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Tenuità del fatto: non si applica al porto di tirapugni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti e porto abusivo di un tirapugni. La Corte ha escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto in relazione al porto del tirapugni, considerata la natura dello strumento, destinato esclusivamente all’offesa, e la sua facile accessibilità nel veicolo. Anche il motivo relativo alla destinazione della droga all’uso personale è stato respinto sulla base di plurimi indizi contrari.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: Non si Applica al Porto di Tirapugni in Auto

La recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui limiti di applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto, specialmente in relazione al porto di armi od oggetti atti ad offendere. La pronuncia sottolinea come la natura dello strumento e le modalità della sua detenzione siano decisive per escludere il beneficio, anche in presenza di un soggetto incensurato. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso origina dalla condanna di un uomo per due distinti reati: detenzione di sostanza stupefacente (hashish), e porto abusivo di un’arma, nello specifico un tirapugni. La condanna, emessa in primo grado dal GUP del Tribunale, veniva confermata dalla Corte di Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a tre motivi principali per chiederne l’annullamento.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Tenuità del Fatto

Il ricorrente lamentava, in primo luogo, un difetto di motivazione riguardo alla condanna per la detenzione di droga, sostenendo che fosse destinata a esclusivo uso personale. In secondo luogo, e punto focale della nostra analisi, censurava la mancata applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.) in relazione al porto del tirapugni. Infine, richiedeva il riconoscimento della continuazione tra i due reati. La Corte di Cassazione ha ritenuto tutti i motivi manifestamente infondati, rigettando il ricorso.

Le Motivazioni

La Corte ha fornito una motivazione chiara e logica per rigettare le doglianze dell’imputato.

Per quanto riguarda la detenzione di stupefacenti, i giudici hanno evidenziato una serie di elementi incompatibili con l’ipotesi dell’uso personale. Tra questi, il quantitativo elevato (pari a circa 575 dosi singole), l’assenza di materiale per l’assunzione (come cartine o pipette), e il rinvenimento di un coltello per il taglio della sostanza. Determinante è stato anche il contesto del ritrovamento di una parte della droga, avvenuto nella stanza adibita all’attività di tatuatore, un’attività che, secondo la Corte, richiede estrema precisione e lucidità, difficilmente compatibili con l’assunzione di stupefacenti.

Sul punto cruciale della tenuità del fatto, la Cassazione ha ribadito che la sua applicabilità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto. Richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, ha specificato che il giudice deve considerare le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo, secondo i parametri dell’art. 133 del codice penale.

Nel caso specifico, la richiesta è stata respinta perché il tirapugni è uno strumento “esclusivamente destinato all’offesa”. Inoltre, l’oggetto era stato sequestrato all’interno dell’autovettura, riposto in un vano portaoggetti sotto il volante, quindi in una posizione “agevolmente accessibile”. Questi due elementi – la natura intrinsecamente offensiva dell’arma e la sua pronta disponibilità – hanno portato la Corte a ritenere la condotta non qualificabile come di particolare tenuità. La generica eccezione dell’imputato, basata sulla sua incensuratezza, è stata giudicata insufficiente a scalfire la gravità del fatto così come accertata dai giudici di merito.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un automatismo applicabile a tutti i reati di modesta entità. La valutazione del giudice deve essere approfondita e ancorata alle circostanze specifiche del caso. Per il porto di armi o oggetti atti ad offendere, la natura dello strumento e la sua immediata disponibilità diventano fattori preponderanti. Un’arma per sua natura offensiva, come un tirapugni, tenuta a portata di mano in auto, integra una condotta che difficilmente potrà essere considerata “tenue”, poiché esprime una pericolosità concreta che il legislatore intende reprimere. La decisione ribadisce quindi un approccio rigoroso, volto a bilanciare l’esigenza di deflazione processuale con quella di tutela della sicurezza pubblica.

Quando il possesso di stupefacenti non è considerato per uso personale?
Secondo la sentenza, non è considerato per uso personale quando sono presenti indizi contrari, quali un quantitativo elevato (nel caso specifico, circa 575 dosi), l’assenza di strumenti per il consumo (es. cartine) e il possesso di strumenti per il frazionamento (es. un coltello).

Perché la Corte non ha applicato la non punibilità per tenuità del fatto al porto del tirapugni?
La Corte ha escluso la tenuità del fatto perché il tirapugni è uno strumento esclusivamente destinato all’offesa e, inoltre, si trovava in una posizione agevolmente accessibile all’interno dell’auto (vano porta oggetti sotto il volante), configurando un pericolo concreto e non trascurabile.

Quali elementi valuta il giudice per decidere sulla tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie, tenendo conto, ai sensi dell’art. 133 c.p., delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza che se ne desume e dell’entità del danno o del pericolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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