilità per tenuità del fatto. La sentenza chiarisce che se le modalità della condotta e l’entità del danno non sono lievi, l’offesa non può essere considerata tenue. Di conseguenza, diventa irrilevante un eventuale errore del giudice di merito nel valutare l’abitualità del comportamento dell’imputato, poiché per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. devono sussistere entrambi i requisiti (tenuità dell’offesa e non abitualità).

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: Esclusa se la Condotta è Grave, Anche con Errori sui Precedenti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui presupposti per l’applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Il caso riguardava un tentato furto in un supermercato, ma i principi espressi dalla Corte hanno una valenza generale. La decisione sottolinea come la valutazione sulla gravità della condotta e del danno sia prioritaria e possa rendere irrilevante persino un errore del giudice sui precedenti penali dell’imputato.

I Fatti del Processo

L’imputato era stato condannato in primo e in secondo grado per tentato furto continuato e aggravato. Aveva tentato di sottrarre diciassette capi di abbigliamento da un supermercato, per un valore complessivo di circa 312 euro. Per farlo, aveva rimosso i dispositivi antitaccheggio, danneggiando gravemente gli indumenti di maggior valore e rendendoli invendibili. L’uomo era stato bloccato dal personale di vigilanza subito dopo aver superato le casse.

La Corte d’Appello aveva negato sia l’applicazione della tenuità del fatto sia l’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.), basando la prima decisione anche sulla presunta abitualità del comportamento dell’imputato, desunta da un certificato del casellario giudiziale.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due vizi principali:

1. Travisamento della prova: Sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente utilizzato un certificato del casellario giudiziale appartenente a un’altra persona per affermare la sua abitualità a delinquere.
2. Violazione di legge: Contestava il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno lieve, sostenendo che la Corte avesse confuso il valore della merce (recuperata) con il danno patrimoniale effettivo, che a suo dire era minimo.

Tenuità del Fatto: i Principi della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una lezione chiara sui criteri per valutare la tenuità del fatto. L’art. 131-bis c.p. richiede due condizioni cumulative: la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento.

La Corte ha stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente escluso la tenuità dell’offesa basandosi su elementi oggettivi, a prescindere dai precedenti penali. Nello specifico, le modalità della condotta (la rimozione violenta dei dispositivi antitaccheggio) e l’entità del danno (il danneggiamento irreparabile di parte della merce) erano state giudicate tutt’altro che tenui.

Poiché manca uno dei due requisiti fondamentali (la tenuità dell’offesa), qualsiasi discussione sul secondo (la non abitualità) diventa superflua. In altre parole, anche se il giudice avesse effettivamente commesso un errore nel valutare il certificato penale, la decisione di non applicare l’art. 131-bis sarebbe comunque rimasta valida, perché fondata sulla gravità intrinseca del fatto commesso.

La Valutazione del Danno Patrimoniale

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Cassazione ha ribadito che l’attenuante del danno di speciale tenuità non dipende solo dal valore economico della merce sottratta, ma richiede una valutazione complessiva delle ripercussioni negative sulla vittima. Un valore di oltre 300 euro non è stato considerato di per sé irrisorio.

Inoltre, e questo è un punto cruciale, la restituzione della merce è un post factum, cioè un evento successivo alla commissione del reato, che non può essere considerato per valutare l’entità del danno al momento del fatto. Il danno, ai fini dell’attenuante, deve essere valutato nel momento in cui il reato si consuma.

Le motivazioni

La Corte Suprema ha ritenuto che il giudizio dei giudici di merito fosse logico e corretto. L’esclusione della tenuità del fatto si fondava solidamente sulle modalità predatorie dell’azione e sul concreto pregiudizio economico causato, che andava oltre il semplice valore nominale dei beni. La sistematica sottrazione di indumenti, con danneggiamento annesso, è stata considerata espressione di un’offesa non lieve. Per questo motivo, l’eventuale errore sull’identità del soggetto a cui apparteneva il casellario giudiziale non era in grado di scalfire il nucleo della decisione. Analogamente, la richiesta di applicazione dell’attenuante del danno lieve è stata rigettata perché il valore della merce non era trascurabile e la restituzione non rileva ai fini della sua configurabilità.

Le conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio fondamentale: per il riconoscimento della tenuità del fatto, l’analisi deve partire dalla dimensione oggettiva dell’illecito. Se la condotta e le sue conseguenze non sono di lieve entità, la causa di non punibilità non può essere applicata, e le questioni relative al passato dell’imputato diventano secondarie. La decisione chiarisce inoltre che la valutazione del danno per l’attenuante ex art. 62, n. 4 c.p. va cristallizzata al momento del reato, rendendo irrilevanti eventi successivi come la restituzione della refurtiva.

Quando può essere esclusa la causa di non punibilità per tenuità del fatto?
Può essere esclusa quando manca almeno uno dei due requisiti previsti dall’art. 131-bis c.p.: la particolare tenuità dell’offesa (valutata in base a modalità della condotta e danno) e la non abitualità del comportamento. Come chiarito dalla sentenza, se l’offesa non è tenue per le sue modalità concrete, la causa di non punibilità è esclusa a prescindere dalla valutazione sui precedenti dell’imputato.

Un errore del giudice nel valutare i precedenti penali dell’imputato porta sempre all’annullamento della sentenza?
No. Se la decisione si basa su altre ragioni autonome e sufficienti a giustificarla, l’errore può essere considerato irrilevante. Nel caso specifico, la decisione di escludere la tenuità del fatto era fondata sulla gravità della condotta, rendendo superfluo l’accertamento sull’abitualità e quindi ininfluente l’eventuale errore sul certificato penale.

La restituzione immediata della merce rubata può far riconoscere l’attenuante del danno di speciale tenuità?
No. Secondo la Corte, la restituzione della refurtiva è un ‘post factum’, ovvero un evento che avviene dopo la consumazione del reato. L’entità del danno, ai fini dell’applicazione dell’attenuante di cui all’art. 62, n. 4 c.p., deve essere valutata al momento in cui il reato è stato commesso, non dopo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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