LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tenuità del fatto: novità per i reati tributari

Un’imprenditrice, condannata per l’uso di fatture false, aveva quasi saldato il suo debito fiscale. La Cassazione ha annullato la sentenza, ordinando una nuova valutazione basata su una legge più favorevole sulla “particolare tenuità del fatto” nei reati tributari, che dà un peso maggiore al pagamento del debito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto nei reati tributari: una svolta dalla Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22076/2025) introduce un’importante novità sull’applicazione della particolare tenuità del fatto ai reati tributari. La decisione chiarisce l’impatto di una nuova normativa che valorizza il comportamento del contribuente successivo al reato, come il pagamento del debito. Questo intervento legislativo e la sua interpretazione giurisprudenziale potrebbero cambiare significativamente l’esito di molti procedimenti penali-tributari.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un’imprenditrice, legale rappresentante di una società, condannata in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 2 del d.lgs. 74/2000. L’accusa era quella di aver utilizzato fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere l’IVA, indicando in dichiarazione elementi passivi fittizi.
Nonostante la condanna, emergeva un dato significativo: l’imputata aveva già versato quasi l’intera somma del debito tributario contestato (circa 95.500 euro su un totale di quasi 98.000 euro). Questo pagamento quasi integrale aveva persino portato il Tribunale a disporre la revoca di un sequestro preventivo precedentemente imposto.

Il Ricorso in Cassazione e la nuova disciplina sulla particolare tenuità del fatto

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione lamentando principalmente due aspetti:

1. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Si contestava la decisione della Corte d’appello di non applicare l’art. 131-bis c.p., nonostante il danno fosse stato quasi interamente risarcito e il debito residuo fosse minimo.
2. Mancato riconoscimento di attenuanti: Si criticava il mancato riconoscimento dell’attenuante del risarcimento del danno, poiché i giudici di merito avevano ritenuto il pagamento non spontaneo, ma indotto dall’accertamento fiscale e dall’indagine penale.

L’elemento decisivo, tuttavia, è stato l’intervento di una nuova legge (d.lgs. 14 giugno 2024, n. 87) che ha modificato l’art. 13 del d.lgs. 74/2000, introducendo il comma 3-ter. Questa nuova norma stabilisce che, ai fini della valutazione della particolare tenuità del fatto nei reati tributari, il giudice deve valutare in modo prevalente alcuni indici, tra cui “l’entità del debito tributario residuo” in caso di rateizzazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il primo motivo di ricorso, annullando la sentenza con rinvio. Il ragionamento dei giudici si è concentrato sull’impatto della nuova normativa, che, avendo natura sostanziale e più favorevole per l’imputato, deve essere applicata retroattivamente.

La Corte ha spiegato che, mentre prima della riforma il giudice operava un bilanciamento tra gli elementi negativi (es. l’entità dell’evasione iniziale) e quelli positivi (es. il pagamento successivo), la nuova legge cambia le regole del gioco. Il comma 3-ter dell’art. 13 impone ora di attribuire una prevalenza agli indici positivi, come il quasi totale adempimento del debito.

In altre parole, non è più sufficiente una semplice considerazione della condotta riparativa; a questa deve essere dato un peso specifico e preponderante rispetto ad altri elementi. La Corte d’appello, avendo giudicato secondo il vecchio schema del bilanciamento e dato prevalenza all’entità originaria dell’imposta evasa, non ha applicato correttamente il nuovo e più favorevole criterio di giudizio.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta una svolta fondamentale per la gestione dei reati tributari. Le conclusioni che possiamo trarre sono le seguenti:

* Valorizzazione della condotta post-reato: Il pagamento, anche parziale ma significativo, del debito tributario assume un ruolo centrale e prevalente nella valutazione della particolare tenuità del fatto. Questo incentiva i contribuenti a regolarizzare la propria posizione anche dopo la contestazione del reato.
* Applicazione retroattiva della norma favorevole: La Cassazione conferma che la nuova disciplina, essendo più vantaggiosa per l’imputato, si applica anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore.
* Cambio di prospettiva per i giudici: I giudici di merito dovranno adeguare i loro criteri di valutazione, non potendo più negare la tenuità del fatto basandosi unicamente sull’importo iniziale dell’evasione se, successivamente, il debito è stato in gran parte estinto. Il focus si sposta dall’offesa originaria all’entità del danno residuo per l’Erario.

Perché la sentenza è stata annullata pur essendo l’imputata stata condannata nei primi due gradi di giudizio?
La sentenza è stata annullata perché, dopo la decisione della Corte d’appello, è entrata in vigore una nuova legge (d.lgs. 87/2024) più favorevole all’imputato. Questa norma impone al giudice di dare un peso prevalente al pagamento del debito tributario nel valutare la particolare tenuità del fatto, un criterio che la Corte d’appello non aveva potuto applicare.

Cosa cambia la nuova legge sulla “particolare tenuità del fatto” nei reati tributari?
La nuova legge (art. 13, comma 3-ter, d.lgs. 74/2000) stabilisce che, per decidere se un reato tributario è di particolare tenuità, il giudice deve considerare in modo “prevalente” alcuni fattori, come l’entità del debito residuo dopo un pagamento rateale. Questo significa che il comportamento collaborativo del contribuente ha un’importanza maggiore rispetto al passato.

Il pagamento del debito fiscale garantisce automaticamente la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Non automaticamente, ma quasi. La sentenza chiarisce che il giudice deve valutare l’entità del debito residuo “in modo prevalente”. Se i pagamenti effettuati coprono una percentuale molto elevata del debito, questo comportamento deve essere considerato un indice “particolarmente pregnante” della speciale tenuità del fatto, rendendo molto più probabile l’applicazione della causa di non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati